Dieci perle nascoste dei producer album italiani
In attesa dell’uscita di “CONTAINERS”, il nuovo album di Night Skinny, abbiamo fatto un viaggio nel passato per riscoprire alcune delle migliori tracce dei dischi dei produttori italiani
Ci sono svariati motivi per cui i producer album, che negli ultimi anni hanno preso sempre più piede nella scena con risultati più o meno riusciti, sono forse il prodotto più interessante del rap italiano. Da una perché per gli artisti sono una sorta di zona franca, un terreno di prova dove sperimentare cose che probabilmente in un proprio album non farebbero, dall’altra perché l’unica cosa che conta (o quasi) è la visione del produttore, che diventa una sorta di deus ex machina che con precisione chirurgia o follia eclettica assembla, scompone, taglia e cuce per creare un qualcosa che sia il più possibile inedito, sia a livello di beat che dal punto di vista delle collaborazioni.
Dal 2019 in poi (aka dall’uscita di Mattoni di Night Skinny, una sorta di turning point e uno dei pochi che ha davvero lasciato il segno imprimendo un primo e un dopo fotografando il meglio della scena italiana di quel momento storico), i producer album italiani sono aumentati in modo esponenziale. Ma non fatevi ingannare: in molti già prima della fine dei ’10 hanno proposto questa tipologia di progetto. Alcuni diventati dei veri e propri culti del rap italiano, altri passati sotto traccia ma meritevoli di essere scoperti. Ecco allora dieci perle nascoste dei producer album italiani che forse potreste esservi persi.
Una Minima, Fritz Da Cat ft. Fabri Fibra & DJ Inesha (1999)
Correva l’anno 1999, la fine del millennio era vicina, Fritz Da Cat pubblicava quello che sarebbe destinato a rimanere un culto del rap italiano e da lì a poco un giovane di Senigallia stava per manifestare la sua sindrome. In questa perla di Novecinquanta il sempre lungimirante Fibra sembrava già fare una profezia: “Qui da noi di recente in disco vanno solo androidi, meganoidi strafatti da steroidi ai deltoidi”.
Ghettoblaster, DJ Shocca ft. Stokka & MadBuddy, Dj Double S (2004)
Quando si parla di pietre miliari del rap italiano (e dei producer album italiani) non si può non citare 60 Hz di DJ Shocca. Cinquantasette minuti di puro hip hop. Tra sample, scratch, pilastri del genere (tra cui degli ancora non troppo conosciuti Club Dogo) e tracce che sono diventate leggenda. Una dichiarazione d’amore e di assoluta fedeltà a questa musica che Stokka & MadBuddy scrivono nero su bianco in quel pezzo immortale che è Ghettoblaster.
Con i soldi in testa, DJ Shocca ft. Marracash (2007)
Se sei fan del rap italiano allora non puoi non esserlo di Unlimited Struggle. Anche solo perché proprio in Struggle Music è contenuto uno dei brani più belli di Marracash, Con i soldi in testa, co-prodotto da DJ Shocca e Frank Siciliano. Citazioni da Roccia Music e da Falsi Leader dei Dogo e dialoghi interiori si inseriscono nel racconto di quella “giungla di cemento” che il King del rap ha sempre narrato come nessun altro. Da studiare nei libri di scuola.
Tutti i giorni, DJ Fede ft. Guè (2009)
Se nel 2007 Marra rappava “Una vita diversa riesci ad immaginarla?” due anni dopo Guè sembrava rispondergli sul beat di DJ Fede. “Io ti amavo e ti ho persa per colpa di tutta quanta sta merda che ho in testa. Una vita diversa non riesco a immaginarla, non riesco a dosarla”, dice Mr. Fini in uno dei pezzi che dimostrano quanto sotto quell’immagine di Italian Hustler ci sia (anche) un vero poeta di strada. Un pezzo da ascoltare Tutti i giorni.
Sopranos, Don Joe & Shablo ft. Egreen, Bassi Maestro & DJ Shocca (2011)
Ci ricordiamo tutti di quell’entrata leggendaria di Fibra che spaccava la base a suon di “Uno per i soldi, due per lo show, tre per il beat di Shablo e Don Joe” che apriva il (joint) producer album della terza testa del cerbero e del collega argentino. Ma Thori & Rocce è un disco davvero pieno di chicche tra cui Sopranos con Bassi Maestro, Egreen e gli scratch iconici di DJ Shocca.
Fuck Tomorrow, Night Skinny ft. Rkomi (2017)
Un sample storico di Illmatic per un pezzo che incoronava Rkomi come “il nuovo Nas italiano”. Un beat notturno, lunare e street allo stesso tempo, a mani basse tra i migliori mai prodotti da Night Skinny, che nell’allora giovanissimo rapper di Calvairate che incastrava parole con un flow particolarissimo aveva trovato la sua nuova linfa artistica. Un brano che urla riscatto da ogni parola. Fuck Tomorrow è storia di un ragazzo che aveva un sogno così grande da riempire una stanza che poi è diventata qualcosa di più.
Non a me, Drone126 ft. Ketama126, Gianni Bismark & Pretty Solero (2019)
Un disco che per quelli tra noi che sono usciti da 2019 ma da cui il 2019 non è mai davvero uscito è diventato un piccolo culto. Cuore Sangue Sentimento, il primo album di Drone126 è infatti una polaroid bruciata scattata tra sostante, sigarette e Peroni da 66, con una “Roma sfocata sotto la pioggia battente” – a fare da sfondo e che fotografa un momento musicale ben preciso e perfettamente cristallizzato nel tempo, nello spazio e pure nei nostri cuori.
Dio non è sordo, Mace ft. Jack The Smoker, Izi & Jake La Furia (2021)
Che Mace sia un vero visionario non è un segreto per nessuno, e con OBE ne abbiamo avuto la conferma definitiva. Come uno stregone il producer milanese ha mescolato gli ingredienti segreti per creare la sua pozione magica. Dio non è sordo, con un beat quasi mistico e sacrale, è senza dubbio la traccia più rap del disco dove per ovvie ragioni non poteva mancare Jack The Smoker.
Bracciali d’acciaio, Xqz ft. Massimo Pericolo & Disme (2022)
Un progetto che è già di per sé una piccola perla nascosta tra i producer album italiani. Se il nome di Xqz non vi è troppo familiare vi nominiamo giusto due pezzi per rinfrescarvi la memoria sul produttore di Varese: Sabbie d’oro e Cella senza cesso. Bracciali d’acciaio è una delle chicche del Menù fisso di Xqz e se quel “Per te metto X3 sopra Spotify” non vi ha fatto scendere almeno una lacrimuccia allora non siete veri fan di Massimo Pericolo.
Voilà, Deda ft. Ensi (2022)
Un disco passato forse troppo sotto traccia, ma il producer album di Deda è una festa in casa tra amici – nuovi e storici – che fanno quello che gli piace e lo fanno bene. Anche toccando territori ancora inesplorati. Come Ensi che in Voilà sputa barre su un beat in cui l’ex Sangue Misto tira fuori il suo lato Katzuma.