Nel nuovo album di Fred Again.. “ten days”, vince il cuore sul dancefloor
Il mega producer londinese sfodera l’album della definitiva maturità. Appoggiandosi ai suoi tricks narrativi, alle sue idee nella composizione, Fred Gibson ci emoziona e ci mostra il suo lato romanticissimo. Con la complicità di un parterre favoloso di ospiti, da Skrillex a Emmylou Harris
A metà del nuovo album di Fred Again.. ten days, nell’intermezzo four, si sente solo il ticchettio di un indicatore di direzione dall’interno di un’auto. Sembra il ritmo di un metronomo, visto che parliamo di musica. Ma in realtà possiamo interpretare four come lo stadio finale di un processo narrativo che il trentenne (compiuti da pochissimo) Fred Gibson ha intrapreso da anni. Mentre la maggior parte delle persone usa la fotocamera di uno smartphone per documentare una giornata, il mezzo preferito di Gibson è la registrazione audio. I suoi album sono anche dei “diari sonori” con l’uso intimo di note vocali dei suoi amici, o mettendo brevissimi sample tratti dai dischi importanti della sua collezione privata.
Le sue serie di Actual Life sono tutti uno strumento per entrare nel mondo di Fred e nella sua vita privata e pubblica. Disseminare poi gli album di interludi intimissimi sembra essere anche il frutto di un percorso di purificazione emotiva dallo shock dell’epoca della pandemia e questo oscillare tra l’urgenza di isolamento, di intimità e la voglia di ballare, manifestarsi è una sorta di rappresentazione della condizione della generazioni che ascoltano Fred Again..
In tutti i suoi lavori poi aleggia sempre lo spirito creativo di Brian Eno, conosciuto da Gibson quando aveva solo 16 anni, complice un amico di famiglia che lo invitò alle prove del gruppo a cappella di un vicino. E quel vicino era proprio Brian Eno. L’apice della simbiosi tra il giovane ragazzo che arrivava dalla suburbia della zona sud di Londra e il maestro dell’ambient, fu nel 2023 con l’album Secret Life. Una canzone per tutte: Safety dove senti le intuizioni apportate da Fred again.. nella dance elettronica con la stutter house, spezzettando il cantato che in questo caso si adagia sopra il sound etereo e spettrale della ambient di Eno.
Il nostro track by track di ten days di Fred Again..
Ma veniamo al nuovo album che arriva dopo una serie di pop-up listening party fatti giovedi 5 in giro per il mondo, a Milano è accaduto ad Arca.
Fred ha ancora una volta la profonda capacità di rendere monumentale ciò che è profondamente personale. Il concept di ten days è dar forma sonora a quei “piccoli momenti intimi e silenziosi” che accadono in quel lasso di tempo, dieci giorni. E si avvale di brillanti collaborazioni. L’album si apre con la luminosa adore u, parte un suono circolare di marimba e la voce dell’amico Obongjayar, mentre Fred Again.. fa oscillare il brano tra il sognante e il percussivo. Brano dedicato alla sorella.
ten è tremendamente garage, scuola londinese: il brano davvero notturno del disco. In fear less c’è Sampha, per un brano che fa riferimento a un certo pop soul USA anni ’80. In just stand there parte il metronomo (non le frecce dell’auto di four…) e a un terzo del brano attacca il piano. La vicinanza a certe composizioni di francesco Tristano ci sta tutta e come mi piacerebbe sentire un remix di Carl Craig di questa traccia…
Mentre places to be è di pubblico dominio da tempo ed è ancora stupenda da ballare, ecco un altro marchio di fabbrica di Fred: l’house ipnotica e irresistibile di glow con la complicità di Skrillex. In questa serie di brani, il cuore invece lascia spazio agli altri nostri muscoli per ballare (succede poi ancora con peace u need). Poi rallenta tutto di nuovo. Si torna all’intimità con i saw you e where will i be, dove arriva la voce di una regina del country Emmylou Harris. Eh sì, anche Fred Gibson si è lasciato pervadere in questo frangente dal ritorno di questo genere. Eppure lo fa nella sua personalissima maniera, decostruendo in diretta il brano nella lunga coda finale. L’album si chiude con l’epica e romanticissima backseat, con i feat di The Japanese House e Scott Hardkiss. Album che entra senza esitazioni nei migliori dell’anno.