Cristina D’Avena: «Berlusconi per me era immortale»
La più famosa interprete di sigle di cartoni animati in Italia condivide con noi alcuni suoi pensieri a pochissime ore dalla notizia della morte del Cavaliere
Le canzoni cantate da Cristina D’Avena negli anni ’80 sono state la vera colonna sonora dei bambini (e non solo) di quella generazione. Ma la Nadia Comăneci delle sigle animate (mi piace questa definizione del nostro collaboratore Claudio Biazzetti) davvero non ha mai rischiato di eclissare, forse anche memore degli insegnamenti del Cavaliere. Cresciuta nel prestigioso coro dell’Antoniano, la vita professionale prese una svolta definitiva con l’entrata nel gruppo Mediaset nei primissimi anni ’80 e l’incontro con Silvio fu sicuramente il momento clou dei suoi inizi.
L’intervista a Cristina D’Avena sulla scomparsa di Silvio Berlusconi
So che è un momento delicato, Cristina, immagino il dolore per te.
Sono sconvolta. Non so cosa devo dire, oggi finisce un’era.
Pensiamo alle cose belle della tua vita professionale. Quando entrasti in Mediaset eri una ragazzina, tutto cambiò per te da quel momento.
Completamente. Quando Silvio quando pensò di fare anche lui della TV per i bambini e i ragazzi di quella generazione si aprì un mondo per me. Io ero giovanissima e Augusto Martelli e Alessandra Valeri Manera (responsabile della programmazione per i ragazzi nelle reti del Gruppo Mediaset da 1980 al 2001, ndr) mi scelsero. Da lì la mia vita davvero cambiò.
L’intuizione delle sigle dei cartoni, di quel mondo della TV per ragazzi era di Silvio?
Io credo che ci fosse tantissimo del suo tocco, perché, ripeto, fu una sua idea quella di aprire al mondo dei ragazzi nelle sue reti TV. Bim Bum Bam (programma che inizialmente era trasmesso su Antenna Nord, emittente del Gruppo Rusconi, ndr) nel 1982 era una risposta alla programmazione per i piccoli della Rai.
Quando mi scelsero iniziai con Bambino Pinocchio. Poi arrivò la sigla dei Puffi e da lì non mi fermai più. Ricordo che quando ero agli inizi andavo spesso a trovare Silvio a casa sua. Era di un’umanità e di un carisma che mai avrei rivisto dopo. Una persona speciale.
Negli ultimi tempi, a seguito anche del suo stato di salute, hai avuto il timore che ci lasciasse?
Io ho sempre sperato che questo momento non arrivasse mai. Per me Berlusconi era immortale… Anche se si capiva che faceva molta fatica nelle ultime interviste. Avendolo visto sempre uscire dal San Raffaele, ho pensato che anche questa volta ce l’avrebbe fatta. Sto provando quel senso di vuoto, di perdita enorme come quando morì Maurizio Costanzo. Anche con lui se n’è andato un pezzo importante del nostro Paese.
Qual era la tua canzone che Berlusconi preferiva?
Senza ombra di dubbio la Canzone dei Puffi. Mi prendeva sempre in giro… È stata anche la prima sigla della Five Record che raggiunse il disco d’oro, era il lontano 1982. Era “la nostra canzone”.
L’insegnamento che ti porti dietro?
Silvio mi ha sempre detto di andare avanti nella vita credendo in quello che si fa. Ma soprattutto di essere coerenti, di non indietreggiare… (si commuove, ndr) Sai, i miei dubbi li avevo. In fin dei conti ero una cantante di sigle televisive. Invece Silvio mi diceva sempre: «Sei brava, non smettere mai di credere in quello che fai». Mi ha sempre protetta. Non ha mai smesso di darmi delle chance.
Una domanda finale: avete mai cantato assieme?
Ecco, una cosa che non è mai accaduta. Purtroppo no.