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Le canzoni che hanno segnato il (nostro) 2025

La redazione di Billboard Italia ha selezionato 10 brani che, per motivi diversi, hanno lasciato un segno nell’anno musicale appena trascorso

  • Il31 Dicembre 2025
Le canzoni che hanno segnato il (nostro) 2025

Come l’anno scorso, anche quest’anno la redazione di Billboard Italia ha scelto dieci canzoni, metà in lingua straniera, che per motivi diversi hanno rappresentato qualcosa di importante nel 2025. Il metro di giudizio questa volta non è dettato da classifiche nè tantomeno dalla volontà di selezionare le migliori dell’anno che sta volgendo al termine. Sono i brani che ci hanno accompagnato in questi ultimi dodici mesi e questa che segue una nostra personale playlist.

ROSALÍABerghain

Che cosa possono portare in più le canzoni di oggi se non mondi lontani nella nostra vita quotidiana? Con il solo annuncio del titolo, Berghain, Rosalia ha illuso il mondo intero che il suo nuovo brano sarebbe stato dedicato al famoso club techno berlinese. Invece, di tedesco c’è solo la lingua del coro iniziale ispirato ai Carmina Burana, con l’accompagnamento della London Symphony Orchestra. Rosalìa riesce a far rientrare perfettamente un’atmosfera barocca all’interno della nostra vita quotidiana. Il video ce lo mostra chiaramente, con la stessa orchestra che compare nelle azioni quotidiane della cantante spagnola, dall’andare sull’autobus al sottoporsi a una visita medica. E anche il successo dell’utilizzo su TikTok pare una conseguenza naturale. Ma è tutto tranne che scontato. Come anche l’aver chiamato proprio Bjork, che è perfetta nel pezzo, ma non è più in hype da tempo. Rosalìa continua a stupire con la naturalezza tipica di chi studia tanto. (Silvia Danielli)

LIBERATO – VIENNARÌ

Il 9 maggio, si sa, dal 2017 è tradizione che esca un pezzo di Liberato. Non sempre è stata rispettata ovviamente, spesso si è trattato anche di un annuncio o di un teaser. Nel 2025, però, è uscita Viennarì. Il cantante campano firma una sua personale Friday I’m in Love che contiene tutto il distillato di malinconia agro-dolce che un beat in stile anni ‘80 può regalare. Anche il video che lo accompagna trasmette questa sensazione, con un gruppo di ragazzi di sera per le vie e i locali di Napoli, pronti ad affrontare una serata ricca di aspettative e di ben poche certezze. (SD)

Tame Impala – End of Summer

Era da tempo che Kevin Parker si voleva affrancare dall’immagine di indie boy con progetti che strizzavano l’occhio ora al pop più mainstream ora a sonorità più ballerecce. Il salto definitivo l’ha fatto con il bell’album Deadbeat, piacevole ritorno marcatamente improntato a un approccio dance. Uno dei brani emblematici di questa metamorfosi è la conclusiva End of Summer, traccia a metà fra Caribou e i Chemical Brothers più melodici, che stende un velo di malinconia sul 2025 che volge al termine. (Federico Durante)

Joan Thiele  – Tramonto

Dal bellissimo album Joanita, caratterizzato da una straordinaria coerenza di sound e visione artistica, è difficile scegliere una sola canzone che lo rappresenti meglio di altre. La scelta cade su Tramonto, brano che con lampante evidenza condensa in sé il gusto “colto”, piacevolmente retrò, che caratterizza tanta parte della musica di Joan Thiele (anche per questo premiata come Songwriter of the Year a Billboard Italia Women in Music 2025). In altri termini: Joan pesca dal passato con intelligenza, facendo rivivere il patrimonio musicale delle grandi colonne sonore dell’epoca d’oro del cinema italiano in canzoni dal fascino senza tempo. (FD)

