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E alla fine i tormentoni l’hanno scampata anche stavolta

La “crisi” della hit sembra essere rientrata, ma per farlo è servito mettere in campo l’artiglieria pesante: una baddie certificata, un remake di una hit planetaria datata 2001, e una “Serenata” da commedia italiana

  • Il26 Agosto 2025
E alla fine i tormentoni l’hanno scampata anche stavolta

Alfa

Da come era iniziata, quella del 2025 sembrava davvero essere la stagione della crisi dei tormentoni estivi. Tanti, tantissimi brani, ma nessuno pareva aver conquistato come una Sesso e Samba qualsiasi i cuori e le classifiche nel nostro Paese. Sarà la saturazione, sarà che voci di corridoio dicano che i pezzi forti siano stati tenuti in caldo per finire dritti dritti nelle cuffie di Carlo Conti, ma ci è mancato poco perché ci trovassimo davanti un’estate senza una colonna sonora ufficiale che risuonasse ad oltranza negli stabilimenti balneari italiani (vuoti anche quelli). Un bene o un male? Scegliete voi.

Le parole dei tormentoni estivi del 2025: baddie, nostalgia, amori tossici e serenate

Per scongiurare un destino che pareva ormai scritto nella pietra (aka la Top 50 Italia di Spotify) è servito mettere in campo l’artiglieria pesante: una baddie certificata e un po’ Désolée (Anna), un remake di una hit planetaria datata 2001 – ché la nostalgia, alla fine, a noi ci piace sempre (Alfa con la sua Me Gustas Tu 2.0, diventata A me mi piace, che attualmente occupa saldamente la prima posizione sia nella classifica dei singoli FIMI/GfK, sia in quella di Earone relativa ai passaggi in radio), una Serenata da scena di un film di Özpetek in cui ad un certo punto qualcuno balla sui tavoli in una masseria salentina (Serena Brancale e Alessandra Amoroso), la metamorfosi di Annalisa, un po’ Raffaella Carrà un po’ Maschio, il racconto di un amore tossico – il topos più ricorrente della storia della musica? – e delle Scelte stupide di Fedez e Clara.

Sono questi i singoli che – nella marea di hit estive costruite a tavolino dall’unione dei migliori autori e produttori sul mercato, che hanno vissuto e lottato insieme a noi per sopravvivere fino a settembre e che ci prepariamo a salutare per sempre – si sono accaparrati almeno un disco d’oro (anche se – seppur non sia ancora certificata – una menzione d’onore va sicuramente a Yakuza di Elodie e Sfera Ebbasta, che ha visto una scalata vertiginosa fino al primo posto della Top 50 grazie anche a un testo che è una perfetta TikTok trap: quante volte avete visto un lipsync su “Dopo di te mai più nessuna” detto dal trap – in tutti i sensi, ci verrebbe da dire – king?).

Il cambiamento dei parametri FIMI/GfK per la certificazione dei singoli

Poco, direte voi. E forse a un primo sguardo potrebbe sembrare: se confrontati infatti con i brani certificati la scorsa estate sono meno della metà, ma un’importante variabile di cui tenere conto è il cambiamento dei parametri di FIMI/GfK, che a partire da gennaio 2025 ha alzato di molto la soglia per il raggiungimento – per i singoli – dei dischi d’oro e di platino, così da “adeguare i parametri di misurazione ai mutamenti del mercato, promuovendo così uno standard di qualità e trasparenza per l’industria musicale italiana“.

In poche parole: se fino alla scorsa estate a Sesso e Samba e 30°C erano bastate “solo” 150mila unità vendute per far appendere al muro a Tony Effe, Gaia e Anna il loro terzo disco di platino, quest’anno le stesse bastano appena per un disco d’oro, la cui soglia è di 100mila unità vendute. Il doppio per quella da raggiungere per portarsi a casa un disco di platino. Un aggiornamento non proprio da poco, che rende certamente più ardua l’impresa ma che evidenzia che – nonostante un leggero calo pare comunque esserci stato – il distacco dal 2024 non è così netto come pensavamo quando gridavamo alla crisi del tormentone e che, alla fine, pure st’estate italiana ce la siamo… portata a casa. Désolée per chi non ci credeva.

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