Dall’oscurità alla luce, gli ATEEZ illuminano Milano
Uno show di quasi tre ore durante il quale l’Unipol Forum è diventato teatro di una storia fatta di musica, danza e K-pop. Tra scenografie mozzafiato e il calore coinvolgente del pubblico, la band coreana ha ribadito la maturità e l’incredibile crescita che l’hanno resa una delle più importanti al mondo
«We all carry the light within us, the light is your unique identity». Trovare la propria luce è l’unica strada per essere se stessi. È questo il messaggio con cui si è aperto il concerto degli ATEEZ all’Unipol Forum di Milano e quello che accompagna il tour mondiale appena approdato in Europa. La loro luce gli otto componenti del gruppo K-pop, l’hanno trovata attraverso la musica, salendo quelle scale apparentemente infinite che compaiono nella locandina dei loro live.
Come ha ricordato nostalgicamente più volte durante lo show Jongho, il maknae (il più giovane) della band, sono passati quasi sei anni dal loro primo live in Italia ai Magazzini Generali. Era l’aprile del 2019 e da allora fino al 20 gennaio 2025 sono successe e cambiate un bel po’ di cose. Gli ATEEZ hanno raggiunto due volte la vetta della Billboard 200, l’ultima volta qualche settimana fa con l’EP GOLDEN HOUR Pt. 2 e sono diventati la prima boy band K-pop a esibirsi al Coachella.
Una delle canzoni che sono rimaste centrali nelle loro scalette – una di quelle a cui sono più affezionati come ci hanno raccontato nell’intervista esclusiva della cover del nostro magazine – è Say My Name. Uno dei loro primi singoli e il secondo brano della serata. Dopo aver aperto le danze e illuminato la gigantesca torre che domina il loro palco con Crazy Form, Hongjoong, Seonghwa, Yunho, Yeosang, San, Mingi, Wooyoung e Jongho si sono avvicinati agli spettatori delle prime file attraversando la lunga passerella che divideva il parterre del Forum. Non è un caso che abbiano scelto proprio quella canzone per stabilire il primo contatto “ravvicinato” con i fan.
BREAK THE WALL
Non esiste artista senza fanbase, anzi, quest’ultima ha un ruolo attivo nella costruzione di una carriera e di un immaginario. La risposta del pubblico al concerto degli ATEEZ a Milano è una dimostrazione dell’enorme fame di K-pop che ha l’Italia. L’emozione degli ATINY (per chi non lo sapesse, è così che si chiamano i fan della band) era palpabile fin dal giorno precedente con gente in fila per accaparrarsi i posti in piedi migliori. Ancora più impattante è stato fare il percorso in metro a qualche ora dall’inizio dello show e ascoltare la loro trepidazione. C’era chi non nascondeva l’eccitazione e chi non riusciva a capacitarsi di riuscire finalmente a vedere un concerto K-pop dal vivo.
Tutto questo amore si è poi riversato dagli spalti verso la band e, nel primo quarto d’ora di show, il tremore dei seggiolini e il volume delle voci avrebbe coinvolto chiunque. Dopo WIN la band ha salutato e parlato con il pubblico, prima di dare inizio a quello che può considerarsi il primo capitolo della grande storia raccontata dal live. Dall’Eye Tower è acattato un allarme e il concept di THE WORLD ha preso vita. I ballerini travestiti da guardie hanno accompagnato la performance di Hongjoong, Yunho e San in una scenografia che riproduceva una prigione. Sono seguite This World e Wake Up che hanno messo in luce l’incredibile estensione vocale di Jongho e dei suoi acuti.
Uno dei momenti più attesi dagli ATINY in un concerto degli ATEEZ è Guerrilla. Potrebbe essere definito il Break the Wall moment, dalle parole che accompagnano il ritornello finale del brano. Perché è tanto importante? Perché è uno degli attimi in cui la collettività raggiunge il suo apice e i fan fanno sentire la loro vicinanza agli artisti sul palco. Urlare quei versi il più forte possibile come un corpo unico. Ed è quello che è accaduto anche ieri sera, mentre il gruppo ballava sul palco principale tra le fiamme. Il tutto anticipato da un breve momento di Hongjoong alla chitarra elettrica.
Dalla luce all’oscurità e ritorno
Un concerto degli ATEEZ non è solo musica. È un viaggio che si costruisce a poco a poco attraverso note, danza e acting che racconta in modo metaforico la storia del gruppo e di ciascuno dei suoi otto componenti. Le scenografie cambiano in continuazione adattandosi al contesto. Spettacolari quella di WONDERLAND, con i tentacoli giganti, e quella di ARRIBA. Per esempio, un altro grande spezzone è stato quello di IT’s You, anticipata da un ballo prima minimale poi esploso con piume e petali che ha coinvolto Hongjoong, Seonghwa e Yunho. Poi c’è stata la celebrazione dell’amicizia – con cabina telefonica annessa – tra quest’ultimo e Mingi durante l’esecuzione della nostalgica Youth. E infine Everything con cui Jongho ha definitivamente conquistato tutti.
Il percorso narrativo ideato dagli ATEEZ in questo tour è ciclico. Dalla luce che si spegne con l’avvento delle tenebre, alla riconquista della “forza”, citando Star Wars. D’altronde la band non ha mai nascosto la propria passione per i film di George Lucas e durante WONDERLAND Park Seonghwa si presenta sul palco con una spada luminosa che a tratti ricorda quelle laser del franchise. Anche nei momenti più “spogli”, il gruppo ha brillato. Basti pensare al coinvolgimento del pubblico durante WAVE e Dancing Like Butterfly Wings.
«Ignite your light, let it blaze» è un’altra delle frasi che sono comparse sugli enormi maxischermi. Gli ATEEZ a Milano hanno brillato, senza mai fermarsi e, anzi, aumentando il ritmo sul finale. La novità in scaletta Ice on My Teeth – una hit tra urban e trap – è solo l’inizio di un’escalation. DJANGO e BOUNCY (K-HOT CHILLI PEPPERS) erano tra i brani più attesi e si sono confermati una scarica di energia. Prima dell’encore, scandito da un medley dei primi successi, da WORK, Dreamy Day e dalla conclusiva UTOPIA, il grande faro è diventato tricolore. Al verde, bianco e rosso della grande struttura sul palco hanno fatto eco i colori delle torce degli ATINY che, di tonalità diversa a seconda del settore, hanno ricostruito una bandiera italiana sugli spalti.
Gli ATEEZ amano l’Italia e l’Italia ama gli ATEEZ. Per le canzoni, le scenografie, le gag (letsgosky), il messaggio di speranza e i po po po intonati con tutto il Forum. L’Italia ama gli ATEEZ ancora di più per i colori e per la luce positiva che emanano.