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ARIETE si è presa la sua rivincita al Forum

Arianna chiude il suo primo tour nei palazzetti a Milano, un luogo simbolo della sua carriera. Due ore di concerto e un’altalena di emozioni tra ricordi e canti a squarciagola. Sul palco anche due ospiti: Tananai e Rkomi

Autore Samuele Valori
  • Il28 Ottobre 2023
ARIETE si è presa la sua rivincita al Forum

Foto di Francesco Prandoni

Non è stato un concerto qualsiasi per ARIETE quello di ieri sera a Milano al Forum. Non perché fosse la data conclusiva del suo primo tour nei palazzetti e nemmeno perché era la sua prima volta al Mediolanum. Arianna, d’altronde, ci aveva già suonato nel 2019 a soli 17 anni e senza alcun nome d’arte. Erano i Bootcamp di X Factor e da allora la giovane cantautrice di Anzio ha vinto altre Mille guerre. Proprio quest’ultimo è il secondo brano in scaletta e ci piace pensare che non sia un caso.

Dopo i primi due brani ad ARIETE sono mancate le parole per l’emozione e pensare che lei è una che parla a non finire durante i suoi concerti. «Molti degli addetti alla sicurezza mi avranno vista qui a 16 anni a vedere svariati concerti, come quello di Shawn Mendes. Questo è lo stesso palco del Bootcamp da dove mi cacciarono qualche anno fa» ha raccontato Arianna. «Quel giorno, al bar qui fuori, molti ragazzi mi dissero: “Hai spaccato, vedrai che un giorno tornerai a suonare qui”. Oggi quel sogno si è avverato».

I meccanismi dello show business sono strani e imprevedibili: gli stessi cinquantenni che urlavano il suo numero di sedia per eliminarla da X Factor, ieri sera erano nel parterre con i loro figli a vederla finalmente sbocciare. In realtà il pubblico che ha riempito il Mediolanum Forum a Milano era molto più vario: bambini, adolescenti, Gen Z e adulti. La mia vista è stata calamitata in particolare da una coppia di ragazze in fondo alla platea che non hanno mai spezzato l’abbraccio che le teneva incollate. A distanza di sicurezza dal resto del pubblico, come se volessero vivere e tenere quel concerto solo per loro due.

Foto di Francesco Prandoni

Il concerto di ARIETE a Milano ha rimpicciolito il Forum

Il live di ARIETE non è stato un concerto spettacolare ed è proprio questo l’aspetto che l’ha reso più emozionante. Un palco minimale a due piani, un grande ledwall e lei piccolina a cantare le sue canzoni come se si trovasse in un club di Roma davanti a qualche centinaio di persone. Umanità e intimità che hanno raggiunto l’apice nella sezione di scaletta che ARIETE ha definito «musica vera».

Un pianoforte e lei seduta lì, sopra alla coda: Amianto è un pugno in pancia che però non toglie di certo il fiato alle migliaia di persone presenti al Forum che la cantano a squarciagola. Stesso effetto ottenuto anche dalla successiva SPIFFERI. Gli arrangiamenti un po’ rockeggianti hanno comunque dominato gran parte della scaletta. Solo te e Pillole sono state un viaggio nel tempo, ma mai quanto il momento in cui ARIETE ha imbracciato la sua chitarra per cantare Quel bar.

Quando sono partiti gli arpeggi, di colpo, è sembrato di essere tornati al 2019. Per qualche minuto non è esistito più il Forum, ma siamo tutti tornati i sedicenni brutti di provincia, quelli pieni di problemi e fantasie per la testa. Chissà se pure Arianna avrà provato quella stessa sensazione. Di certo, la bellezza del momento ha scatenato il pubblico che a gran voce ha richiesto Venerdì che ARIETE ha regalato ai fan nonostante non fosse prevista nella scaletta. Il mio sguardo per un attimo è tornato alla platea: le due ragazze erano l’una di fronte all’altra, a cantarsi in faccia.

Foto di Francesco Prandoni

Gli ospiti della serata: Tananai e Rkomi sul palco con ARIETE

I momenti più belli del concerto sono stati di natura opposta: gli attimi durante i quali il Forum è sembrato molto piccolo e quelli in cui sono saliti sul palco i due ospiti della serata. Prima Tananai ha cantato insieme ad ARIETE CAMPO MINATO, brano incluso nel suo album d’esordio RAVE,ECLISSI, poi è stato il turno di Rkomi. DIECIMILAVOCI ha fatto cantare l’intero Forum, mentre il palco si tingeva di grafiche oro.

Purtroppo di solito si cede alla tentazione di generalizzare. Tante volte si è detto, scritto o solo pensato che le nuove generazioni non sappiano vivere i concerti e non conoscano il significato della parola condivisione, se non quello che fa riferimento ai social. Invece, al concerto di ARIETE, la sensazione è stata opposta: è stato un live di liberazione totale. Ognuno davvero libero di sentirsi diverso, cantare, ballare e dichiarare il proprio amore.

Come nei momenti “Maria De Filippi”, come ama definirli la stessa ARIETE, su tutti il video delle interviste ai fan fuori dal Mediolanum Forum di Milano prima del concerto. I ledwall del palazzetto hanno mostrato i loro volti raccontare storie di sofferenza, rivalsa e gioia conquistata. C’è chi rivela la propria omosessualità ai genitori, chi è stato abbandonat* e rimpiange di non aver avuto quelli giusti e chi finalmente ha trovato la propria felicità.

Il gran finale: ARIETE è diventata grande

Il secondo metro di giudizio per comprendere la grandezza di un artista è vederlo esibirsi dal vivo, il primo sono ovviamente le canzoni. Prima del finale del concerto al Forum di Milano – e dell’annuncio delle prime date del suo tour estivo nel 2024 – ARIETE si è esibita con RUMORE, brano dedicato alla fidanzata, con il quale ha abbracciato (idealmente) e fatto abbracciare (letteralmente) tutto il palazzetto.

L’ultima parte della scaletta ha dimostrato che la giovane cantautrice di hit ne ha scritte tante, fin da quando in pochi la conoscevano. MARE DI GUAI, L’ultima notte e 18 anni. Un trittico di brani che non possono non dimostrare che Arianna ce l’ha fatta e, qualcuna delle sue mille guerre, l’ha vinta. Ne è cosciente anche lei che, a prescindere da come andranno le cose in futuro, continuerà a chiudere i suoi concerti con 18 anni: un modo per ricordarsi da dove è partita e per riacquistare ogni volta, anche solo per quei due minuti di canzone, quella stessa ingenuità e voglia di emergere.

Quando è finito il concerto il mio sguardo è tornato per l’ennesima volta al parterre: erano ancora lì, mano nella mano, sole in mezzo a migliaia di persone, distanti da tutto il resto, libere.

Foto di Francesco Prandoni
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