Due giorni tra le star delle serie Thai BL: il racconto del JIB Dream fanmeet di Roma
All’Hotel Hilton di Fiumicino, insieme a un sacco di fan e apassionati delle serie Thai BL, abbiamo incontrato numerosi ospiti, da First e Khaotung fino ai fiumi in piena Joong e Dunk

All’Hilton di Fiumicino bastano pochi minuti nel parcheggio per capire che non è il solito weekend tra conferenze e businessmen che vanno e vengono. Per due giorni l’hotel si è riempito di fan arrivati anche da Asia e Americhe. Corridoi pieni, divani occupati, persone sedute a terra con cartelloni e freebies dei fanclub che passano di mano in mano. È arrivato quel momento dell’anno: gli attori Thailandesi di BL sono in Italia. Qualche fan ha il pigiama identico a quello visto in scena. C’è chi entra in abito da sposa, spuntano cosplay e make up a tema. È il quinto JIB Dream fanmeet a Roma, un format semplice che funziona, con tre spettacoli al giorno, uno per coppia, e poi sessioni foto e autografi, con alcuni fortunati che si portano a casa un minuto di meet and greet.
In questa edizione debuttano sul palco italiano gli attori thailandesi Perth, Santa, Joong e Dunk, mentre tornano per il secondo anno di fila a grande richiesta First, Khaotung, Mix ed Earth. A presentarli il cantante e host Jason Manns, noto a tutti gli amanti della serie televisiva americana Supernatural.
First e Khaotung e la prima volta a Roma di Perth e Santa
La giornata scorre come in un tipico festival indoor. Si entra per lo spettacolo, si esce per la pausa, si rientra per firme e foto e poi si corre fuori per un selfie. Ci si ritrova tra una sessione e l’altra, si scambiano ricordi e gadgets, si controlla l’orario del turno successivo, si litiga sulla coppia e la serie preferita. Quando chiamano l’ingresso l’attesa dei corridoi si sposta in sala. I primi a salire sul palco sono First e Khaotung, che tornano anche il giorno dopo perché il tutto esaurito lampo alla prima apertura delle prenotazioni ha imposto la doppia. Giochi, chiacchiere e le canzoni più amate. In scaletta anche le colonne sonore di The Eclipse e The Heart Killer. A metà show First si toglie la giacca, resta in canotta, ed è un boato. Qualcuna giura di aver sfiorato l’infarto.
Qualcun altro scherza su un inesistente ‘pass ambulanza’, inventato proprio per casi così. Chiediamo loro cosa si sono portati via da Roma questa volta. First non ha dubbi: «I musei Vaticani. Li ho amati tutti, non ho una parte preferita. E il mio piatto italiano di quest’anno è la carbonara, con il guanciale ovviamente». Khaotung racconta la mattina a passo di corsa: «Mi sono svegliato, sono uscito a correre e ho trovato Villa Borghese. Era bellissima. A tavola la preferita è stata una bistecca con il burro, davvero buona».
Perth e Santa cantano, scherzano con il pubblico e si prestano ai giochi, tra cui una staffetta in cui la pallina va portata al cesto senza mani, in coppia, stretta tra spalle, schiene o fianchi fino al traguardo. È la loro prima volta a Roma, cosa avranno apprezzato di più? «Certamente il Vaticano. Sono cattolico e le chiese mi emozionano sempre. Ogni visita è speciale» dice Perth. «Il Colosseo era un sogno da bambino» risponde Santa. «L’ho guardato per anni in foto ed è stato emozionante vederlo finalmente dal vivo» rivela Santa. E a proposito di sogni non può mancare il lancio di rito della monetina nella fontana di Trevi. «Chiederei l’amore, quello vero» racconta Perth. «Diventare miliardario» sorride Santa.
I fiumi in piena Joong e Dunk
A chiudere la prima giornata ci sono Joong e Dunk e, con tutto il rispetto per gli altri sei protagonisti del festival, they set the bar incredibly high. Non sono solo animali da palcoscenico, sono vulcani in eruzione continua. La scaletta con loro diventa carta straccia, un iPad con orari e scritte messe a caso. Il presentatore prova a chiedere se va bene una canzone, loro dicono di sì, dopo tre secondi stanno già raccontando tutt’altro, poi si ricordano e domandano qual era la domanda iniziale.
Dunk nel mezzo di un’esibizione scende in platea senza avvisare nessuno e si mette a vagare tra le file, così il management di GMMTV spedisce Joong a riprenderlo. Nemmeno i fiori li fermano, Joong infila il microfono dentro un bouquet e va avanti a parlare. A un certo punto dichiarano che potrebbero restare sul palco tutto il giorno e in sala nessuno dubita che sia vero. Per farli scendere servirebbe una fionda o forse un bazooka.
Poi, in mezzo a quell’euforia, arriva il colpo al cuore. Dunk canta Just Friend, colonna sonora di Bad Buddy. La sala esplode. Qualcuno piange ed è subito nostalgia di OhmNanon. In una pausa rubata al caos riusciamo a chiedere cosa li colpisce di più dell’Italia. «Se devo scegliere» spiega Dunk, «dico le persone. Sono gentili e l’atmosfera è bellissima, e poi il cibo. Tra i miei piatti preferiti sicuramente il risotto al tartufo». «Io amo il gelato» racconta Joong. «Il mio gusto preferito è il pistacchio, va bene sia in coppetta sia in cono». Ma loro che viaggiano sempre che cosa portano in valigia che non potrebbero mai lasciare a casa. «I vestiti valgono?» chiede ironico Dunk, prima di lasciare la parola a Joong che sta mangiando il salmone arrosto accompagnato da un cappuccino (e qui più che il bazooka serve l’esorcista…). «Senza dubbio auricolari, macchina fotografica e crema solare».
