Il giustificato ottimismo di Dua Lipa: la recensione del nuovo album
Oggi esce Radical Optimism, l’atteso terzo album che anche grazie alla presenza di grandi talenti come Danny L Harle e Kevin Parker fa diventare la popstar un’artista completa e pronta per la dimensione live con nuove sfaccettature
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel febbraio del 2018 quando intervistata dal nostro Federico Durante, Dua Lipa – allora giovane ragazza anglo kosovara sulla rampa di lancio globale – commentava con le parole “mi sento fortunata”, il fatto di sentire una sua canzone, Used To You cantata da Annalisa con il titolo Potrei Abituarmi. Sei anni dopo stiamo parlando della prima artista donna ad avere quattro canzoni con oltre due miliardi di stream su Spotify (One Kiss, Don’t Start Now, New Rules e Levitating), oltre ad aver collezionato più di 280 Dischi di Platino a livello mondiale in un tempo così breve, in cui però di album in studio Dua Lipa ne ha fatti uscire veramente pochi. Tre, dall’omonimo debutto, passando per Future Nostalgia del 2020 (non contiamo la sua versione clubbing) e ora Dua Lipa pubblica Radical Optimism, sempre per la Warner Music come i precedenti.
Un disco concepito per essere suonato dal vivo
«Il caos ci circonda e mentre stavo provando a costruire questo album ho cercato di essere autenticamente onesta. E per farlo ci vuole anche ottimismo», ha dichiarato Dua Lipa al nostro collega USA Tetris Kelly a proposito di Radical Optimism, aggiungendo un dettaglio che fa molto capire il tipo di disco assemblato. «Ho preparato il disco ripensando a tutta la musica fantastica che ho sentito sin da quando ero piccola. Dai Massive Attack, Primal Scream, agli Oasis. Dopo il lungo tour che avevo fatto prima di cominciare a lavorare a questo nuovo album, ho pensato che le nuove canzoni dovevano essere concepite per suonare bene anche con una band dal vivo».
E questo è assolutamente chiaro ascoltando le canzoni molto suonate, peraltro con musicisti di grande spessore come Kevin Parker, líder máximo dei Tame Impala, Andrew Wyatt, super chitarrista newyorkese che ha lavorato spesso con Liam Gallagher e che abbiamo visto al fianco di Mark Ronson per la colonna sonora di Barbie. Ci sono inoltre Tobias Jesso Jr. e Danny L Harle (fautore con A.G Cook della scuola PC Music ma anche figlio di John Harle, celebre sassofonista e compositore contemporaneo), che dopo aver costruito gli ultimi successi di Caroline Polachek si è diretto verso un’altra icona femminile del pop contemporaneo con Dua Lipa. Infine segnaliamo la norvegese Caroline Ailin e c’è anche un piccolo pezzo d’Italia nel disco, con la ingegnera del suono Daniela Sicilia che ha già lavorato anche con Paolo Nutini e proprio con i Tame Impala.
L’amore in tutte le sue sfaccettature
Il disco si apre con la sognante ma ritmica ed estiva End on an Era, e già da questa canzone di capisce che Radical Optimism è un album che nei testi parla quasi ed esclusivamente di amore, nelle sue diverse accezioni. Come pura euforia e desiderio (Training Season), vissuto con la consapevolezza di una fine imminente (These Walls) o di svignarsela in fretta (French Exit), sentito come puro flirtaggio (End of an Era).
Dopo i due singoli che già conosciamo arriva These Walls, sembra anche un brano anni ’80 dei Fleetwood Mac, una delle canzoni più eleganti del disco e che si appiccica alla memoria con leggerezza che hanno le pop song più autentiche. Whatcha Doing è un funk diritto e semplicissimo nella struttura, anche se non è un sound inedito per Dua Lipa, che s’avvicina nel mood a Don’t Stop Me Now. Illusion è un altro brano da ballare, con la sua base house e il basso ancora molto funk. Falling Forever ha il passo rapido del galoppo e Dua sembra voler giocare a fare Lady Gaga.
“Radical Optimism” è l’album della maturità di Dua Lipa
«Il disco nel suo insieme è più maturo. Sinceramente, penso di non essere la stessa persona che ero quando ho scritto il primo album. Mi sono evoluta e ho imparato molte cose. Ho pensieri, desideri, bisogni e visioni diverse», ha affermato Dua Lipa nella presentazione di Radical Optimism. Ed è effettivamente così. Dopo la calma a metà di Anything for Love, quasi una bagatella con ancora un tocco seventies, ecco il gioiellino dance del nuovo disco: Maria, brano che ricorda vagamente The Time Is Now dei Moloko. I beats leggermente acid e la chitarra leggermente flamenco s’intreccia perfettamente con la produzione house molto anni ’90 di Danny L Harle. In definitiva, Radical Optimism è l’album della completa maturità artistica di Dua Lipa.