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Nascita e morte di uno Slim Shady: le 10 canzoni più belle di Eminem

Dieci brani per ripercorrere una delle carriere più controverse del rap internazionale, tra musica, dipendenze e amicizie indissolubili

Autore La Casa Del Rap
  • Il27 Luglio 2024
Nascita e morte di uno Slim Shady: le 10 canzoni più belle di Eminem

Eminem (foto di Travis Shinn)

«La prima volta che misi Eminem su un beat lui prese il microfono e iniziò a rappare “Hi, my name is… Slim Shady”. Quello è stato l’inizio di una grande collaborazione creativa. […] La prima cosa che ho pensato quando l’ho ascoltato è stata: “Cosa diavolo sta dicendo?”. Eppure quello che rappava mi piaceva così tanto che non potevo smettere di ascoltarlo». Queste le parole di Dr. Dre durante il suo discorso per la cerimonia di inserimento nella Hall of Fame. Oltre a darci un’idea generale di ciò che Eminem con le sue canzoni ha rappresentato per la musica, ci permette di capire quanto il suo modo di proporre musica fosse totalmente innovativo nel 1999. Impressionare un produttore come Dr. Dre, uno dei membri degli N.W.A. nonché colonna di questo genere, non è certo cosa da tutti.

Facciamo però un passo indietro. A prescindere dall’opinione che la scena ha avuto di Eminem, perché il rapper di Detroit è così importante per il rap internazionale? Il motivo è piuttosto semplice: ha ridefinito gli stilemi del genere. Prima di lui, inoltre, nessun rapper aveva trattato in modo così diretto un certo tipo di tematiche. A prescindere dai gusti – il linguaggio e i toni di Em possono piacere o meno, è comprensibile – rimane il fatto che sia stato uno di quegli artisti che hanno rivoluzionato il modo di intendere il rap mondiale. Per riscoprire il contributo musicale di Eminem abbiamo selezionato dieci canzoni per percorrere passo dopo passo non solo la sua carriera ma l’intera evoluzione artistica di un talento assolutamente fuori dagli schemi.

My Name Is (da The Slim Shady LP, 1999)

25 gennaio 1999. Un nuovo progetto firmato Dr. Dre per Aftermath Entertainment e Interscope Records di Jimmy Iovine. Un immaginario nuovo, per un nuovo giovane talento di Detroit. È la nascita di Slim Shady.

Dopo due piccoli progetti – Infinite (1996), dalle tinte quasi R&B, e The Slim Shady EP (1998) – il giovane Marshall Mathers torna con un brano linguisticamente violento. Smuove l’opinione pubblica non solo perché pieno di immagini crude ma anche perché in grado di mostrare il vero volto di una certa America.

Sebbene questa volesse “essere l’invidia del mondo intero” (come detto da Bill Clinton durante il discorso di insediamento), la realtà era differente. Il suo successo senza tempo gli è valso il Grammy Award come “Best Rap Solo Performance” nel 2000.

Stan (da The Marshall Mathers LP, 2000)

Il progetto del 1999 aveva catapultato Em fra gli artisti più seguiti del panorama rap americano. Questo perché racconta la storia di molti: situazioni complicate, amori tossici, violenza e misoginia ai danni di persone care (tutte tematiche che rappresentano la vera chiave di lettura per comprendere canzoni di Eminem come Guilty Coscience o ‘97 Bonnie & Clyde dell’album precedente). Con le sue canzoni Eminem diventa idolo musicale, modello di self-made man, voce della massa. Un divismo che, però, si trasforma presto in ossessione.

Il 9 dicembre del 2000 viene pubblicato il brano Stan, racconto del rapporto tossico tra celebrità e fanbase. Eminem è più riflessivo, intenso e pronto a raccontare il lato oscuro di cosa significa essere famosi. L’artista ha successivamente dichiarato che l’idea del brano nasce da una conversazione con il produttore Mark The 45 King. È stato proprio lui a consigliargli l’utilizzo del campione di Thank You di Dido, che ha immediatamente ispirato Eminem.

