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BLANCO, Annalisa e LIBERATO, è un venerdì di ritorni e rinascite

Dall’artista napoletano, che come ogni 9 maggio ci regala un brano, ai due comeback dal sapore liberatorio: la direzione del pop sembra essere la totale apertura

  • Il9 Maggio 2025
BLANCO, Annalisa e LIBERATO, è un venerdì di ritorni e rinascite

Foto di Bogdan Chilldays Plakov

Siamo abituati ormai a popstar e artisti inarrivabili, che spesso tendono a rimanere fin troppo nel loro personaggio, per timore o per troppa coerenza. Due sensazioni che aleggiano ogni venerdì e ogni volta che ci si trova difronta a un comeback: sia tra gli stessi cantanti che tra i fan. Oggi, però, a fronte di tre (anzi, quattro, se consideriamo anche quello di Salmo con Ranch) ritorni importanti si percepisce un piccolo cambiamento. BLANCO, reduce da un secondo album passato più in sordina rispetto all’esordio, è tornato con un pezzo in cui lascia spazio a Riccardo e fa rifermento per la prima volta anche alla vicenda dei fiori di Sanremo. Poi c’è Annalisa che si veste da maschio e si “vende” con un pezzo pop, dove le tre lettere sono l’abbreviazione di popolare. LIBERATO, invece, come ogni 9 maggio che si rispetti ha pubblicato un nuovo brano che sembra una risposta malinconica alle aspettative.

Conviene partire proprio da VIENNARÌ. LIBERATO firma una sua personale Friday I’m in Love che contiene tutto il distillato di malinconia agro-dolce che un beat in stile anni ‘80 può regalare. Anche il video che lo accompagna trasmette questa sensazione, con un gruppo di ragazzi di sera per le vie e i locali di Napoli. Il ritorno, atteso ogni anno nello stesso giorno, porta con sè dubbi e desideri alle quali il misterioso artista campano risponde con un pezzo che affronta le sofferenze di chi vive in silenzio per paura. Il venerdì è sinonimo di libertà da conquistare.

Annalisa si vende

Associare la parola vendita a un artista è sempre rischioso, soprattutto quando si parla di musica. “Venduto” è una delle critiche che gli hater adorano scrivere nelle sezioni commenti di YouTube, Instagram e TikTok. Annalisa sembra infischiarsene e lo canta in un ritornello che probabilmente colonizzerà le radio e le tracklist dei DJ negli chalet in spiaggia quest’estate. Il verso iniziale «Te lo giuro su Maria» è già iconico e questo stile sul limite, che mescola sacro e profano, è il marchio di fabbrica di questa nuova trasformazione della cantante.

Da diva del pop che parlava “sinceramente” di un amore classico, fatto di spazi da concedere e richiedere, Annalisa è passata con coraggio a una versione di sè più sfacciata. Si scambiano ruoli e i vestiti. Non deve ingannare il tatuaggio artefatto di Maria, in questo ritmo che attinge alla classicità anni ’70 e ’80, c’è un grande carico di onestà. E se ascoltandolo e riascoltandolo ci sembra di notare qualcosa che ricorda l’inarrivabile Raffaella Carrà, qualcuno, «come Gesù», ci perdonerà.

BLANCO

«Sono stanco, son Riccardo, son di fretta. Sono Blanco, sono stato pure in vetta. Ho toccato il cielo, il dito si raffredda. Non ho firmato per una vita in diretta»: su un brano piano e voce che lo restituisce nella sua essenza più pura, quella che abbiamo imparato a conoscere e ad amare sin dagli inizi, Blanco in Piangere a 90 si spoglia più di quanto abbia fatto con Desnuda, la sua parentesi (per fortuna durata ben poco) latin che di certo non gli ha reso giustizia.

Il brano è allora un reset, una tabula rasa che sa di vera ripartenza arrivata dopo un periodo di silenzio dopo anni in cui a Riccardo, classe 2003, è successo di tutto (e forse anche troppo e troppo velocemente, volando così in alto da rischiare di bruciarsi davvero). Come se, alla domanda “Ma che fine ha fatto Blanco?”, stesse rispondendo con tutta la sincerità e la fragilità di cui è capace: “Eccomi, sono qui, e ora vi racconto come sto e cosa è successo”. La dimostrazione che a volte, per andare lontano, basta solo tornare da dove si è partiti. Bentornato Blanco, ti stavamo aspettando esattamente così.

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