Per Fabri Fibra il rap è ancora messaggio e emozioni
Ieri sera il rapper si è esibito per la prima volta al Circo Massimo. Tra gli ospiti anche Tredici Pietro e Tommaso Paradiso

Fabri Fibra al Circo Massimo
Si respirava l’atmosfera del grande evento ieri sera al Circo Massimo, dove, dopo la data zero di Trento, è preso il via ufficialmente il Festival Tour 2025 di Fabri Fibra. Una serie di appuntamenti che porteranno il rapper in tour in tutta Italia durante l’estate, con il gran finale all’Unipol Forum di Milano, dove sono previste due date il 30 settembre e il 1° ottobre. Il tour rappresenta un’occasione ghiotta per riascoltare dal vivo tutte le hit più celebri della carriera del Fibroga, insieme ai brani del nuovo album Mentre Los Angeles Brucia, che si trova ai vertici delle classifiche di vendita e che ci ha raccontato nella nostra intervista.
Fabri Fibra, l’anello di congiunzione tra la golden age e la nuova era del rap
Fabri Fibra è considerato l’anello di congiunzione tra la golden age e la nuova era del rap in Italia. Merito della schiettezza dei suoi testi e della capacità di tradurre in rime icastiche la complessità, le contraddizioni e la brutalità della vita quotidiana. Il rapper di Senigallia, dopo aver pubblicato dieci album, collezionato dischi di platino e venduto oltre un milione di copie, ha dimostrato nel recente Mentre Los Angeles Brucia di avere ancora molto da dire e da dare alla scena hip hop. Fibra, oltre a una tecnica prodigiosa e una sincerità artistica rara nella scena rap, ha sempre avuto uno spiccato gusto per l’iperbole e per la provocazione, attirandosi per questo veementi critiche per le sue canzoni.
In realtà si sono spesso fraintesi i testi di Fibra, nei quali si descrivono in modo crudo e diretto gli aspetti meno edificanti della società contemporanea proprio per mettere in guardia i più giovani. Il nocciolo duro del suo pubblico, che in realtà va dai teenager fino ai cinquantenni cresciuti ascoltando Neffa e i Sangue Misto. I brani del rapper di Senigallia sono oggi meno duri e arrabbiati rispetto a quelli dei tempi di Mr.Simpatia, guadagnando però in saggezza e profondità narrativa. Ne è un esempio il toccante brano Figlio, contenuto nell’ultimo album, in cui Fabrizio consiglia paternamente: «Al figlio che mai avrò, tieniti lontano dall’alcol. Ti renderà più lento e stupido come me in questo momento».
L’inizio del concerto di Fabri Fibra al Circo Massimo
L’inizio del concerto è tutto incentrato sul nuovo album. Dall’iniziale L’avvelenata(Pretesto), emozionante dialogo tra la voce registrata di Francesco Guccini e l’invettiva rap di Fibra sulla discografia attuale. Fino alla corrosiva Stupidi con ospiti i giovani talenti Papa V e Nerissima Serpe. In mezzo troviamo La fine del mondo e Mille Volte, entrambi pubblicati come bonus track di Mentre Los Angeles Brucia. I recenti brani Tutti pazzi, Salsa piccante e Sbang, a giudicare dall’accoglienza del pubblico del Circo Massimo, sono già entrati nei cuori dei fan.
Fibra (tutto vestito di nero con una t-shirt con la scritta “Mentre Roma brucia”) appare subito in gran forma, ben supportato sia nelle basi che nelle doppie da Dj Double S. Semplice, ma suggestiva, la scenografia, con una gigantesca console a forma di audiocassetta bianca con la scritta Fabri Fibra. Si torna indietro nel tempo con la hit In Italia, perfetta sintesi tra rap, pop e denuncia sociale, e i ritmi in levare de E la pula bussò e Demo nello stereo, impreziosito dallo scratch di Dj Double S. «Siamo partiti un po’arrabbiatelli, vero?», scherza Fibra col pubblico, che gli dedica un lungo coro.
Tra gli ospiti Tommaso Paradiso e Tredici Pietro
Il rapper di Senigallia, più sorridente e “preso bene” del solito, ha scelto di inserire ben 32 brani in scaletta, tagliandoli spesso dopo il primo ritornello. Un modo per accontentare i fan con tutte le sue (numerose) hit e per non abbassare mai l’adrenalina del concerto, che non ha mai un attimo di pausa. Fenomeno, dal vivo, si conferma uno dei brani più irresistibili del suo repertorio, trasformando il Circo Massimo in una grande discoteca all’aperto. Arriva l’ospite più atteso della serata, Tommaso Paradiso (che entra con un gin tonic in mano), a cui è affidato l’inciso della coinvolgente Pamplona, uno dei tormentoni dell’estate 2017. «Bene, questa la sapevate, vediamo se conoscete anche questa…», chiede Fibra.
Ovviamente tutti i presenti conoscono a memoria anche Propaganda, uno dei brani più politici e ironici degli ultimi anni, ma anche la recente Che gusto c’è con la partecipazione di Tredici Pietro. Arriva il momento tanto atteso di Mr.Simpatia, di cui vengono riproposte Venerdì diciassette, Rap in vena, Non crollo e Non fare la puttana. Un omaggio di Fabrizio ai suoi fan di lunga data.
Ciò che colpisce di più di Fibra dal vivo è la capacità di snocciolare ritmicamente rime funamboliche e irresistibili punchline, scandendo perfettamente ogni singola sillaba. Una qualità rara nei trapper di oggi. La terza parte dello show è una carrellata di successi, di balli e di emozioni. Dalla giocosa Vip in trip al brano-manifesto Applausi per Fibra, dalla disillusa La soluzione alla romantica Stavo pensando a te. «Quando è uscito Turbe Giovanili non esistevano nemmeno i live rap, non potete capire che soddisfazione mi dà cantare oggi queste canzoni in un posto come il Circo Massimo», afferma con gratitudine il rapper prima di interpretare Dalla A alla Zeta e Mi stai sul c***o, brani decisamente poco commerciali.
La chiusura di Fabri Fibra al Circo Massimo con “Verso altri lidi”
Verso altri lidi chiude il concerto, prima dei bis di Tranne te e Luna piena, anche quest’ultima tratta dall’album d’esordio Turbe Giovanili. Mentre buona parte dei rapper italiani di oggi si alimentano di like, di brand del lusso e di collaborazioni forzate, Fabri Fibra ha dimostrato ieri sera che il rap è soprattutto messaggio, narrazione, riflessioni, emozioni, flow e tecnica. Ingredienti che funzionano sempre, sia ai tempi di Turbe Giovanili e Mr.Simpatia che nella società di oggi, distratta, nichilista e ripiegata su se stessa, per la quale l’arte della parola di Fibra è sempre un rifugio sicuro.