E adesso dite ancora che Guè non spacca nei live
Per quello che ha definito “il concerto più importante della sua vita”, Mr. Fini ha superato se stesso e le aspettative. Il racconto dello show all’Ippodromo di Milano
Il rap italiano, si sa, è fatto di leggende. E non solo inteso come personaggi che hanno lasciato e stanno tutt’ora lasciando un segno indelebile in questo genere nel nostro Paese (e di cui il protagonista di questa storia fa parte). Ma anche di credenze metropolitane che negli anni si sono tramandate nel sottobosco di rappusi. Voci che a volte si confermano, altre vengono smentite dai diretti interessati. Una di queste, è che Guè non sia propriamente un rapper da concerto.
«Guè? Rapper più forte in assoluto, ma dal vivo non rende tanto quanto». E ancora «Guè penna incredibile, ma live non mi fa impazzire». Ecco, adesso vi sfidiamo a dire lo stesso dopo il concerto di ieri sera. O forse dovremmo chiamarlo il festivàl (rigorosamente come lo pronuncerebbe vostra nonna) dell’hip hop made in Italy (ma a questo ci arriveremo dopo). Nella serata più rovente dall’inizio dell’estate, infatti, Guesus ha offerto ai suoi tantissimi e caldissimi discepoli accorsi all’Ippodromo Snai San Siro tutto ciò che era in suo possesso per dimostrare che, nel gioco, c’è ancora un solo e unico Figlio di Dio.
Guè ha fatto Lo Show, di nome e di fatto
Dimenticatevi i set da 60 minuti al massimo nei club, gli show solo mc e dj. Per quella che ha definito «la serata più importante della sua vita», Guè si è probabilmente preparato come non mai. E ha chiamato a raccolta un plotone di musicisti – che introduce non a caso con Business, il primo brano della lunghissima scaletta che Mr. Fini ha preparato per celebrare il suo ritorno in grande stile nella sua Milano – e ben due veterani dei piatti. TY1 e Bassi Maestro. Ma del resto, il nostro Golden boy preferito lo aveva promesso: «Stasera celebreremo l’amore della mia vita, la musica Hip hop, nella mia città». E così è stato. Guè ha fatto Lo Show, come titolavano i manifesti sparsi da settimane in giro per una città che si preparava ad accogliere una dei pilastri portanti della colonna sonora delle sue strade.
Puntuale come le preghiere per una futura reunion dei Club Dogo, alle 21:15 Guè sale sul palco e da lì non scenderà per le successive due ore e mezza. Salvo qualche cambio d’abito iconico come solo lui sa essere, corredato da una chain massiccia tempestata di diamanti di cui il nostro viene omaggiato perché «Oh, dopo vent’anni di carriera me la merito!». Una set list fitta, fittissima: ben 33 canzoni, tra le quali anche qualche chicca per i suoi aficionados dal giorno zero.
Un live che è un viaggio nel tempo e nella storia, quella di Guè e quella del rap italiano (che alla fine, forse sono un po’ la stessa cosa). Giù il soffitto, Fuori orario, Rose Nere, Figlio di Dio e Trinità sono solo alcune delle cartucce che Cosimo Fini spara dalla sua glock carica di successi e perle nascoste. Mattoni di una carriera longeva e gloriosa come poche altre se ne vedono in questo genere in Italia.
Mr. Fini ha portato sul palco il meglio dell’hip hop italiano
Ma del resto, Roma non è stata fatta in un giorno, e nemmeno la G la U la E, come ci tiene a ricordare alla fine del concerto. È vero: Guè ci fa ridere, ci fa divertire quando – privo di qualsiasi freno inibitorio – ammette candidamente di essere talvolta un meme vivente. Sul palco è un mattatore che interagisce col suo pubblico e con chiunque gli stia attorno. Ma ci vuole molto di più di questo per essere definito immortale. Ci vuole dedizione, lavoro, fatica, talento e sbattimento. E lui lo sa, come lo sanno bene i top player del game che ha voluto con sé in questa serata così speciale.
Ve la ricordate l’ultima cena di Cristo circondato da dodici apostoli? Ecco, Guesus alla sua ne ha pure uno in più. Perché le feste, quelle importanti, vanno condivise con chi c’è sempre stato e con chi hai visto crescere. Ecco allora che sul palco si susseguono gli eredi designati della Dogo Gang (Ernia, Ghali e Lazza). Tre artiste da 90 (Rose Villain, Anna e l’inaspettata Angelina Mango). E ancora Geolier, Frah Quintale, Massimo Pericolo, Ketama126, Luchè e infine il “frate da un’altra madre”, Marracash. Perché si sa, l’Italia è una repubblica fondata su Brivido (e qualcuno – che vi scrive, ad esempio – direbbe anche su Santeria).
Ci sarà anche Guè alla tappa milanese del Marrageddon
E se un brivido era anche ciò che avevate provato quando nell’annuncio della line up della data milanese del Marrageddon non compariva il nome di Guè e quel piccolo ma importantissimo “Santeria Live”, potete interrompere i preparativi per la vostra gita a Napoli. Ragazzi, dai, ma davvero Marra poteva non portare sul palco anche l’altra metà della Royal couple della monarchia del rap di Milano? Ovviamente no, e noi il 23 settembre saremo lì. Pronti a dare a questi due ragazzi dello zoo del Berlin tutto l’Infinity Love che si meritano e a dire ancora una volta che sì, Guè spacca anche live.