Ghali porta il suo Gran Teatro a Milano, dove lo “STO” è diventato uno statement
A Rho Fiera il rapper ha portato in scena l’ultimo atto del suo tour: uno spettacolo di circa due ore ricco di brani significativi e tre nuovi spoiler

Ghali a Milano, foto di Lorenzo Ricchiuto
«Signore e signori benvenuti al Gran Teatro»: inizia così lo youtuber Silvestro Baffo, che fa da anfitrione al live di Ghali a Rho Fiera Milano. Quasi irriconoscibile e vestito da giullare, l’ospitante inizia a fare gli onori di casa. Le luci si abbassano e la promessa è quella che stiamo per assistere allo spettacolo fino ad ora più importante per l’artista.
Ghali a Rho Fiera: niente paura ma tanto delirio a Milano
Ancora prima che Ghali arrivi sul palco, il pubblico inizia a intonare Ninna Nanna, riconoscibile già dal primo giro di accordi. Il palco ha la forma di una gigantesca scalinata sulla quale circa cinquanta ballerini vestiti come se fossero delle mummie compongono la cornice perfetta dello show, dando potenza alle performance dell’artista.
Dall’alto calano, lateralmente, due striscioni verticali color rosso con, per l’appunto, la scritta “Gran Teatro”. Finalmente Ghali entra in scena e lo spettacolo può cominciare. L’artista entra a gamba tesa a prendersi il suo pubblico che va letteralmente in delirio su ogni brano. Ghali ha incendiato il palcoscenico sulle note di Paura e Delirio a Milano. Il pubblico saltava da ogni parte e con la voce sovrastava il cantante. Una delle particolarità di questo live è stata proprio la folla sotto il palco: la gente, più che filmare le performance con il telefono, cercava l’intesa con i vicini di posto.
Senza prendersi nemmeno una pausa, il cantante propone i primi pezzi tutti di fila. I primi intermezzi arrivano a circa venti minuti dall’inizio dello show e sono alternati tra le coreografie dei ballerini e gli interventi di Silvestro Baffo che accompagna il pubblico come un vero cantastorie all’interno della narrazione che Ghali ha scelto per il suo Gran Teatro. Si tratta infatti di un viaggio composto da circa trenta brani che racchiudono il viaggio dell’artista dagli esordi al tempo presente.
Abracadabra e STO sul secondo palco
Il Gran Teatro di Ghali si può riassumere anche come un grandissimo gioco di prestigio dove il cantante è l’illusionista che con un semplice “abracadabra” si sposta per lo spazio di Rho Fiera.
Il palco principale è composto da una scalinata gigantesca dove i ballerini e Ghali si esibiscono accompagnati, in alcuni momenti, anche da musicisti. La passerella arriva fino a circa metà del prato gold. Ma non è tutto. Sin dall’inizio dello spettacolo ci sono luci stroboscopiche, giochi di fiamme che si innalzano fino all’apice del palcoscenico e immancabili anche le coreografie date dalle macchine del fumo. Sorprendenti anche gli spara-coriandoli su diversi ritornelli.
Le sorprese però non sono finite, anzi, si può dire che erano appena cominciate. Mentre il pubblico ha gli occhi fissi sul palco principale intenti a guardare la performance di un ballerino vestito da luna, nessuno si accorge che Ghali è alle spalle di tutti. L’artista si erge sopra un secondo palco piazzato in mezzo tra il pit e il prato. Non si tratta di una stage qualunque perché prende la forma dell’iconica posizione della mano di Ghali per indicare lo “STO” e quindi mignolo e indice sollevati e le altre dita che si chiudono. Il pubblico, incredulo, si gira e assiste a Marijuna, Sempre Me, Ghetto Superstar e molte altre.
Nessun ospite, ma va bene così
Al live sono mancati gli ospiti (si, non c’era nemmeno Rich Ciolino), ma forse è stato anche meglio così. Il cantante ha dimostrato di saper reggere un live di due ore anche da solo coinvolgendo il pubblico con la sua energia travolgente.
«Ci tenevo tanto a ringraziare tutte le persone che hanno lavorato a questo evento speciale», dice emozionato Ghali a circa metà della setlist. «Soprattutto ci tenevo a ringraziare i fan, senza di voi non avrei la possibilità di buttare giù queste idee pazze», prosegue il cantante. I ringraziamenti di Ghali però, sono sempre originali, come da sua stessa ammissione, e porprio così sceglie di portare dei brani nuovi per la prima volta sul palco di Rho fiera Milano.
Se è vero infatti che tre è il numero perfetto, Ghali ha proprio fatto centro presentando al pubblico milanese non uno, non due, ma ben tre brani inediti tratti dal suo prossimo album che uscirà nel 2026. «Questo è l’ennesimo concerto senza un disco, quindi io non so perché siete venuti a trovarmi, ma lo apprezzo tanto», spiega Ghali con la promessa che quello di Rho sarà l’ultimo concerto senza un album. I tre spoiler non hanno un titolo, così come il disco, ma quello che sicuramente possiamo dire è che si sente tutta l’influenza spagnoleggiante senza però snaturare l’inconfondibile flow dell’artista che da sempre cerca di non abbandonare le sue radici rap alle mescolanze di slang milanese oltre che all’uso di parole arabe o francesi.
Ghali porta al suo Gran Teatro a Milano le tante versioni di sè
Ghali è sicuramente tante cose. Un mix non solo di sonorità e di sound diversi, ma anche a livello di testi delle sue canzoni. Durante il live a Rho Fiera ha saputo bilanciare canzoni puramente trap come Marymango e Sempre me con canzoni più sensibili come 22:22 e Barcellona.
E nemmeno stavolta si tira indietro dal ribadire la sua posizione politica. In un modo molto delicato accende un faro sul genocidio in corso nella Striscia di Gaza e lo fa con il potere delle immagini che vengono proiettate. La discrezione nel fare questo gesto sta proprio nel far parlare le immagini dei bambini che provano a cantare nella devastazione totale. L’ultimo blocco della setlist, infatti, si conclude con le canzoni più impegnate di Ghali che sono Cara Italia, Cara Milano, Casa Mia e infine Niente Panico, dedicata a sua mamma.
Proprio sulla conclusione del suo concerto l’artista italo tunisino ha dimostrato, ancora una volta attraverso la sua musica, come le differenze non dovrebbero dividere le persone. Sensibilizzare su temi di forte attualità che coinvolgono tutto il mondo è un gesto che trasmette fermezza e solidarietà. Un modo per alzare la voce davanti all’indifferenza e davanti a chi si gira dall’altra parte. Insomma, un finale per il suo Gran Teatro che non chiude, ma che invece apre gli occhi e le coscienze di chi sta a guardare.