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Ensi e Nerone, quei bravi ragazzi stanno bene. L’intervista

Il rap che non è ritornato perché da qui non si è mai mosso, le feste a Palermo a cui partecipare almeno una volta nella vita, l’insostenibile pesantezza dell’hype. “Brava Gente”, il nuovo joint album dei due rapper, è il miglior omaggio alla cultura hip hop

Autore Greta Valicenti
  • Il3 Giugno 2023
Ensi e Nerone, quei bravi ragazzi stanno bene. L’intervista

Ensi e Nerone, foto di Andrea Barchi

Chi sono Ensi e Nerone Quando nessuno guarda? La risposta è semplice: quello che sono quando tutti li guardano. Su un palco, allo storico muretto a fare freestyle come se il tempo non fosse mai passato, seduti su una poltrona di un locale diventato uno degli hotspot del rap a Milano per presentare il loro primo joint album, Brava Gente, pubblicato ieri. Ensi e Nerone, infatti, sono così come li vedi: sinceri, schietti, divertenti quando c’è da esserlo e autorevoli quando si parla della doppia H. Che per loro è da sempre una cosa seria.

Ma soprattutto consapevoli che quello che stanno offrendo in un ristorante affollato in cui i clienti distratti credono di consumare prodotti rap non certificati che altro non sono che junk food, è un lauto piatto rap tutto made in Italy. La materia prima scelta? Barre, incastri, rime doppie e triple, una brigata di altissima qualità (tra cui Salmo, Fabri Fibra, Jake La Furia, Gemitaiz, Nitro e Speranza) salita a bordo in nome della stima e del rispetto reciproco, senza pensare all’insostenibile pesantezza dell’hype.

Una portata gourmet che rende onore come si deve alla sacra arte dell’hip hop. Come – del resto – qualsiasi album che i due hanno pubblicato nel corso della loro carriera. E il tempo non li ha scalfiti né infiacchiti minimamente. Quei bravi ragazzi stanno bene, anzi, benissimo. E oggi sono più in forma che mai.

L’intervista a Ensi e Nerone

Come siete arrivati a questo disco?
Ensi: Intanto partendo dal presupposto che io e lui siamo veramente amici, negli ultimi anni è la persona che ho frequentato di più tra tutti quelli che fanno rap.

Nerone: Sono anche quello che se l’è sempre menata di meno a salire su un furgone e andare a Torino, Padova, ovunque. Mi piace, mi diverto, e quando mi sposto con lui è come se mi spostassi con la famiglia. Tutto è nato perché quest’anno ci hanno chiamato nei dischi qua e là e spesso eravamo in coppia in coppia. Dani Faiv, Shocca… Poi alcuni lo sapevano già perché li avevamo già avvisati del fatto che stessimo facendo un disco assieme. La roba poi parte da Shocca, siamo andati in studio da lui  e abbiamo fatto questa roba insieme partendo da zero, solo con la base che girava. Le strofe si sono incrociate e ha gasato subito anche Shocca. Siamo tornati a casa col provino e gli amici che hanno ascoltato ci hanno detto “che cosa state aspettando?!”

Ensi: Il momento poi era abbastanza maturo, io e lui ne avevamo già parlato da tempo. Se lo guardi ti rendi conto perfettamente che non è un’operazione discografica, nessuno ci ha detto “fate questo disco perché puntiamo su di voi come coppia”. L’abbiamo fatto perché ci gasa. Noi siamo veramente due amici che hanno tante cose in comune a livello di background legata al rap, però hanno anche tante cose diverse. Ad esempio, io sono di un’altra città, di un’altra generazione, comunque ci passiamo cinque anni. Poi mi rendo conto che la mia timeline sembra molto più lunga perché quando la gente ha iniziato a sentir parlare di me per la prima volta ero davvero molto piccolo.

Beh sei proprio il classico middle child.
Ensi: Esattamente, J. Cole quella roba l’ha scritta nella roccia. Forse posso sembrare uno zio, ma in realtà sono un fratello maggiore. Io mi passavo quasi una decade con quella generazione con la quale avevo a che fare in quel momento. Sicuramente sono visto come parte di una generazione in più rispetto a quella di Max, perché effettivamente anche discograficamente ci sono da molto più tempo. Il mio primo disco è uscito nel 2004.

