DJ Snake racconta “Nomad”: «Voglio usare la mia voce per chi non ce l’ha»
Dopo oltre dieci anni ai vertici delle classifiche mondiali e del circuito EDM, il producer franco-algerino è tornato con un nuovo attesissimo album. Siamo andati a Parigi per il suo launch event a farcelo spiegare meglio
DJ Snake
Aeroporto Le-Bourget, Hangar H4 titola l’invito del launch event di Nomad, il nuovo album di DJ Snake. Duemila fan circa si ritrovano in un giovedi sera ad aspettare la mezzanotte insieme al loro idolo, nella periferia nord della ville lumière. Periferia non troppo lontana dal sobborgo di Ermont, dove Snake è cresciuto e ha mosso i suoi primi passi come DJ hip hop in una Francia dei primi duemila elettrizzata da una delle scene rap più solide al mondo. La Haine, Dj Cut Killer: questi i punti di riferimento che hanno portato William a Snake e hanno costituito una solida fondazione per il colosso che è diventato oggi giorno.
DJ Snake: «Rimango sempre connesso all’underground»
“Rimango sempre connesso all’underground” ci ha detto prima dello show, “ma non sarò mai del tutto underground o del tutto commerciale”. Si definisce un “camaleonte” e questo, in a nutshell, rappresenta il fil rouge di tutto il suo percorso artistico. Dalla trap elettronica di Turn Down for What con Lil Jon e You Know You Like It alle vibes reggaetton di Taki Taki e Loco Contigo con J Balvin, passando per la soft-dancehall di Let Me Love You con Justin Bieber o la leggendaria Lean On in collaborazione con Major Lazer, DJ Snake ha sempre giocato secondo le sue regole. A metà tra hit da miliardi di stream e drop elettronici da rave, rimanendo stabilmente ai vertici in ogni campionato.
“Sai, sono un artista libero” rivela sereno e consapevole che questa è la chiave della sua longevità. Ed Il suo show non è da meno; anzi, è la chiara manifestazione della sua visione. Salito ai deck una mezz’ora prima della mezzanotte, dopo due incredibili set ad alta intensità di Akalex e Urumi, upcomers francesi della scena elettronica, Snake regala al suo pubblico di fedelissimi un’ora in cui bpm e generi musicali si alternano continuamente in un flusso di energia costante. Il soundsystem nell’Hangar combina drop gabber con riddim perreo, casse dritte techno a folli basslines dubstep. Un mix continuo di classici del suo catalogo, nuove release e remix da festival.
“Nomad” di DJ Snake tocca ogni angolo del mondo, dal baile funk al K-Pop
Probabilmente questo è stato il modo perfetto per celebrare l’uscita del suo nuovo disco Nomad. Un album che ha visto la luce a distanza di sei anni dall’iconico Carte Blanche e che, come ci ha spiegato, è il risultato di più di 300 tracce accumulate. Nomad è un disco articolato ed eterogeneo. 17 tracce che trascendono generi e lingue, toccando ogni angolo del mondo che ha musicalmente attratto il producer. Scorrendo la tracklist, l’ascoltatore intraprende un viaggio ritmico attraverso il baile funk brasiliano di KIKI2000, la street music mediorientale in Cairo Express, l’afrohouse in Company, il k-pop coreano con In The Dark, la dancehall giamaicana in Bam Bam (con il leggendario Damian Marley). E infine il reggaeton sudamericano, dove con il singolo Noventa il producer rinnova il fortunato sodalizio con J Balvin, regalando ai fan una traccia dal sapore old school degna delle feste underground portoricane dei late 90s.
“Oggi i ragazzi impazziscono per la musica brasiliana su TikTok e vedono serie tv coreane su Netflix e questo è fantastico” ci spiega. Secondo Snake, il mainstream occidentale sta rallentando. Il pubblico si sta iniziando a stufare delle solite soluzione proposte e riproposte ed in questo contesto, le scene globali offrono nuove energie e nuovi sound innovativi che per il producer “spaccano proprio perché rimangono autentiche e non cercano di copiare altro”.
Un tributo al passato
Nomad quindi emerge come un lavoro all’insegna dell’ibridazione culturale e dell’esplorazione di nuove frontiere musicali che risuona perfettamente con il suo vissuto personale. “Sono cresciuto circondato da persone provenienti dall’India, dai Caraibi, dall’Africa e dal Medio Oriente. Quel mix ha plasmato tutto ciò che ho ascoltato. Nomad è un tributo al mio passato, sempre in movimento, sempre ad imparare, sempre a fondere ciò che il mondo ha da offrire” ha spiegato DJ Snake rispetto a questa release. E ha anche ribadito come ogni collaborazione ed ogni esperimento presente nel disco nasca da un contatto genuino con le diverse scene che è andato ad intercettare. Infatti ha ribadito di voler “studiare e comprendere i codici“ delle diverse culture per portarle nel suo mondo sempre con “rispetto ed autenticità”.
Accanto a questa incredibile operazione di ricerca, non mancano tuttavia i pilastri fondamentali del suo percorso artistico: elettronica ed hip hop. Rispetto alla prima, i fan del sound design acido e dei drop dubstep hanno già avuto modo di innamorarsi di Bring The House Down con Dillon Francis e TRXGGX, mentre gli amanti della cassa dritta impazziranno per Final Fantasy, dalle sonorità più gabber e techno, che segna il debutto del suo nuovo side-project The Outlaw. Per quanto riguarda l’hip hop invece, con la release dell’album Snake ha svelato l’attesa collaborazione con Future e Travis Scott nella traccia Tsunami, che va ad aggiungersi a Something Wrong con Don Toliver, singolo dalle atmosfere sexy drill uscita ad agosto, e Patience, brano dai ritmi drill basato sull’iconica Sabali di Amadou & Mariam.
“Nomad” di DJ Snake è la dimostrazione che la musica trova forza nel movimento
E il toccante video di questa traccia, che racconta le realtà migratorie dell’Africa Sub-sahariana, ci svela qualcosa rispetto a chi è DJ Snake e quello che si augura di fare con la musica. “Io voglio usare la mia voce per chi non ce l’ha”, ha detto, nel tentativo di restituire una narrazione umana e profonda rispetto ad un argomento, l’immigrazione, trattato nel dibattito pubblico come se i soggetti coinvolti fossero solamente “numeri di qualche statistica”.
Forse è proprio questo il messaggio di Nomad: che la musica, come la vita, trova la sua forza nel movimento. E DJ Snake, con il suo percorso instancabile tra generi, culture e lingue, ne è la prova vivente. In un’epoca in cui la musica tende a uniformarsi, Nomad ricorda che la vera innovazione nasce dal viaggio, dall’ascolto e dalla contaminazione. DJ Snake continua a muoversi senza confini, portando con sé suoni, volti e storie che attraversano il mondo e lo rendono, ogni volta, un po’ più vicino.
Articolo di Laden P
