Come suona “SWAG” di Justin Bieber dopo il primo ascolto?
La popstar canadese è tornata con il settimo album pubblicato a sorpresa nella notte. Un disco intimo, scritto come fosse un diario. Ecco la nostra prima impressione

Sebbene esprimere un giudizio su un disco di ventuno tracce, al netto degli interludi, dopo una manciata di ascolti, sia una cosa al limite dell’impossibile, esistono casi in cui il concept del progetto è talmente quadrato e definito da lasciarti comunque una sensazione. SWAG di Justin Bieber è un po’ questa cosa qui. Lo ascolti e fin dalle prime tracce ti rendi conto di ciò che sarà. Arrivato al termine, sai anche bene le sensazioni che proverai riascoltandolo, pur cogliendo dettagli e ganci melodici che non avevi notato la prima volta. Il settimo disco della popstar canadese, rilasciato a sorpresa nella notte, tiene fede alle dichiarazioni dell’artista: un percorso R&B omogeneo che però non ha timore di osare. Non ci sono hit pop che arrivano subito al dunque, al massimo due o tre tracce che capisci subito che funzioneranno.
SWAG è un diario in cui Justin Bieber racconta dei suoi alti e bassi, di sua moglie, della paternità e, come accade nelle pagine in cui si parla di se stessi, finisce anche con lo scriversi addosso. Ciò che rimane impressa è l’autenticità di alcuni pezzi, nonostante il gran numero di collaboratori, produttori e scrittori, non si ha mai l’impressione di ascoltare un disco “solo” ben prodotto e calcolato. Un esempio? GLORY VOICE MEMO che vorremmo ascoltare in versione integrale, ma forse è meglio così.
Dopo un primo ascolto, questi sono gli highlights del nuovo album di Justin Bieber. O meglio, i pezzi che, per ora, crediamo meglio riassumano il disco.
DAISIES
Inutile girarci intorno. È il pezzo dell’album. Non appena parte l’arpeggio di chitarra, dopo l’apertura “sintetica” e anni Ottanta di ALL I CAN TAKE, si rimane spiazzati positivamente. Ritmo accattivante e un testo che descrive il contrasto tra amore cerebrale e tensione sessuale, come recitano i primi versi del ritornello: «Way you got me all in my head / Think I’d rather you in my bed».
DEVOTION (ft. Dijon)
Dijon è il partner ideale per raccontare la devozione amorosa e sentimentale della popstar nei confronti di sua moglie Hailey Bieber. Una produzione essenziale che fa da sfondo a diverse scene della quotidianità di coppia: ascoltare UTOPIA di Travis Scott nel vecchio patio o ridere e cantare durante un lungo viaggio in macchina. Tutto è al posto giusto.
GO BABY
Una delle canzoni più radiofoniche dell’intero album e una ballata che pesca dagli anni Ottanta con protagonisti i sintetizzatori. Justin Bieber si rivolge a sua moglie e si mette a completa disposizione: una dichiarazione d’amore con cui esprime tutto il proprio supporto. Il go baby ripetuto per tutto il tempo del ritornello è un marchio di fabbrica e una tendenza che torna più volte nel corso del disco.
YUKON
Questo è l’esperimento più audace di SWAG. Le marcate influenze latin, dalla chitarra alle percussioni, si abbinano alla voce pitchata che suona quasi femminile. Sono solo le backing vocals della seconda parte della canzone che ci ricordano che stiamo ascoltando un brano di Justin Bieber.
BUTTERFLIES
La registrazione della voce di Bieber di qualche mese fa che si rivolge ai paparazzi ripetendo «money, money, money» è funzionale a catapultare l’ascoltatore nel mood del pezzo. Si parla della volatilità del successo e della ricchezza, ma soprattutto della voglia di fuggire da tutto e tutti, in modo silenzioso ed elegante come una farfalla. La canzone, un indie pop etereo, è costruita su un leggero crescendo, sia strumentale che emozionale.
TOO LONG
Il finale di SWAG è una promessa che Justin Bieber fa a se stesso, alla sua famiglia e ai suoi fan. È passato fin troppo tempo ed è il momento di lasciar andare le insicurezze. R&B classico che offre un ultimo sguardo su una parentesi di vita artistica, e non solo, e che, dopo il canto gospel del pastore Marvin Winans in FORGIVENESS, apre al prossimo capitolo.