Per Gazzelle, anche al Forum, le canzoni restano la cosa più importante
La prima delle due date al Forum di Assago a Milano è stata proprio come uno si immaginerebbe un concerto di Flavio: una band, gli archi, un ledwall con grafiche essenziali e catchy e due ore da cantare
Siamo abituati ormai ad aspettarci i fuochi d’artificio, soprattutto quando un artista si esibisce in un luogo simbolico e ampio come può esserlo un palazzetto o uno stadio. Ospiti, grandi scenografie e uno spettacolo organizzato fin nei minimi dettagli, persino nei movimenti sul palco del cantante stesso. Per questo motivo, quando qualcuno prende una strada diversa, il rischio è di sentirsi spiazzati. Come quando Gazzelle, dopo l’opening altrettanto minimale ed emotiva di SELMI e il classico Champagne Supernova, si presenta al centro del palco del Forum con la sua celeberrima sciarpa e senza che i LED wall dietro di lui mandino alcun video. Poi chitarra e basso prendono il sopravvento e parte un brano dal titolo emblematico: Fottuta canzone.
Sono state due ore dedicate agli spettatori e alle canzoni. “È sempre stato così” potrebbero dire i fan della prima ora e non avrebbero tutti i torti. Tuttavia, è spesso accaduto che gli artisti si snaturassero su palcoscenici più grandi per stupire, sentirsi all’altezza o semplicemente rendere quell’occasione speciale. Gazzelle se ne infischia, lui resta così come è sempre stato: al Forum è accompagnato dalla sua band, dagli archi e da zero scenografie. L’unica eccezione sono i coriandoli del finale amarcord Non sei tu – quelli non si negano a nessuno – e qualche sporadica fontanella di scintille alla fine dei pezzi più up.
Tutto il resto è Flavio con gli occhiali da sole e le sue canzoni. Gazzelle ha un dono invidiabile: non ha bisogno di molti effetti speciali. Più è se stesso, più rimane immobile o girovaga senza senso per il palco cantando, più i suoi brani assumono potenza e caricano il pubblico. Il parterre gremito e gli spalti lo accompagnano per tutto il tempo e più di una volta si ha l’impressione di star partecipando a un enorme karaoke, soprattutto quando durante Sopra le parole compaiono a scatti sugli schermi. Karaoke inteso nel senso positivo ovviamente, quello che sottintende la condivisione di emozioni e sensazioni. Con il vantaggio di avere band e cantante dal vivo.
Dai Flavio dai
Vedendo Gazzelle dal vivo, al di là del trito e ritrito paragone con l’attitudine di Liam Gallagher, si ha realmente l’impressione che potrebbe essere il frontman di una band degli anni Novanta o dei primi Duemila. Flavio è magnetico e con due parole interagisce col pubblico e riesce a frantumare quella patina generata dalle lenti nere che nascondono da sempre il suo sguardo. Come quando scherza con una studentessa laureanda in «qualcosa che c’entra con la farmacia e le medicine».
Apparentemente potrebbe sembrare che voglia rimanere nel suo mondo, isolandosi dal pubblico, nonostante abbia migliaia di persone che lo circondano. Ma lui vive di sensazioni e di cori, ama l’atmosfera dello stadio che canta e lo si capisce durante Flavio o Zucchero filato. Gestisce il palco con una nochalance che trasmette, allo stesso tempo, tenerezza e sfrontatezza.
Gazzelle e un Forum da 31 canzoni
La scaletta di ieri sera è stato un viaggio in tutta la sua discografia, dal 2017 fino all’ultimo Sanremo. Gazzelle ha eseguito più della metà delle canzoni che ha scritto nella sua carriera, segno che non esistono occasioni più importanti di altre. L’Olimpico ha un sapore paricolare, per forza di cosa non potrebbe essere altrimenti, anche perché possono passare gli amici che stanno compiendo il tuo stesso itinerario, come Fulminacci.
Eppure le canzoni non cambiano e restano il fine ultimo. Al Forum sono 31 e tutte coinvolgono il pubblico allo stesso modo. C’è il momento immediatamente successivo a Vita paranoia, quello che va da IDEM fino a Coprimi le spalle, passando per Scusa, che scalda il cuore. Quello del medley al buio, chitarra e voce, e poi il bis che alterna lacrime e nostalgia. La sanremese Tutto qui precede Destri, il brano dove il pubblico si sente maggiormente coinvolto.
Solo alla fine arrivano i coriandoli, durante gli ultimi accordi di Non sei tu. Flavio ripete per l’ennesima volta «Grazie regà» e per l’ennesima volta quelle due parole suonano autentiche. Ne dice poche Gazzelle durante i suoi concerti perché, in fin dei conti, non ci stancheremo mai di dirlo, sono le canzoni la cosa più importante. Il resto non conta.