Dopo aver sentito la versione finale di Stan, Dido ha subito concesso il campione, mostrandosi disponibile alla collaborazione. Dopo quel brano, la parola “stan” è entrata nel lessico popolare per descrivere un fan eccessivamente zelante o ossessionato. Anche questo sono le canzoni di Eminem.

Whitout Me (da The Eminem Show, 2002)

«Volevo fare un disco divertente che ricordasse alle persone perché gli ero mancato», ha detto Eminem durante l’intervista a TRL su MTV per la pubblicazione del disco The Eminem Show. «L’idea era di tornare con qualcosa che catturasse immediatamente l’attenzione delle persone e le facesse ridere, pur facendo una dichiarazione riguardo al mio posto nell’industria».

Due lunghi anni di attesa prima di un ritorno in grande stile. Con il suo nuovo brano Eminem ha scolpito nella roccia la sua leggenda: tanto nelle melodie quanto nei toni e nelle tematiche c’è tutto quello che è (e sarà) Slim Shady negli anni successivi. I problemi di droga, l’abuso di alcol, le questioni familiari, le controversie legali e con la politica.

Tutto racchiuso in quattro minuti e cinquanta secondi. C’è un distacco netto rispetto al disco precedente e, con Without Me, Slim Shady lo vuole rendere palese: mette in mostra il lato più oscuro, attraverso rime che non risparmiano nessuno. Nemmeno se stesso. (La prima strofa si apre in questo modo “ho creato un mostro perché nessuno vuole più vedere Marshal, tutti vogliono Shady, io sono da buttar via”). Il resto è storia.

Lose Yourself (da 8Mile Soundtrack, 2002)

Con oltre due miliardi di stream su Spotify, Lose Yourself è stato il brano di maggior impatto che Eminem abbia mai realizzato. Attraverso il film semi-autobiografico 8Mile, l’artista di Detroit riesce ad estendere ulteriormente il proprio pubblico. Sarà proprio Lose Yourself a sancire il successo mondiale dell’artista, garantendogli tantissimi premi e nomination.

Fra questi, i più importanti sono il Premio Oscar come “Miglior Canzone Originale” e nel 2004 i due Grammy come “Miglior Canzone Rap” e “Miglior Performance Solista Rap” (oltre alla nomination come “Canzone dell’Anno”).

Fra i retroscena più interessanti c’è sicuramente il fatto che l’intero brano sia stato scritto in parti su pezzi di carta in forma di appunti durante le pause dalle riprese del film come rivelato dallo stesso artista in 8Mile: Making of The Movie. Solo in seguito Eminem avrebbe dato forma (e corpo) a un testo unico che facesse da collante a tutti gli spunti raccolti nel corso delle riprese.

Mockingbird (da Encore, 2004)

Immagina di parlare nel modo più autentico e sincero a tua/o figlia/o. Decidi di campionare la ninna nanna Hush, Little Baby e scrivi una lettera a cuore aperto. Un canto straziante e intimo. Attraverso questa poesia musicale Eminem realizza «la canzone più emotiva che abbia mai scritto», come ha detto in un’intervista.

All’interno c’è la paura di un padre di fronte al dolore delle figlie, costretto a spiegare il divorzio e la separazione con la madre; c’è l’amore incondizionato nella promessa di voler contribuire alla gioia e felicità di entrambe e la desolante tristezza di essere stato poco presente in anni importanti della crescita a causa del suo status di artista. Allo stesso modo però il brano si chiude con un tono di speranza nel poter affrontare i problemi e le difficoltà.

Questo capolavoro è estremamente personale. Lo dimostrano anche i piani sequenza che compongono il video, composto da una serie di foto e riprese delle figlie durante momenti familiari. I sorrisi del video sembrano stridere profondamente con il tono malinconico della canzone. Proprio in questo contrasto sta l’elemento autoriale che rende Mockingbird un brano assolutamente irripetibile.

