Quella volta che Bob Marley e Lee “Scratch” Perry si sono quasi menati per soldi
Lo racconta Federico Traversa in “One Love”, il romanzo dedicato alla vita del gigante del reggae disponibile da fine novembre in libreria
One Love è il nuovo romanzo di Federico Traversa dedicato a Bob Marley, disponibile da mercoledì 22 novembre e pubblicato da Il Castello (marchio Chinaski Edizioni). Il libro è il risultato di vent’anni di esperienza “sul campo”, tra interviste e incontri privati con i figli di Marley e i principali esponenti mondiali del reggae. Racconta vicende anche poco conosciute, come quella volta che Bob Marley assieme Peter Tosh e Bunny Wailer rischiarono di essere sfregiati con l’acido dalla fidanzata del loro produttore Lee “Scratch” Perry per una questione di soldi.
La più grande rockstar del Terzo Mondo: così Traversa definisce Marley. Il re del reggae viene raccontato come fosse sempre al fianco di chi scrive. Prima il bambino che cresce in povertà nel villaggio di Nine Miles a metà degli anni ‘40. Poi il giovane artista che muove i primi passi nel mondo della musica nei primi ’60 e forma gli Wailers. Fino alla nascita della leggenda.
One Love non è una mera biografia ma un susseguirsi di racconti e immagini che compongono una figura complessa. Il viaggio narrativo porta il lettore negli angoli più reconditi della vita di Bob Marley e negli anfratti della cultura in cui è cresciuto, tra gli iconici dreadlock, la passione per il calcio, le donne… e la marijuana.
Qui di seguito, il passaggio del libro in cui si racconta l’incandescente confronto fra Bob Marley e Lee “Scratch” Perry.
L’incontro fra Bob Marley e Lee “Scratch” Perry
Bunny Wailer, Peter Tosh e Bob Marley da una parte, Lee “Scratch” Perry e due tizi belli grossi dall’altra. L’aria dello studio che si fa densa, con quel silenzio malsano su cui possono germogliare sorrisi ma anche tragedie. Fuori fa un gran caldo. Il sole lancia raggi duri come le selle dei cosacchi. Dentro è ancora più caldo.
Nessuno sembra aver fretta di fare la prima mossa. Soprattutto dopo quanto successo qualche giorno fa al Sombrero. Scratch era seduto a bere con una ragazza, alticcio e pure un po’ supponente. Bob e Bunny l’avevano raggiunto, fuori dai gangheri. Avevano appena scoperto che si era venduto la licenza di pubblicazione dei dischi fatti con lui in Inghilterra alla Trojan Records. Ma a loro non aveva dato il becco di un quattrino. E anche sulle vendite in Giamaica era sempre un continuo rimandare quando si parlava di soldi. Eppure all’inizio gli accordi, sigillati con una stretta di mano e uno spliff, erano stati chiari: avrebbero diviso tutto alla pari, 50% a testa.
“Hey Scratch, Scratch…”, gli aveva urlato Bob. Ma Perry aveva fatto finta di non sentirlo, nonostante lui e Bunny gli fossero distanti meno di dieci metri e in pericoloso avvicinamento. “Hey Scratch, dove sono i soldi?”, aveva proseguito Bob Marley, ormai talmente vicino che Lee “Scratch” Perry non poteva più fingere di non vederlo. “Di che denaro stai parlando, Gong?” “Dei soldi che hai fatto di nascosto vendendo i nostri dischi! Avevamo un accordo, dovevamo dividere tutto alla pari e niente imbrogli o pugnalate alle spalle.” “No, no, sei pazzo, Gong. Non vi ho mai detto questo, io al cinquanta percento non lavoro. Voi avrete le vostre royalties, come gli altri musicisti, sono dieci centesimi per ogni disco venduto. Ma non faremo i conti stasera, non è questo il momento né il luogo…”.
A quel punto Bob, esterrefatto, si era voltato verso Bunny, che era più disgustosamente stupito di lui. Tutti loro ricordavano bene il momento dell’accordo. Ora Scratch si stava rimangiando tutto, e per di più dopo aver venduto i loro dischi in Inghilterra senza dirglielo. E adesso che lo avevano beccato con le mani nella marmellata, gli stava pure offrendo una percentuale da fame! Era stato allora che Bunny, preso dalla rabbia, aveva aggredito Scratch, rovesciando tavolini e sedie, e colpendolo con pugni e calci prima che lui riuscisse ad allontanarsi, salire in macchina e filare via.
E ora eccoli qui, tre giorni dopo, faccia a faccia, per sistemare la questione spinosa. “Allora Scratch, spero che la tua testa sia più libera dai cattivi pensieri e dal rum”, attacca Bob, “e che ben ricordi i nostri accordi…” “Te l’ho già detto l’altra sera, Gong, non lavoro al 50% con i miei musicisti… Avrete i vostri dieci centesimi per ogni disco venduto e la si chiude qui…”, risponde Lee, che nonostante non sia ubriaco non ha perso la strafottenza della sera al Sombrero.
“Ma non era questo quello che ci eravamo detti, Scratch, e tu lo sai…” ribatté Bob, cercando di restare il più calmo possibile. Sa bene che tutti sono seduti su una polveriera, e basta poco perché divampi un incendio ben difficile poi da spegnere. “Sei un bastardo, Scratch…”, attacca Bunny mentre Peter osserva fisso il produttore, tagliandolo in due con lo sguardo. Ormai si tratta di una guerra, si tratta di sopravvivenza.
“Vi ho dato un suono, una credibilità, vi ho dato pure i miei musicisti. Cosa volete ancora? Gli accordi erano dieci centesimi a disco. Dico solo la verità, Dio mi è testimone…”, gracchia Scratch, anche se sotto sotto non sembra crederci nemmeno lui.
E Bunny va proprio fuori di testa. Si alza di scatto e si lancia verso Scratch con l’intenzione di dargli tutte le mazzate che non è riuscito a dargli l’altra sera al Sombrero. Ma i due scagnozzi fanno altrettanto, frapponendosi fra i due. Anche Bob e Peter si alzano pronti a fare a botte. Ma quando Bunny estrae il coltello a serramanico dalla tasca e lo sventola nell’aria tutti si fermano per un lungo, interminabile, istante.
“Pauline, vai a prendere la bottiglia in macchina.” È Scratch a rompere il silenzio, mentre una ragazza con gli occhi guardinghi come quelli di una pantera si allontana correndo, per poi ritornare con un bottiglione pieno di uno strano liquido biancastro. Peter, Bunny e Bob si guardano senza capire. Scratch ha uno strano sorriso sul volto, quasi malsano, con il labbro inferiore che si abbassa verso destra a formare una specie di smorfia.
“Occhio ragazzi, quello è acido…”, urla Peter mentre Bob e Bunny, ancora con il coltello in mano, fanno un passo indietro. “No che non lo è, amici…”, replica Scratch, “ah ah ah, no che non lo è…”. Ma non è che la sua smentita sia così convincente. “Non finisce qui, fottuto ladro”, ringhia Bunny, seguendo a passo spedito Bob e Peter fuori dallo studio. “Certo che no, avrete i vostri dieci centesimi a disco…”.