Nerone: Beh la generazione di Jari spaccava, avevano tutti un posto ben consolidato nel rap. Erano i nostri riferimenti. Io non potevo ispirarmi a Marra, era troppo più avanti con gli anni. Uno che per me è stato importantissimo è Emis, io e lui ci passiamo solo due anni. Andavamo al muretto insieme, lo conosco da una vita.

Ensi: A me piace pensare che  quando arrivi ad essere longevo e riesci a durare nel tempo, allora puoi dimostrare realmente quanto vali. E lo stiamo vedendo. Marra ha sempre fatto degli ottimi dischi con ottimi risultati però, il pubblico sembra essersene accorto solo tre anni fa.

Nerone: E tutti comunque raccontano ancora di come se la sono passata. Tu dal primo disco coi One Mic fino a questo con me racconti tanto di te. Noi siamo cresciuti con Jari ma anche Jari è cresciuto con noi. È passato a parlare degli sbattimenti che aveva a 20 anni a quanto è fiero di avere un figlio in braccio. La roba sta nelle rime, sono quelle che crescono con noi. Se le generazioni si sono affezionate a noi è perché ci percepiscono come degli amici.

Qual è l’età media delle persone che vi seguono?
Ensi: Ai miei live sono felice di vedere molte facce di ventenni o poco più, ma vedo anche tante belle barbe bianche con bei figli a carico. Essere transgenerazionale è una cosa che mi piace tantissimo. Anni fa molti si avvicinavano anche solo perché mi vedevano in televisione e per me quel periodo è stato anche poco chiaro perché avevo un pubblico veramente vasto. Però poi quelli che sono rimasti li ho visti crescere, li conosco, alcuni hanno addirittura chiamato i figli con il mio nome. Questa cosa per me è pazzesca.

Avete citato prima DJ Shocca, che è uscito negli scorsi giorni con un disco super old school. Qualche mese fa mi aveva detto che se avesse percepito un ritorno dell’amore per un certo tipo di suono, allora non avrebbe escluso l’ipotesi di tornare con un producer album. Voi questo amore lo state percependo?
Nerone: Io lo vedo nei giovani. Prendi ad esempio Verano. Un ragazzo della Sardegna che è andato a Londra, polistrumentista, potrebbe fare davvero tutta la musica che vuole eppure fa dei beat clamorosi che riportano a quelle sonorità.

E invece nel pubblico lo vedete?
Ensi: No, infatti per me questa è una grande bolla. La gente lamenta sempre una mancanza di quello che vorrebbe. Sta roba c’è sempre stata, io ho sempre ricoperto questo ruolo. Quando il rap doveva essere tutto trap, io ho fatto V. Di che ritorno parliamo? Noi siamo sempre stati qui, mi chiedo dove stavano gli altri. I dischi li abbiamo sempre fatti così, anche in Brava Gente il rap è l’headquarter. Poi può essere un po’ più classico o un po’ più nuovo, un po’ più catchy o un po’ più profondo. Però di base ci siamo io e lui che facciamo barre e incastriamo le parole. Quello è fare rap, punto.

Se questo amore ci fosse davvero, in Italia una realtà rivoluzionaria come Griselda sarebbe presa come esempio anche ad alti livelli discografici. Quella cosa occupa il ruolo che deve occupare solo in America, dove la cultura è molto più radicata e la gente le attribuisce un significato diverso.

Nerone: Io credo che questo sia un periodo storico in cui la gente guarda dove indica il dito. Nel rap ci sono sempre delle cose nuove, il problema è che si insegue troppo il fenomeno del momento. Secondo me non è che torna il rap, è che l’occhio di bue continua a spostarsi.

Però voi dal rap non vi schiodate. In Brava Gente infatti c’è anche una posse track con Jake La Furia, Fabri Fibra, Nitro e Gemitaiz.
Nerone: Prima volta di Ensi e Fabri Fibra sulla stessa traccia. Se sei un fan del rap italiano questa cosa è tipo la Cometa di Halley.

Ensi: Oh yes. Questa è una cosa che mi hanno sempre chiesto, ma non c’era mai stata occasione. È la prima volta anche con Nitro, ma siamo talmente tutti amici che non ci avevamo nemmeno pensato a questa cosa.