Like Toy Soldiers (da Encore, 2004)

Una delle canzoni di maggior successo di Eminem, che ha fatto tanto discutere: il tema caldo del brano è quello delle faide tra gang, questione non da poco essendo impressa nel DNA del rap. Like Toy Soldiers è non solo un viaggio personale ma anche il racconto di un intero genere musicale che ha vissuto ciclicamente lotte urbane tra “fazioni”.

Da Biggie e Pac, a Dre e Knight Suge, per arrivare a Benzino e la rivista The Sauce, fino a 50 Cent e la faida con Ja Rule. A far da sfondo, le strade di Detroit, la 8Mile e la D12 (la crew di Eminem). Da notare che, dopo questa canzone, Eminem si è tenuto lontano da beef e situazioni musicali che potessero causare situazioni violente. Silenzio interrotto solo nel 2018 con il dissing con Machine Gun Kelly e la successiva risposta KILLSHOT.

Tornando a Like Toy Soldiers, è interessante che sia stata campionata la canzone di Matrika del 1989 Toy Soldiers, cantata dai bambini del cast di Kids Incorporated (oltre a loro, anche Fergie e Jennifer Love Hewitt). A livello prettamente musicale la canzone è caratterizzata dall’uso di questo rullante – a dir poco ipnotico – che ricorda i toni e i ritmi delle marce militari durante parate ed eventi pubblici. Questa batteria sembra essere una citazione: il brano di riferimento è The Hot Rock (1992) di Quincy Jones.

«Like Toy Soldiers è un voler dire che voglio stare lontano da ogni tipo di beef. È un dichiarare: “Guardate, io ho fatto il mio, ora basta», ha detto Eminem durante un’intervista su MTV.

Beautiful (da Relapse, 2009)

Facciamo un attimo il punto della situazione. Il percorso di Eminem è sempre stato piuttosto complesso tra rapporti familiari, abusi di sostante e tanta violenza. Nel 2004 pubblica Like Toy Soldier: una vera dichiarazione contro la violenza urbana. Il tutto è accompagnato da un fantastico video in cui figura uno dei suoi amici più cari: DeShaun Dupree Holton, meglio noto come Proof. Nel video Proof interpreta il ruolo di un ragazzo che muore a seguito di una sparatoria. Ironia della sorte, il video fu anticipazione dei fatti.

L’11 aprile 2006 DeShaun Dupree Holton muore a seguito di una rissa a Detroit. Anche se mai dichiarato in modo ufficiale, possiamo supporre che l’episodio sia stato traumatico per Em, che sparisce completamente dai radar per diversi anni. Niente musica, niente apparizioni, niente interviste. Silenzio totale.

Sono passati tre anni. Il 19 maggio 2009 pubblica Relapse, il sesto album in studio. Il disco non brilla: non riceve il favore che ci si aspettava – molto sottotono rispetto a progetti precedenti – né da parte di pubblico né da parte di critica. Comunque oggi il giudizio su questo album è cambiato in modo significativo, come ha affermato Mark Batson, co-produttore assieme a Dre: «Quando abbiamo realizzato Relapse con Eminem non è stato ben accolto, ma ora è considerato un classico. È così che va».

Nonostante l’accoglienza tiepida al debutto, in tracklist troviamo il brano Beautiful attraverso cui Eminem mette in mostra tutta la sua fragilità a seguito degli sfortunati eventi. Dichiarò a Billboard: «Questa canzone è stata un modo per me di affrontare il mio dolore e le mie insicurezze. Volevo che le persone sapessero che non sono sole nelle loro lotte».

Rap God (da The Marshall Mathers LP 2, 2013)

Uno dei classici del rapper che esibisce le sue grandi capacità negli extrabeat. Rap God è un meraviglioso esercizio tecnico, fatto letteralmente tutto d’un fiato. In una sezione di 15 secondi, Eminem riesce a pronunciare ben 97 sillabe, raggiungendo una velocità di 6,5 parole al secondo. Questa prestazione gli ha concesso il record per il titolo di “rapper più veloce al mondo”, con un totale di 1560 parole in sei minuti.

Ha avuto a dire: «Volevo solo dimostrare di essere ancora in grado di fare questo, che non ho perso il mio tocco. Rap God era una sorta di dichiarazione di intenti per me, una sfida per vedere se potevo ancora eseguire a un livello così alto».

