Billy Corgan a Milano ha celebrato la messa nera degli Smashing Pumkins
Billy Corgan celebra al Parco della Musica di Segrate il trentennale dall’uscita di Mellon Collie and the Infinite Sadness, l’album che li portò nel gotha del grunge

Billy Corgan degli Smashing Pumpinks, credits: Parco della Musica Milano_VistaDigitale
Rock and roll and Heavy Metal. Billy Corgan mette subito le cose in chiaro ieri sera a Parco della Musica di Milano. Niente giri di parole. In Heavy Metal Machine gli Smashing Pumpkins mostrano subito i denti. In una recente intervista a Guitar World Corgan si chiedeva del perché non fosse considerato tra i più grandi chitarristi degli anni ‘90. Non se lo spiegava. “Forse non hanno capito che io non solo scrivo le canzoni, invento i riff, le ritmiche e faccio pure gli assoli. Si vede che non sono riuscito a comunicarlo bene.” Non è una lamentela di uno che vuole a tutti i costi il riconoscimento dei criticoni. C’è un po’ di arroganza nelle sue parole, ma è un’arroganza che ci piace. Perché è provata dai fatti. Non so cosa se ne faccia di questo attestato, però sì Billy, sei un chitarrista gigantesco.
Ma poi esattamente di che riff, ritmiche e assoli stiamo parlando. Gli Smashing Pumpkins non hanno mai rinunciato a sfondare i timpani dei propri ascoltatori, ma l’hanno sempre fatto con una delicatezza quasi erotica. Nella voce di Corgan c’è tutto. Potrebbe benissimo essere il malessere che prima ti fa disperare con il suo ghigno da Lucifero Moderno e che poi sa riconquistarti con una canzone d’amore. “Ti ho scritto Disarm.” Me lo immagino così il tentativo di riavvicinamento del demone di Chicago.
Il trentennale di Mellon Collie and the Infinite Sadness, uno degli album tra i più venduti degli anni ’90, con oltre 10 milioni di copie worldwide, è l’occasione perfetta per riflettere sul ruolo della band nella scena rock internazionale con più distacco. L’album, uscito nel 1995, dà da cantare a tutti. Anzi, più che urla sguaiate e canti stropicciati, forse quella degli 11 mila del Parco della Musica è una preghiera. Un rito collettivo dalla giusta dose di nostalgia propiziato dal sacerdote Corgan. Potremmo chiamarla la sua messa nera, anche in onore dei suoi idoli di sempre che lo stesso giorno celebravano la morte del proprio comandante Ozzy Osbourne con un funerale evento nel cuore di Birmingham. Non è solo un gioco di parole, il frontman si presta benissimo a questa (i più critici potrebbero definirla pagliacciata o, meglio, meme) vestendosi da prete laico, con un pezzo unico sartoriale rigorosamente nero.
Gli Smashing Pumpkins a Milano omaggiano Mellon Collie and the Infinite Sadness
Il suono architettato da Billy Corgan è tanto strano quanto lucido e iper-personalizzato. Potremmo definirlo una delle archistar del genere grunge e post-grunge, colui che ha la consapevolezza di essere allo stesso tempo un grandissimo musicista e un’icona del suo tempo. Tanto che suona con il sorriso e con una leggerezza davvero incredibile. E non fa assoli di due minuti per il riconoscimento di quello o quell’altro magazine. O forse non più. Ma perché si diverte e fa letteralmente impazzire il pubblico.
Così come Francesca, nome totalmente inventato (non me l’ha voluto dire) da Cagliari, provenienza reale (certificata anche da un marcato accento), che entra nei miei timpani più di qualsiasi altra nota acuta e distorta suonata da James Iha, che a un certo punto suona anche con la sua bottiglietta d’acqua frizzante. Non smette di urlare un secondo e vedere lo spettacolo con lei vale il prezzo del biglietto. Ci si lamenta un po’ di alcuni ‘polentoni’ che non hanno proprio l’hobby del moshpit, anche se i presupposti ci sarebbero tutti. Tra i fan della band la sensazione è che ci sai una sorta di overwhelming generale. Sono quasi incantati. È quel concerto in cui se chiedi una sigaretta al bro (perfetto sconosciuto) di fianco che sta fumando, non te ne dà una, te ne dà tre. E nella sua totale presa bene ti sorride anche.
In una giornata afosa di fine luglio di Milano, la stessa persona ti avrebbe mandato platealmente a comprarle, le sigarette. Ma l’incantesimo degli Smashing Pumpkins fa questo effetto. Tanto che James Iha a tratti deve fare un test in platea per accertarsi che non ci siano troppe psicosi in atto, tra pianti e svenimenti.