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Per Fabri Fibra l’arte del videoclip è ancora centrale

I video ufficiali di “Che gusto c’è” e “Stupidi” rimettono al centro l’importanza del racconto, di un concept ben definito, dei guest inaspettati e della morale della storia, diventando quasi dei corti cinematografici

  • Il16 Giugno 2025
Per Fabri Fibra l’arte del videoclip è ancora centrale

Fabri Fibra

Per una generazione cresciuta a merendine e MTV, i videoclip sono stati probabilmente il canale di accesso più immediato alla musica. Chi di noi non è rimasto affascinato da un brano perché profondamente colpito dalle immagini che il video restituiva o non ricorda i pomeriggi passati incollati davanti alla tv o YouTube imparando a memoria coreografie, dialoghi o – semplicemente – dando uno scenario visivo a ciò che ascoltavamo nei lettori MP3? A fare scuola, ovviamente, gli artisti americani, sempre un passo avanti quando si tratta di progettualità ad altissimo budget. Oggi in Italia abbiamo videoclip bellissimi (basti pensare a nomi come Mahmood o Marracash), ma in pochi hanno un approccio quasi cinematografico come Fabri Fibra, che da sempre ha fatto del videoclip uno dei suoi core.

I recenti video ufficiali di Che gusto c’è con Tredici Pietro e Stupidi con Papa V e Nerissima Serpe – entrambi diretti da Cosimo Alemà e che anticipano la pubblicazione del suo nuovo album, Mentre Los Angeles Brucia, in uscita questo venerdì – ne sono la dimostrazione. Quelli di Fabri Fibra sono videoclip pieni di idee, personaggi, riferimenti, guest inaspettati che fanno parte del mondo musicale ma anche dell’immaginario pop italiano (tra cui Wad, Alessandro Cattelan, Alessandro Borghese, Rose Villain e Gianluca Gazzoli), con concept ben definiti e una narrazione che completa o addirittura va al di là del significato stesso della canzone che accompagna, diventando un ulteriore elemento di comprensione e complessità. E infine, ovviamente, una scena che diventa la vera chiave di lettura di tutto il video.

Il video di “Che gusto c’è” di Fabri Fibra con Tredici Pietro

In Che gusto c’è, la “morale” della storia è infatti nell’incontro generazionale finale tra Fibra – artista all’apice del suo successo, diviso tra ristoranti di lusso, una vita piena di cose materiali che però non colmano i vuoti, donne bellissime, yes man, contratti milionari e interviste in cui gli si chiede come si fa a rimanere rilevanti nel game anche dopo tanti anni -, e un giovane Pietro impegnato come lavapiatti e aiuto cuoco che entra perfettamente nel personaggio, impersonificando la rabbia e le frustrazioni di una generazione in bilico tra sogni e realtà per cui la precarietà sembra l’unico futuro possibile.

In un costante dualismo tra vita vera e apparenza, i due si incrociano su una terrazza panoramica del centro di Milano e i loro sguardi valgono più di mille parole: nell’artista bolognese – quasi rassegnato a una vita con un lavoro che non rispecchia ciò che vorrebbe – il rapper marchigiano sembra infatti rivedere il sé del passato, quello dei tempi di Turbe giovanili e Mr. Simpatia, quando il rap non era ancora la via per la ricchezza e Fibra faceva proprio il lavapiatti, come svela nella finta intervista con Wad quando quest’ultimo gli chiede se ricorda la sua vita prima della fama.

Il video di “Stupidi” con Papa V, Nerissima Serpe (e Sayf)

Un’analisi lucida e disillusa della nostra società che continua anche in Stupidi, in cui Fibra stavolta veste i panni di un cassiere di un mini market alle prese con due clienti decisamente particolari – interpretati da Papa V e Nerissima Serpe -, una rapina fatta da Sayf (che alla fine scoprirà di essere stato truffato a sua volta con delle banconote false raffiguranti proprio il volto di Fibra) e un avventore misterioso apparentemente in secondo piano, ma che in realtà si scoprirà essere colui che avrebbe potuto risolvere la situazione sin dall’inizio con soli 10 centesimi. Più che un videoclip un vero e proprio cortometraggio a più strati di lettura in cui succede sempre ciò che non ti aspetti. Un video tutt’altro che da Stupidi, e se queste sono le anticipazioni di ciò che sarà Mentre Los Angeles Brucia, allora non vediamo l’ora che arrivi venerdì.

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