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Geolier, la voce di Napoli e per Napoli

Ieri sera Emanuele ha fatto ritorno nella sua città per la prima delle due date all’Ippodromo di Agnano. Un ritorno carico di significato, dopo i tre concerti consecutivi al Maradona nel 2024 dove tornerà il prossimo anno

  • Il26 Luglio 2025
Geolier, la voce di Napoli e per Napoli

«Sono tornato finalmente a casa» così Geolier – o meglio Emanuele, come qui a Napoli lo chiamano tutti – ha salutato il pubblico dell’Ippodromo di Agnano nella prima (sold out) delle due date del suo tour Geolier Live 2025. Un ritorno carico di significato, dopo i tre concerti consecutivi al Maradona nel 2024. Prima dello show, Emanuele ha incontrato la stampa e raccontato quanto fosse importante per lui offrire a Napoli un evento «all’altezza», un modo per ringraziare la sua gente che lo sostiene da sempre. A chi gli ha detto “Napoli è Geolier”, ha risposto: «Napoli non è me, sono io che sono Napoli. Se qui al mio posto ci fosse stato un altro ragazzo della mia città, avrebbe parlato allo stesso modo. Io sono questo: racconto la mia gente, vivo qui, ho preso casa qui. Quello che faccio nasce da un bisogno personale, ma voglio continuare a portare Napoli sempre più in alto. L’hanno fatto già in tanti prima di me e voglio farlo anch’io, a modo mio».

La sua umiltà e il legame viscerale con le radici si riflettono anche nel progetto G-Fam, una piattaforma gratuita pensata per avvicinare i fan all’artista attraverso contenuti esclusivi, spoiler, possibilità di comunicare con lui e acquistare merchandising. All’Ippodromo è stata allestita un’area dedicata, con stand, postazioni gaming e spazi per far interagire i fan tra loro. Geolier ha spiegato di sentire il bisogno di maggiore contatto con il pubblico: «Gli stadi sono spettacolari, ma dispersivi. Per questo sogno un giorno di portare uno show intimo al Teatro San Carlo: solo piano e voce, magari con qualche tributo ai grandi autori partenopei come Mario Merola, ma non troppo perché poi deve essere un evento che racconti la mia musica in un dialogo diretto con il mio pubblico».

Lo show

Il concerto ha trasformato il sogno di un bambino in un evento senza precedenti: tre ore di musica, un palco imponente formato da sette torrette e l’ingresso spettacolare di Geolier dalla torre centrale, a 18 metri d’altezza. Ma prima di lui, in apertura, a scaldare il suo pubblico, un’altra figlia di Napoli, la Dj Debora De Luca. Ad accompagnarlo in questo viaggio sul palco l’orchestra e la band. La scaletta ha alternato hit come Money, Moncler, Vogl sul a te e Chiagne con Lazza, primo ospite. Tra gli altri artisti presenti neella prima serata anche Rocco Hunt e MV KIlla, la SLF, ma il più atteso è arrivato verso la fine, Luché con il quale ha cantato Ginevra riscuotendo tutto il calore del suo pubblico.

Tra le innovazioni più sorprendenti, un drone show mai visto prima in Italia: 500 droni a 120 metri di altezza hanno disegnato nel cielo di Napoli una gigantesca “G” tridimensionale, la firma “Geolier”, l’immagine di Maradona che calcia verso il Vesuvio e infine la scritta “Napoli”, illuminando la notte. Il tutto si è chiuso con l’annuncio ufficiale della tanto attesa data del tour negli stadi: 26 giugno 2026, Stadio Diego Armando Maradona.

Un legame viscerale tra Geolier e il suo pubblico

Il momento più alto della serata è stato toccato quando tra lo stupore delle persone presenti, il rapper si è alzato in volo raggiungendo i fan più distanti al centro del parterre. Un gesto fatto non per dare spettacolo di grandezza, ma per ovviare al problema della visibilità dell’Ippodromo. Così da permettere a tutti gli spettatori presenti di poter godere appieno dello show. Geolier ha ben pensato di volare letteralmente sopra il suo pubblico, cantando due dei due brani più amati Campioni in Italia e P Secondigliano.

Il pubblico non è solo spettatore, ma parte della sua storia. È un dialogo continuo tra l’artista e la città che lo ha cresciuto, in cui ogni canzone diventa un pezzo di vita condivisa. Non si sottrae mai a questo legame: è la voce di Napoli e per Napoli, ancorato alle sue radici con orgoglio e senso di gratitudine. «Tutto questo era il mio sogno» dice, «l’ho immaginato in cameretta, l’ho provato da solo davanti lo specchio e adesso sono qui e lo sto vivendo con tutti voi. È un amore senza fine».

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