Il secondo giorno
Nella seconda giornata tocca anche a Earth e Mix, che scelgono la via più intima. Cantano l’OST della serie Ossan’s Love, si prestano ai giochi con il pubblico come la staffetta della pallina già vista con Perth e Santa, e portano in sala una dolcezza che si trasforma in una valle di lacrime. Mix racconta il ricordo più bello di questo viaggio. «Le terme. Sembrava di stare all’interno del film Call Me by Your Name».
Earth concorda e poco dopo rivela il luogo che lo ha colpito di più. «I Musei Vaticani. Amo tutto quello che abbiamo visto lì, l’architettura, l’arte, la storia». Mix sorride e aggiunge la sua: «Non sto mentendo, io amo tutti i palazzi di Roma. La mattina ho corso per cinque chilometri e durante una corsa sono arrivato fino al Colosseo, era presto ed era vuoto, bellissimo». Entrambi poi trovano un punto in comune. «Il vino rosso italiano è incredibile» dice Earth. «Con un buon calice qualunque piatto diventa speciale» conferma Mix.
I fan sono le vere star
Ma i protagonisti di questo weekend non sono solo loro, gli attori, ma anche tutte le ragazze e i ragazzi presenti a Roma. Dietro l’euforia sul palco c’è anche quella in platea, fatta di viaggi, attese e incontri che diventano legami. C’è chi parte da lontano pur di non perdersi l’appuntamento romano con i propri idoli. «Sono arrivata da Bolzano» racconta Alessia Salvaggio, 25 anni. «Sapevo che mi aspettavano giorni indimenticabili. Questi eventi hanno il sapore di un ritorno a casa, tra amici che hai scelto e con cui condividi emozioni e ricordi. Il momento più intenso per me è stato rivedere il sorriso di Mix dopo tanto tempo. Averli di nuovo a Roma è un privilegio, ma poter vivere questa emozione insieme a persone che la comprendono davvero è ciò che rende unico un fanmeeting».
Per qualcun altro è stata la prima volta. «Non avevo mai partecipato a un fanmeet ed è stato sorprendente» dice Alessandra D’Itri, 31 anni, da Firenze. «Non pensavo fosse così pieno di risate, adrenalina e corse per non perdere nemmeno un attimo. Mi ha colpito la quantità di persone, di età molto diverse, unite dalla stessa passione. E la cosa più bella è che bastava un semplice ciao o chiedere quale coppia ti piace per ritrovarsi a parlare di tutto, in tante lingue diverse».
Conoscenze che nascono e che vanno al di là del semplice weekend, i fanmeet, infatti, non si esauriscono nei due giorni in sala. C’è tutto un mondo che si muove prima e dopo, fatto di chat su Telegram e WhatsApp dove ci si organizza non solo per dividere stanze e viaggi ma anche per preparare progetti e regali da consegnare agli attori. I fan projects possono essere striscioni e banner colorati che accolgono gli artisti all’ingresso, fanbook con dediche o regali simbolici come abbigliamento, fiori e accessori che lasciano un segno del passaggio in Italia. Poi ci sono quelli pensati dai fan per i fan, piccoli gadget fatti a mano che diventano ricordo dell’evento: braccialetti, polaroid, segnalibri o portachiavi con immagini degli attori o della serie preferita, spesso confezionati in bustine decorate con stickers e caramelle.
«Vorremmo far capire agli attori» spiega Roberta Mastroianni, 48 anni di Caserta «che abbiamo colto diverse sfumature delle loro carriere ma anche delle loro personalità. Vogliamo dire loro che siamo stati al loro fianco e che continueremo a sostenerli nelle scelte future. Vorremmo che percepissero quanto sono importanti per noi, perché ci hanno regalato emozioni nei momenti belli ma anche in quelli più difficili delle nostre vite». E la macchina non si ferma qui. Il prossimo appuntamento della JIB Dream è già segnato, il 13 e 14 dicembre, con due coppie della GMMTV e una line up che allarga il giro includendo anche Boss, Noeul, Pooh, Pavel, Boat e Oat. A quel punto la community tornerà a muoversi come sempre, tra biglietti, chat e progetti.
Per chi si affaccia per la prima volta a questo mondo vale il consiglio di chi ci è già passata. «Ad un fanmeeting non si arriva mai preparati veramente» dice Isabella Lovisi, 34 anni, da Scandicci. «Soprattutto se si incontra una ship che pensavi non avresti mai visto nella vita. L’unica cosa da fare è non farsi prendere dall’agitazione, indossare i vestiti migliori ma anche comodi per presentarsi davanti agli attori al meglio, soprattutto se si sa che ci sarà la foto insieme, e lasciare il cellulare in borsa. Perché quello che resterà davvero non sarà un video, ma lo sguardo o il sorriso che ti porti via e che rimane inciso nella memoria». Roma è andata, ora non resta che contare i giorni per il fanmeet di dicembre e sperare che alla fontana di Trevi Santa abbia chiesto la grazia collettiva.
Articolo di Ambra Schillirò