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Elisa per tutti, tutti per Elisa: San Siro è stata la festa della sua carriera

La cantautrice si è esibita per tre ore, attraversando tutte le sue ere. Uno show all’insegna della sostenibilità durante il quale è stata anche una perfetta padrona di casa con i numerosi ospiti: Jova, Cremonini, Giorgia, Ligabue, Giuliano Sangiorgi e Dardust

  • Il19 Giugno 2025
Elisa per tutti, tutti per Elisa: San Siro è stata la festa della sua carriera

Foto di Giulia Parmigiani

Quando Elisa dà il via allo spettacolo c’è ancora il sole, sono le 20:30 e alcuni fan ancora stanno prendendo posto sugli spalti di San Siro. Tutto inizia in perfetto orario perché la serata sarà lunga e ricca di momenti e ospiti. Per la cantautrice è la prima volta da sola nello stadio milanese. Per renderlo un po’ più casa sua ha allestito un palco floreale che la avvolge insieme alla sua band. Sono seguite tre ore in cui tutta la sua carriera è come se le passasse davanti. Attraverso la voce e le dita che a fasi alterne scorrevano sulla chitarra.

«Ho avuto molta paura di questo giorno, ma ora sono in paradiso» dirà sul finale del concerto. L’apoteosi finale dello show, quando gli ospiti sembravano non finire mai, è arrivata dopo un lungo viaggio. Un viaggio durante il quale Elisa è stata una vera padrona di casa. Le corse lungo la passerella subito dopo le esibizioni con Giuliano Sangiorgi, Jovanotti, Cesare Cremonini e Giorgia sono state un leitmotiv anche divertente.

Foto di Giulia Parmigiani

La cantante ha scelto di cominciare con la chitarra, lasciando spazio alle sue canzoni in inglese. Dopo l’apertura strumentale in compagnia anche di Okgiorgio, Labyrinth, Rainbow e il classico Broken hanno trasportato il pubblico a inizio anni Duemila. Ma è stato con la prima canzone italiana che lei e i fan si sono sciolti definitivamente. Una poesia anche per te è stato il vero incipit. Sentire tutto lo stadio intonarla dev’essere stata un’emozione tanto grande per lei, quanto per gli spettatori che si sono ritrovati a condividere il primo di tanti momenti di canto comune. Elisa si libra nel suo kimono in seta Ahimsa, realizzato senza violenza sui bachi da seta. E questo è solo uno dei diversi dettagli che hanno reso il concerto di San Siro un evento quanto più possibile sostenibile.

Dagli outfit – il secondo abito indossato per esempio è realizzato con materiali di recupero come tovaglie, centrini e tessuti dimenticati, lavorati a mano – fino ovviamente all’impatto ambientale di trasporti ed emissioni. L’artista lascia anche in eredità Plantasia – Parco Sonor. Un’area verde recuperata con fitobonifica, che diventerà il primo parco sonoro della città, in cui natura e musica convivono.

Lo spettacolo

Il concept che Elisa ha ideato per la sua prima volta a San Siro affonda le radici sul suo legame con la natura. Lo studio Ombra ha dato vita a un palco in cui la tecnologia sembrava trovare, seppur in modo “costruito”, un legame con l’elemento naturale. La connessione tra il pubblico e la cantautrice, invece, oltre alle canzoni, l’hanno garantita i laser appesi tra il parterre e il prato gold. Giocando con i colori, i fan entravano nel mondo del brano o più in generale dell’”era” nel quale Elisa li stava trasportando.

La prima sezione del concerto si è chiusa con l’esplosione di Stay e le emozioni di Eppure sentire, dopodiché c’è stato lo spazio dedicato all’interludio con il canto maori di Nauria. La Terra torna protagonista: «Siamo tutti uno» è il messaggio che compare sui LED. Sarà il primo della serata, il secondo è un enorme FREE GAZA poco prima del finale con Ligabue.

Se la prima parte del concerto è dedicata alla discografia meno recente e alle cover oramai celebri di Almeno tu nell’universo e Hallelujah, il live ha iniziato definitivamente a prendere ritmo con l’ingresso sul palco di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Ti vorrei sollevare è stato uno dei momenti culmine. Come si è capito nell’ora e mezza successiva, una delle forze di Elisa è quella di riuscire a collaborare con chiunque senza snaturarsi. Senza risultare fuori luogo. Per questo motivo funziona un brano più sentimentale come l’evergreen Gli ostacoli del cuore con Liga, lasciato come epilogo insieme ad A modo tuo. Così come la ballata con Dardust Se piovesse il tuo nome e i ritmi forsennati di Palla al centro e Nonostante tutto con Jovanotti e Cesare Cremonini.

Tra le varie fasi del concerto, a stupire in positivo, c’è stata anche quella più rock. Caratterizzata dal medley composto da A tempo perso, It Is What It Is, Cure Me e Neon, si è chiusa con l’ultimo singolo pop-rock Sesso debole. Meno integrata con il mood dello spettacolo è sembrata la trovata di posizionare sullo sfondo la pedana e gli skater. Da un lato a livello di concept, dall’altro per la scarsa visibilità. Posizionati sul retro dal parterre era davvero complicato apprezzarli a pieno. È l’ennesima dimostrazione che Elisa sa e può fare qualsiasi cosa.

Tutti per Elisa a San Siro

È inutile dire che il concerto a San Siro di Elisa avrebbe avuto un sapore molto diverso senza i numerosi ospiti che si sono susseguiti sul palco. Una sorta di nazionale cantanti che si è data il cambio per oltre un’ora e mezza per omaggiarla. Perché pensando alla sua carriera, questo San Siro sembra quasi essere arrivato un pelino in ritardo. Ma l’attesa ne è valsa la pena. Oltre agli già citati momenti con Ligabue e Sangiorgi, quanto accaduto nel mezzo è stato qualcosa di toccante e raramente ripetibile. Giorgia, con cui Elisa ha cantato il brano sanremese LA CURA PER ME e Together, è l’amica che ti tira su di morale. Quella che fa partire la festa e che si rotola sul palco a fine esibizione. La loro energia è impagabile e trascina come un tornado tutto il pubblico.

La sezione più importante per il peso emotivo è stata però quella che ha visto sul palco l’inedito trio Elisa-Jovanotti-Cremonini. Cesare, reduce da due San Siro sold out (qui il report del suo concerto), vestito di tutto puntosi è seduto al pianoforte e da bravo cerimoniere ha prima suonato Le tasche piene di sassi e poi la sua Poetica. Ascoltare le tre voci unirsi nel ritornello è stato da brividi, così come vedere Lorenzo ed Elisa abbracciarsi quando il brano lo suggeriva. È stato uno spot per il cantautorato italiano. Per tutto quel movimento nato negli anni Novanta e che, a distanza di trent’anni continua a essere un punto di riferimento per il panorama musicale italiano.

Tutto ciò che è stato, che è e che sarà, passa dalle loro canzoni e da quelle degli altri ospiti che hanno calcato il palco ieri. «Ti meriti tutto questo e molto di più» è la frase che ripetono tutti a Elisa mentre il suo sorriso e il suo sguardo sono una via di mezzo tra l’incredulità e la felicità assoluta. Sì, è stata la sua festa.

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