Clipse ft. Kendrick Lamar – Chains & Whips

Uno dei punti più alti di Let God Sort Em Out. Una produzione freddissima e spigolosa di Pharrell sorregge un trio letale e raw. Il titolo è già di per sé una contraddizione: da una parte il lusso delle collane, dall’altra la violenza delle fruste, in una continua tensione tra successo e oppressione. Magistrale e estremamente simbolico è poi il videoclip ufficiale diretto da Gabriel Moses, uno dei creativi più influenti della nostra generazione, che mostra in modo vivido come la vita degli afroamericani sia osteggiata dalla violenza sistemica a cui sono quotidianamente sottoposti. Monumentale. (Greta Valicenti)

Ele A ft. Guè – Con le mie G

Dopo aver passato tutta l’estate del 2025 ad ascoltare Con le mie amiche de La Pina, non potevo non passare tutto l’autunno dello stesso anno ad ascoltare Con le mie G di Ele A con Guè. «Ho solo bisogno che esca l’inno della girlhood di Ele A», mi scriveva una delle mie migliori amiche a poche ore dalla pubblicazione, e da quel momento lo abbiamo letteralmente consumato, in cuffia in cameretta e sparato dallo stereo gracchiante della mia Punto tornando da quelle notti a Milano in cui capisci che una sorella è per sempre. E tutto questo vale più di centomila. (Greta Valicenti)

Turnstile – LOOK OUT FOR ME

In questa canzone c’è tutto. Un riff di chitarra e la batteria di Daniel Fang che segnano una prima parte hardcore. Poi il dialogo estratto dalla serie The Wire e una transizione che ti catapulta dritto in un paradiso elettronico. Ascoltarla dal vivo è un’esperienza mistica e rigenerante: il pogo che si scatena per i primi 3 minuti e poi tutti si fermano. Le luci si fanno soffuse e la band abbandona il palco per il resto del brano. Ti guardi intorno, intravedi visi sudati ma felici e, senza rendertene conto, ti ritrovi a ballare a caso. (Samuele Valori)

The Zen Circus – È solo un momento

In ogni disco degli Zen c’è sempre una canzone con cui devi fare i conti. Ci sono stateViva, Catene, L’anima non conta, Catrame, La Democrazia e Canzone di Natale. Stavolta è il momento di urlarsi in faccia tutto quello che riponiamo nel cassetto più nascosto del nostro cervello ripetendoci ogni volta che è solo un momento. Invece quel lato oscuro si ripresenta. Forse masochisticamente lo adori pure quel male che torna a trovarti. Un brano che è un’appendice e la constatazione che sì, siamo diventati brutti mentre ci preoccupavamo di apparire felici e contenti. (SV)

Ed Sheeran – Camera

Probabilmente il brano più intimo e introspettivo contenuto all’interno di Play. Ed Sheeran ce l’ha fatta di nuovo: è riuscito ad essere inguaribilmente romantico e a congelare le emozioni in un momento, proprio come una fotografia. “Non ho bisogno di una macchina fotografica per catturare questo momento / Ricorderò come sei stasera per tutta la vita”, recita il testo. Il brano, infatti, racconta della storia d’amore tra l’artista e la moglie. Una ballad potente quanto urgente, ma che non perde nemmeno per un istante il suo tocco pop e delicato. Una canzone che, per i più nostalgici, trasporta le menti alla dolcezza di Thinking Out Loud o di Perfect. (Rebecca Pavesi)

Angelina Mango – le scarpe slacciate

Intima, romantica, nostalgica. Una fotografia che restituisce immagini vivide nella mente dell’ascoltatore. Molto gira anche sulle aspettative che si hanno l’uno nei confronti dell’altro. Il ritmo è incalzante e energico tendente quasi al country e va in contrasto con il testo malinconico sulla fine di una storia d’amore. Un gioco di up and down che alla fine strappa un sorriso dolce e amaro. Questa canzone rappresenta uno dei modi in cui Angelina Mango vede l’amore e la vita. Un altro modo di raccontare se stessa sia nei testi che nelle produzioni, così come ha fatto nel corso di caramé. Un perfetto mood alla Shake It Off di Taylor Swift: da ballare in modo disordinato lasciando andare i pensieri. Delicata, grintosa, potente e non scontata. (RP)

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