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Raggiungere l’EUSEXUA con FKA twigs

Salire fino all’apice e trascendere la forma umana: è quello che ha cercato di fare l’artista britannica negli ultimi anni. Il suo terzo disco è una richiesta di libertà tra techno, trance e pop

Autore Samuele Valori
  • Il24 Gennaio 2025
Raggiungere l’EUSEXUA con FKA twigs

Il beat che apre Eusexua, prima ancora che subentrino gli arpeggi sintetici, lascia pensare ai battiti che si alzano all’improvviso, quando ti sei appena reso conto che sta per accadere qualcosa di grande. L’attimo esatto che precede la materializzazione di un’idea oppure il secondo che anticipa la sensazione di felicità che paradossalmente è il momento in cui forse si è più felici. EUSEXUA è tutto questo: un concetto difficile da descrivere a parole, un’elevazione dello spirito che FKA twigs ha inseguito per anni. Il suo secondo album risale al 2019 e nell’intervallo di tempo tra Magdalene e questo nuovo progetto c’è stato un mixtape (Caprisongs), un ruolo da attrice coprotagonista (Il Corvo) e diverse situazioni familiari che l’hanno resa prigioniera.

Per liberarsi Tahliah Barnett ha viaggiato tra rave, serate ovviamente ha scandagliato la propria mente. Dare corpo a un sentimento è complesso, l’artista britannica ha scelto un club claustrofobico nel quale ogni tanto si aprono degli squarci luminosi come nel bridge della titletrack. Un club che però non è esclusivo, anzi, che pretende che ci sia una controparte con cui giocare, da dominare o da cui essere dominati, con l’unico fine di essere liberi. In Girl Feels Good le luci che si accendono rilasciano sul dancefloor delle sfumature verdi brat, ma in cui l’esaltazione della femminilità e la demolizione della mascolinità tossica richiedono il coinvolgimento della parte maschile. «Beautiful boys, I wish you knew how precious you are» canta nella prima strofa FKA twigs.

L’incontro in pista, sempre in una danza avant pop infinita che si fonde con la techno, si completa con il secondo singolo estratto Perfect Stranger. Una canzone sinuosa e sexy con un ritornello leggermente pitchato che rimanda ancora una volta all’ultima Charli Xcx. Il videoclip conferma l’ampia visione con l’attrice Phoebe Waller-Bridge, la designer Mowalola Ogunlesi e la presenza di Yves Tumor. Se si parla di momenti di luce, quello più luminoso è Childlike Things. Un capitolo quasi a se stante, una scarica di glucosio che vede protagonista anche la precoce North West che si destreggia con una strofa in giapponese.

La produzione di Koreless

FKA twigs anche in EUSEXUA si è affidata alla produzione di Koreless. Il producer britannico ha affiancato l’artista in questo nuovo excursus musicale della cantante e la sua presenza diventa preponderante in Drums of Death. La voce campionata del King of K-pop G-Dragon è parte integrante del beat. La sezione più elettronica e techno dell’interno disco si completa con Room of Fools, uno degli episodi più convincenti. Tahliah Barnett ha dichiarato di essersi ispirata ai locali di Praga. Qui si sfocia nel territorio della trance con la melodia che subentra nel ritornello con una tastiera luccicante e smaccata. La volontà è quella di ballare e continuare a farlo a dispetto del mondo e di tutto ciò che di brutto accade intorno a noi. E come? Unendo il grigio lampeggiante dell’underground con l’universalità del pop.

L’apice a livello di intersezione di stili è nel centro del disco. Sticky è un brano che pesca dalla classicità (c’è il campionamento di Aphex Twin) e in cui FKA twigs si lascia andare al testo più intimo e personale di EUSEXUA. Impossibile non ritrovare nella situazione “appiccicosa” descritta tutto il suo vissuto degli ultimi anni, su tutti la vicenda giudiziaria con il suo ex compagno Shia LaBouf. In realtà le chiavi di lettura sono molteplici: la liberazione sessuale e il sesso stesso per definizione sono appiccicosi. La distorsione elettronica che esplode sul finale e spezza il disco in due è cupissima.

Poi il vuoto e inizia Keep It, Hold It con un motivetto e una tastiera minimale. Una sorta di gospel elettronico che strizza l’occhio anche al mondo orientale. L’invito a non mollare e a continuare a cercare la propria eusexua esplode nella seconda parte del brano che si trasforma a tutti gli effetti in una traccia dance.

Aprirsi al mondo

Se da un lato l’universo costruito da FKA twigs per questo suo terzo disco può apparentemente sembrare stretto e spigoloso, dall’altro il messaggio che vuole trasmettere l’artista inglese è di completa apertura. Abbracciare la propria fisicità e il proprio desiderio, come nella hard 24hr Dog, e lasciarsi andare completamente. Striptease è il manifesto di questa idea. «I’m borderline, it’s getting late, ‪I feel alive / I wanna show you / I’ve got a birthmark on my mind, ‪I think you’ll like it» sono i versi che accompagnano uno dei ritornelli più radiofonici dell’album. Le reference alla Madonna di fine secolo e a un certo tipo di musica elettronica combaciano alla perfezione. Il finale è da pelle d’oca.

EUSEXUA si chiude con Wanderlust, il pezzo più “cantato” e melodico, il più intimo e innamorato. L’autotune della seconda strofa arricchisce la palette di stili, mentre Tahliah vagabonda con i suoi pensieri. «Album’s way too long» canta all’inizio del pezzo, ma si sbaglia. Al netto di un disco che non innova o introduce nulla di mai sentito, essere partecipi e partecipanti del club inaugurato da FKA è liberatorio.

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