I momenti clou del Concerto del primo maggio a Roma
È stato un Concertone bagnato e piuttosto lungo. Tra musica, brevi discorsi e non troppe polemiche, abbiamo scelto quelli che per noi sono stati gli attimi salienti
Il Concerto del primo maggio, come spesso è accaduto in passato, è stato bagnato da una pioggia quasi incessante. Ciò non ha impedito però la lunga serie di esibizioni che si è protratta ben oltre la mezzanotte. A farla da padrone sono state le canzoni, una tendenza che è diventata sempre più evidente negli ultimi anni. Non poteva essere altrimenti, visto anche il divieto di monologhi impartito agli artisti dall’organizzazione. Una decisione che non tutti hanno proprio rispettato, in un modo o nell’altro, qualche cantante si è esposto. Noi abbiamo raccolto i momenti che secondo noi hanno maggiormente reso onore all’idea originaria del Concertone, dalla bandiera della Palestina sul palco durante il set di Cosmo al potente monologo di Stefano Massini sui morti sul lavoro.
BigMama e l’importanza del fallimento
«Siamo figli di una generazione che ha un’estrema paura di non farcela, siamo bombardati da messaggi che ci portano a pensare che sbagliare non è mai qualcosa di umano». BigMama, un po’ emozionata, ha iniziato così il suo discorso. Un monologo che ha ricordato le parole dette in conferenza stampa lo scorso anno dalla star NBA Giannis Antetokoumpo dopo l’eliminazione dai playoff. Il fallimento è qualcosa di prezioso, voi dovete fallire perché vi fa ragionare su quanto effettivamente credete nel vostro sogno».
Elisa sul palco con gli Ex Otago
Un applauso va sicuramente agli Ex Otago, che hanno usato un palco importate come quello del Primo Maggio per dare voce a chi altrimenti non ne avrebbe come Elisa, una ragazza trans di Genova il cui discorso sulla stigmatizzazione e le discriminazioni (anche in campo lavorativo, dove contano un tasso di disoccupazione doppio) che subiscono ancora – nel 2024 – le persone transessuali ci ha particolarmente toccati. “Vogliamo ricordare che la nostra pelle ha valore inestimabile e qualunque abiti tu non tradirti mai”.
Geolier contro tutte le discriminazioni
Geolier era tra gli artisti più attesi del Concerto del primo maggio, e ha utilizzato il suo spazio e la sua enorme cassa di risonanza per parlare di un argomento importante. Il rapper napoletano, infatti, non si è limitato a portare sul palco del Circo Massimo alcune delle sue più grandi hit, ma si è espresso anche contro la disuguaglianza e contro tutti i tipi di discriminazione sul lavoro, da quella di genere a quella razziale.
Ermal Meta per una scuola equa e inclusiva
Ermal Meta è stato tra i protagonisti principali della serata di ieri. Prima si è esibito chitarra e voce sulle note di Hallelujah di Leonard Cohen mentre venivano risolti i problemi tecnici causati dalla pioggia, poi sul finale ha tenuto un monologo sull’inclusività scolastica. Un discorso legato alla sua esperienza personale e in risposta alle dichiarazioni di Vannacci. «Equità è un bambino che non è costretto a studiare in un’altra classe a causa della sua disabilità. «Equità è valutare il rendimento dei ragazzi in base al loro impegno, ognuno secondo le proprie possibilità. L’equità nell’istruzione è essenziale per garantire un futuro in cui ogni individuo possa realizzare se stesso».
Dargen D’Amico sulla fuga dei cervelli
La sua esibizione era di sicuro una delle più attese (e temute) del Concerto del primo maggio, soprattutto dopo le uscite sanremesi. Questa volta Dargen D’Amico, dopo aver eseguito Onda Alta, e prima di scatenarsi con Dove si balla, si è rivolto ai giovani invitandoli a non lasciare l’Italia e a provarci nel loro Paese per riconquistarselo. «Siamo il primo esportatore di ricercatori universitari» ha detto l’artista.
L’ironia di Cosmo sulla censura
Cosmo inizia la sua esibizione sul palco del Concerto del primo maggio con Tristan Zarra e una telefonata che lo avvisa di stare molto attento a quello che fa e soprattutto a quello che dice, beffandosi così della tendenza censoria che ultimamente in Italia su certe reti va assai di moda come la pizza o la polizia. Sarà un caso dunque che la telecamera si sposti sul pubblico proprio nel momento in cui dietro di lui compaiono un ragazzo con una bandiera della Palestina e una finta poliziotta che inscenano un pestaggio? Chi lo sa.
Achille Lauro e i diritti umani
Dopo aver infiammato il Circo Massimo con Thoiry, sulle note distorte della chitarra elettrica di Boss Doms, Achille Lauro ha recitato i primi articoli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. A favore dell’uguaglianza e contro la schiavitù e la tortura. Poi è partita Rolls Royce e il pubblico si è scatenato definitivamente.
Stefano Massini e i morti sul lavoro
Stefano Massini (che si dichiara “antiSfascista”con la S perché “antifascista non si può più dire, altrimenti ti identifica la Digos”) e Paolo Jannacci portano sul palco del concerto del Primo Maggio un tema fondamentale come quello delle morti bianche e lo fanno con un monologo di una potenza che colpisce come un pugno in pancia. “Muori due volte sul lavoro, muori e poi muori ogni volta che ti dicono che la colpa era la tua, senza responsabilità di nessuno. Anzi, tre volte, la terza volta è quando non frega un cazzo a nessuno e fanno un trafiletto sul giornale. In Italia si può morire due, tre, quattro volte, la quarta è quando ti accorgi che muori invano e da uomo diventi fotografia”.
Noemi e la parità di genere nel mondo del lavoro
Noemi, nelle vesti inedite di presentatrice, ha tenuto un monologo sulla disparità di genere nel mondo del lavoro, sottolineando come rappresenti un ostacolo rilevante. «Solo con l’indipendenza economica e lavorativa le donne possono difendersi da soprusi, violenze e ricatti. Il primo maggio deve essere la festa delle lavoratrici» ha dichiarato la cantante dal palco.