Walk on Water (da Revival, 2019)

Partiamo da un presupposto fondamentale. Revival, come anche Kamikaze e i due volumi di Music to Be Murdered By, non sono certo i progetti più ispirati di Eminem. Nonostante ciò, nell’album del 2019 è presente la collaborazione con Beyoncé che, sebbene non vada ad esaltare le caratteristiche di nessuno dei due autori, ha un valore non indifferente.

Eminem per la prima volta si confronta in modo molto consapevole con lo status raggiunto di icona del rap – tematica riproposta anche nel brano Lucky You di Kamikaze. Il brano si struttura come una sorta di monologo interiore: un flusso di coscienza che ha pochi eguali e che lascia intravedere la profonda evoluzione di Marshall Mathers nel corso di vent’anni di carriera (un cambiamento iniziato con Not Afraid, presente in Recovery del 2010, e che raggiunge il pieno compimento proprio in questo brano.

Guilty Conscience 2 (da The Death of Slim Shady – Coup de Grace, 2024)

Scelta pressoché obbligata. Eminem riprende un classico, lo rielabora in chiave moderna e mette in atto la morte di Slim Shady. È un cerchio che si chiude, nel modo più soddisfacente possibile. Eminem ha dichiarato che questo suo ultimo progetto è un concept album e deve essere ascoltato dall’inizio alla fine.

Aggiungiamo però che per comprendere in toto il disco è necessario conoscere in modo approfondito anche il progetto del 1999, The Slim Shady LP. Le reference all’interno sono tantissime. E partono già dalla cover: in The Death of Slim Shady i colori che caratterizzano la scritta “the death of” riprendono proprio i colori della scritta “Slim Shady” dell’album passato. Non è un caso: l’album del 2024 può essere considerato un «sequel diretto» di quello del 1999.

Guilty Coscience 2 ne è la prova. Ma analizziamo le differenze tra le due canzoni di Eminem. Se nel primo capitolo di questa “saga” musicale, Marshall interagisce con una voce differente dalla sua, ovvero Dr. Dre, nel secondo atto c’è un monologo a due voci. Alcuni potrebbero pensare che Dre non abbia voluto prestare la propria voce, ma sembra davvero poco probabile. In Guilty Conscience 2 la scelta di un’unica voce per due “personalità” è voluta. È dimostrazione di una forte consapevolezza, che permette di vedere il problema in modo lucido.

Se prima “Slim Shady” era una voce estranea, che non riconosceva come propria e personale, ora si manifesta in un confronto diretto. Uno scontro che porta alla fine di una delle leggende musicali più belle degli ultimi vent’anni. Tutto nasce e muore con lui. È la genesi e la damnatio memoriae di uno Slim Shady.

Bonus track: Infinite (1996)

La vera perla della discografia di Em. Il primo lavoro del rapper di Detroit: prendete tutto quello che conoscete di Eminem e mettetelo da parte. Questo album è un unicum all’interno della sua discografia. Un sound molto meno sperimentale e più classico, guarda all’R&B e ci si immerge regalando sfumature inedite. Anche nelle tematiche è tutto proiettato al futuro: ricerca del successo, difficoltà economiche da superare. Consapevolezza, ma anche speranza.

Quest’album è stato tutt’altro che un successo commerciale e leggenda vuole che fosse lo stesso Eminem a venderne le copie fisiche per strada. Infinite è stato registrato con un budget molto limitato nei Bassmint Studios di Detroit. All’inizio della sua carriera è stato criticato per il suo stile “troppo convenzionale”, considerato simile a quello di altri rapper dell’epoca.

Questo feedback negativo lo spinse a sviluppare un’attitude al microfono unica, basata sul black humor e sulla provocazione verbale. Da grandi fallimenti nasce spirito di rivalsa. Solo dopo un grande fallimento puoi farti la domanda: “Guess who’s back?”. E la risposta è solo una: Eminem. La leggenda che ha cambiato il rap mondiale.

Articolo di Gianluca Faliero

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