La location perfetta per le canzoni? Ma ovvio: il cimitero
Da “Cemetery Gates” dei Pantera a “Pet Sematary” dei Ramones, ma anche Father John Misty, Halsey e altri: sono tantissimi i musicisti che amano l’immaginario gotico del camposanto
Verrebbe da pensare che la location perfetta per delle canzoni sia una spiaggia al tramonto, una montagna innevata, un bosco incontaminato, e invece no: a quanto pare è il cimitero.
Con le sue atmosfere gelide e silenziose, il cimitero sembra essere il luogo ideale in cui ambientare in canzoni storie di vecchi rimpianti, amori finiti, riflessioni nostalgiche all’ombra di un immaginario timburtoniano.
Il cimitero nelle canzoni di Ramones e Pantera
Nell’iconico inno punk dei Ramones, Pet Sematary, il cimitero dà letteralmente il titolo alla canzone. È protagonista di un testo horror e inquietante, e le lapidi fanno da sfondo al video originale del 1989. In realtà i quattro di Forest Hills non avevano nulla contro l’essere seppelliti tra gli animali. Stavano semplicemente omaggiando l’omonimo romanzo di Stephen King, uscito sei anni prima.
I Pantera, gruppo metal texano, si fermano ai Cemetery Gates, cancelli che metaforicamente separano il protagonista dalla compianta amata. La canzone, amatissima dai fan della band e apprezzatissima dagli amanti del genere, fu scritta dal cantante Phil Anselmo nel 1989, dopo che una sua amica si tolse improvvisamente la vita.
La vicenda scosse profondamente anche il chitarrista Dimebag Darrell, che compose una melodia straziante sul tema della morte. D’altronde è cosa nota che i metallari sono particolarmente sensibili e romantici.
Altri sepolcreti celebri
Tutt’altro mood per Hollywood Forever Cemetery Sings, in cui Father John Misty racconta di una fanciulla con il vizio della necrofilia.
L’ex batterista dei Fleet Foxes probabilmente fa riferimento al cimitero dei vip di Los Angeles (Hollywood Forever Cemetery, appunto), in cui sono seppelliti grandi personaggi della storia del cinema e della cultura, come Rodolfo Valentino, Judy Garland, Burt Reynolds e il figlio di Charlie Chaplin, ma anche musicisti come Chris Cornell. Curioso che vi giaccia anche Johnny Ramone a poca distanza dal cane Toto, protagonista de Il Mago di Oz. Un po’ Pet Sematary lo è, insomma.
Soltanto di passaggio i My Chemical Romance con Cemetery Drive, così come il Graveyard Train dei Creedence Clearwater Revival, in attesa di portare le bare di trenta persone morte sulla strada. Solo alla fine della canzone scopriremo che Fogerty è il 31esimo. Da un bluesman di quel calibro avremmo dovuto aspettarcelo.
Non solo canzoni, il cimitero nei nomi degli artisti
Decisamente meno drammatici i toni della canzone di Halsey, Graveyard. Una sorta di inno a non lasciarsi calpestare dalla persona amata, e a preservare la propria autonomia e integrità invece di seguire qualcuno fin nella tomba. Ottima idea, Ashley: meglio vivere una vita degna su questa terra, anche se stiamo scoprendo che la compagnia, al camposanto, è decisamente variegata.
Ci sono poi gruppi che hanno scelto direttamente di chiamarsi come il sepolcreto. Come si può facilmente immaginare uno di questi, gli svedesi Cemetary, sono dediti a generi che si adattano alla perfezione all’immaginario tombale, come death, doom e gothic metal.
Ma esiste anche una one man band di nome Cemeteries. L’unico componente Kyle Reigle fa una sorta di electro, alternative rock delicato e sognante in stile Air. Non ci è chiara la scelta del macabro nome.
Che dire, infine, delle canzoni che hanno volutamente scelto l’ambientazione cimiteriale per la sua atmosfera gotica? Lampante il caso di I Miss You dei Blink-182. Una canzone dolce e oscura, che cita in un colpo solo tutti i maestri del dark romantico: Tim Burton e il suo iconico Nightmare Before Christmas e Love Cats di The Cure.
Articolo di Federica Mingarelli