“A Better Tomorrow: Cyber Frontier”: riscoprire i classici cinesi con l’intelligenza artificiale
Il film d’animazione, presentato al Festival internazionale del cinema di Shanghai questo weekend, è un remake del cult del 1986 di John Woo
La trasformazione digitale del cinema non è più un esperimento. A testimoniarlo è A Better Tomorrow: Cyber Frontier, primo lungometraggio animato prodotto interamente con intelligenza artificiale, presentato in anteprima mondiale al Festival internazionale del cinema di Shanghai. Il film, nato dalla collaborazione tra Suzhou Qitan Animation e la società tech Step Star AI, reinterpreta in chiave futuristica il cult cinese del 1986 diretto da John Woo, inserendolo in un’estetica cyberpunk e in una struttura narrativa completamente aggiornata. La proiezione rientra all’interno del Kung Fu Movie Inheritance Plan. Il progetto promosso dalla China Film Foundation in collaborazione con Shanghai Canxing Media ha come obiettivo la rivisitazione di 100 classici del cinema marziale attraverso un processo produttivo completamente supportato da strumenti AI, dall’ideazione alla distribuzione.
L’iniziativa, già lanciata nel 2024 durante il Festival di Pechino, è stata nuovamente al centro del dibattito nell’edizione 2025 del SIFF. Il Festival ha dedicato una sezione specifica ai rapporti tra cinema, animazione e nuove tecnologie. L’obiettivo è aggiornare la fruizione e l’accesso a un patrimonio cinematografico che ha contribuito a definire l’identità culturale del cinema cinese dagli anni Sessanta in poi. L’adozione dell’AI rappresenta anche una scelta strategica per l’evoluzione dell’industria audiovisiva nazionale. «Il 100 Classic AI Revitalization Project – ha sottolineato Zhang Pimin, presidente della China Film Foundation – è una risposta innovativa a una trasformazione in atto. Attraverso la tecnologia vogliamo reintrodurre questi film con un formato che possa parlare alle nuove generazioni».
Il piano culturale per riscoprire i classici del cinema cinese
Nel corso del forum è stato anche presentato un piano di apertura internazionale dei diritti IP relativi ai 100 film in catalogo. Le opere selezionate, tra cui titoli come C’era una volta in Cina, Il furore della Cina colpisce ancora, Poliziotto supercampione e Storia di fantasmi cinesi, saranno accessibili a studi e creatori di tutto il mondo interessati a sviluppare nuove versioni tramite intelligenza artificiale, con la possibilità di co-produzione, co-branding e condivisione dei ricavi. È stato inoltre istituito un fondo da 100 milioni di RMB (circa 12 milioni di euro) per sostenere i progetti AI più promettenti. Tra i titoli previsti nella prima fase figurano anche Dalla Cina con furore, Police Story e Drunken Master.
Come sottolineato durante la conferenza, si tratta non solo di restauri tecnici, ma di un’operazione culturale su larga scala, mirata a riportare sullo schermo, anche in forma digitale, volti iconici del cinema d’azione cinese come Bruce Lee, Jackie Chan e Jet Li. «Questi film hanno mostrato al mondo la vitalità e lo spirito del popolo cinese – ha dichiarato Zhang Qilin – sono il nostro biglietto da visita cinematografico a livello internazionale». È stato inoltre annunciato l’avvio di nuovi centri dedicati alla formazione e alla sperimentazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale applicata al cinema. Insieme all’adozione di infrastrutture di calcolo avanzato capaci di ridurre i tempi di elaborazione degli effetti visivi da oltre 400 giorni a meno di 24 ore.
A Better Tomorrow: Cyber Frontier
Il film è stato realizzato in due anni da un team di 30 persone, grazie a un sistema di produzione interamente digitalizzato. «Nell’animazione tradizionale – ha detto Zhang Qing, executive producer di Suzhou Qitan Animation – passano mesi tra storyboard, modellazione e rendering. Con l’AI, autore e produttore possono coincidere. È un cambiamento radicale. Il nostro obiettivo è costruire una piattaforma di IP che possa estendersi a giochi, serie e altre forme di racconto. Questa non è solo animazione, è un ecosistema culturale». Il progetto ha ricevuto il sostegno anche da parte della China Sci-Fi Industry Investment Alliance. La fondazione ha annunciato misure di supporto in termini di finanziamento, formazione professionale e distribuzione estera.
In linea con le strategie adottate per modernizzare l’industria audiovisiva cinese, il Kung Fu Movie Inheritance Plan si inserisce come uno dei programmi pilota che sfruttano l’intelligenza artificiale per l’innovazione narrativa e produttiva. «L’AI non è solo uno strumento – ha osservato He Tao, del centro studi dell’Amministrazione nazionale per la radio e la televisione – è una nuova infrastruttura. Sta trasformando sceneggiatura, effetti, doppiaggio e distribuzione. Nei micro-drammi, è già una tecnologia standard».
Le parole di Giuseppe Tornatore
Sul tema è intervenuto anche Giuseppe Tornatore, presidente di giuria del festival, a cui è stato chiesto un commento sull’impiego dell’intelligenza artificiale nel cinema. «Non mi mette paura, mi incuriosisce moltissimo – ha dichiarato – non vedo l’ora di utilizzarla nei miei film. Anche se so che ogni scoperta tecnologica può avere usi diversi. Penso, sogno e spero di poterla usare nel modo migliore. Credo che ci dia molte opportunità, anche per facilitare la realizzazione dei nostri film. Di una cosa però sono certo, l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire la sensibilità umana. La capacità emotiva propria dell’essere umano non potrà mai essere replicata da una macchina».
In chiusura, il senso dell’iniziativa è stato riassunto dallo sceneggiatore Zhang Tan, figura storica del cinema marziale: «Con l’AI non stiamo cancellando il passato. Gli stiamo dando un’altra possibilità». Un’affermazione che sintetizza la direzione intrapresa, recuperare l’eredità visiva del cinema d’azione cinese proiettandola nel linguaggio tecnologico del presente.
Articolo di Ambra Schillirò