E il concept del ristorante come vi è venuto in mente?
Ensi: Questa è stata veramente una hit assurda. Io e Max potremmo scrivere una stagione dei Griffin, è una delle persone più vulcaniche che conosca. Brava Gente è un album in cui questo nostro lato comico non c’è, e allora gli ho detto “Senti, ma visto che il 90% del tempo che passiamo insieme lo trascorriamo a fare musica, farci le canne e ridere come pazzi, sfruttiamo questa cosa in maniera creativa”. E quindi abbiamo trovato questa chiave con il nostro team.

Nerone: Il discorso di aver fatto questo capitolo e non averlo ancora chiuso mi fa volare. Shade ha doppiato tutto, noi gli abbiamo detto “Ma se anche dopo che è uscito il disco andiamo avanti con questa cosa del ristorante sei dei nostri?” e lui si è gasato subito. Non abbiamo pensato a niente, non c’è sponsor, è tutto amatoriale.

Ensi: Esatto, per entrambi è una parentesi bellissima, e abbiamo creato un bellissimo precedente per cui se domani vogliamo riaccendere questa cosa lo possiamo fare tranquillamente.

Per altro tu Ensi hai dei progetti in parallelo, ad esempio la trilogia di Oggi e Domani e Juicy Music. Anche Brava Gente rientra in quest’ultima realtà?
Ensi: Assolutamente, è parte integrante della produzione. Ogni progetto che esce firmato a mio nome ha a che fare con Juicy Music che è un percorso che ho aperto da un po’, con cui mi sto togliendo davvero tante soddisfazioni e che mi sta facendo venire anche tanti capelli bianchi perché ci sbattiamo come dei pazzi per fare quello che vogliamo fare! L’altro giorno sull’account Twitter che poi mi hanno chiuso avevo scritto che aspettavo con ansia tutti quelli che avrebbero gridato al miracolo per il disco di Aminé e KAYTRANADA dicendo che in Italia manca quel sound quando qui c’è Juicy Music e i ragazzi a Palermo stanno facendo delle cose incredibili.

Nerone: Ma tu sei mai stata a una festa rap giù a Palermo?

Purtroppo non ancora…
Nerone: Sembra di stare in un video di YG. I dj hanno la selecta perfetta, ci sono le tipe che ti fanno le treccine. Sembra di essere davvero nella West Coast.

Ensi: Palermo spacca, infatti coi ragazzi stiamo coltivando tantissime cose che bollono in pentola. E lo stiamo facendo tutto da indipendenti. Siamo usciti recentemente con il disco di Louis Dee e siamo davvero contenti delle cose che stanno venendo fuori, anche scontrandoci con alcune dinamiche di mercato.

Di cui mi sembra vi freghi veramente ben poco!
Nerone: Ma prendi anche solo come esempio la posse. Hai Jake La Furia, Fabri Fibra, Nitro e Gemitaiz che vogliono cavalcare il tuo progetto. Tu invece che spalmarli sulle varie tracce che fai? Lì metti tutti insieme? Cioè devi essere proprio scemo. E invece a noi non frega un cazzo, con quella traccia ti radiamo al suolo la casa. Non ci interessa stare qui a fare le economie.

Nel disco ci sono anche dei pezzi love. Anche i più duri hanno un cuore quindi?
Nerone: Assolutamente, anzi, i più duri sono quelli che hanno più cuore di tutti. Per me tendenzialmente scrivere d’amore è una merda, non sono mai stato bravo in amore e quindi faccio fatica anche a descriverlo. Ensi è molto più bravo di me a farlo.

Ensi: Io ne ho fatti un sacco, e credo che i miei pezzi migliori siano proprio quelli dove vado a scavare da quelle parti. Effettivamente quando non vai a ragionare sulle sfumature la creatività sboccia. Io quando mi apro lo faccio sempre sul serio. Anche analizzando i miei pezzi più ascoltati sono quelli più profondi. In questo disco questa roba c’è un po’ di meno perché è un disco di coppia, e non essendo da soli scavarsi dentro è più difficile. In Brava Gente il nostro intento era principalmente rendere giustizia all’arte di fare rap.

Nerone: Se ci chiudete in Norvegia per tre mesi col buoi ti giuro che vi facciamo il disco triste della vita!

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