Stati Uniti, Regno Unito e America Latina: i nuovi progetti local K-pop
Dopo essersi espanse in Cina e Giappone, le principali agenzie coreane stanno dando vita a band e progetti in varie parti del mondo: ognuno con le sue peculiarità in un grande processo di localizzazione
Il K-pop è diventato uno dei generi musicali più ascoltati al mondo. Domina le classifiche in patria e, da almeno due anni, anche quelle più difficili da penetrare come quelle statunitensi. Gruppi come BTS, BLACKPINK, Stray Kids, ATEEZ e SEVENTEEN hanno un fanbase allargata che supera i confini del continente asiatico. Eppure, uno dei limiti che fin dalle origini ha sempre caratterizzato il K-pop è stata la sua difficile esportabilità. Le etichette, le accademie, i reality show, tutto avveniva in Corea del Sud. Parliamo al passato perché, dalla fine degli anni Dieci, le varie agenzie K-pop, attraverso partnership e programmi ad hoc, hanno iniziato un processo di localizzazione che consiste nel costruire progetti – e quindi nuovi gruppi – in altri Paesi, utilizzando gli stessi metodi adottati in patria. D’altronde, un genere musicale diventa universale se può essere replicato da chiunque, in qualunque parte del mondo.
Cina e Giappone
La cosiddetta prima ondata di localizzazione K-pop, così come la definisce TheKoreaTimes, ha riguardato i due stati più vicini alla Corea del Sud. Nel 2018 la JYP – l’etichetta che tra gli altri gestisce gli Stray Kids – ha lanciato in Cina i Boy Story e un anno dopo SM Entertainment ha creato i WayV. Nel 2020 è stata la volta del Giappone con il programma di audizioni Produce 101 Japan. CJ ENM ha dato vita alla boy band JO1 gestita da LAPONE Entertainment in partnership con l’etichetta nipponica Yoshimoto Kogyo.
Anche la JYP è entrata nel mercato giapponese lanciando la band femminile NiziU attraverso il reality Nizi Project. Questi gruppi hanno guadagnato rapidamente popolarità e si sono ambientati nel mercato giapponese. Visto il successo ottenuto, sono nati successivamente altri gruppi tra cui INI e DXTEEN di LAPONE, &TEAM di HYBE e NCT WISH di SM.
La seconda ondata di localizzazione: gli Stati Uniti
Va da sè che, visti gli importanti risultati in classifica ottenuti dal K-pop nelle classifiche americane, il passo successivo sarebbe per forza di cose dovuto essere la localizzazione negli Stati Uniti. La prima etichetta a percorrere questa strada è stata la JYP. Siglando un accordo di collaborazione con Republic Records, attraverso il programma A2K (America to Korea), l’agenzia ha creato il girl group VCHA. Il loro debutto ufficiale è avvenuto all’inizio di quest’anno, dopo un primo EP rilasciato nel settembre del 2023.
L’altro grande progetto, realizzato quasi in contemporanea, è quello di HYBE in collaborazione con Geffen Records. The Debut: Dream Academy, il reality ideato ad hoc, ha decretato le sei componenti delle KATSEYE la cui carriera verrà mostrata passo dopo passo con una serie Netflix in uscita il 24 agosto. L’agenzia ha voluto fare le cose in grande, coinvolgendo nel progetto anche Sungdeuk Son, direttore creativo di HYBE America, celebre per essere il coreografo e il direttore artistico dei BTS fin dal loro esordio. Il primo EP della girl band SIS (Soft is Strong) verrà pubblicato il 16 agosto.
America Latina e Regno Unito
Nonostante questi nuovi progetti fatichino ad avere lo stesso risalto delle band coreane, l’espansione non si ferma e le etichette stanno mirando a nuovi Paesi. JYP è pronta a lanciare il suo primo gruppo femminile in America Latina in collaborazione con Universal Music Latino. Non si conoscono ancora nome, tempi e modalità del debutto.
Si sanno molti più dettagli invece del nuovo progetto K-pop britannico. SM Entertainment sbarcherà nel Regno Unito con la serie televisiva di audizioni Made in Korea: The K-pop Experience che verrà trasmessa su BBC One e BBC iPlayer. In questo caso si tratterà di una boy band di cinque membri, ancora senza nome, prodotta da SM in collaborazione con l’americana Kakao Entertainment e la società di intrattenimento britannica Moon&Back (M&B)
Le criticità: riusciranno ad avere successo?
Nonostante incorporino elementi tipici come l’aspetto, lo stile e la coreografia questi nuovi gruppi non hanno ancora ottenuto lo stesso successo delle band coreane. Ad eccezione del Giappone, in cui il genere è esploso molto prima che in Occidente, anche grazie alle edizioni in lingua degli album, i progetti statunitensi hanno meno risonanza a livello di ascolti e views Youtube.
La localizzazione del K-pop nei Paesi occidentali ha sicuramente bisogno di più tempo. I rischi principali, per certi versi antitetici, sono due ed entrambi riguardano l’autenticità. Il primo è che il pubblico, affascinato dal fascino della cultura coreana, possa rimanere meno colpito da un gruppo costituito da componenti locali e lo ritenga quindi una sorta di “copia”. Dall’altro lato, nel momento in cui un progetto inglobasse degli elementi della propria cultura verrebbe meno l’immagine K-pop e il suo posizionamento risulterebbe ambiguo. In sintesi, il pubblico potrebbe considerarlo allo stesso modo di un gruppo pop locale
Uno dei punti di forza del K-pop è lo sviluppo di concept e tematiche caratterizzanti che variano da artista ad artista. Forse potrebbe essere questa la strategia che a mano mano adotteranno le etichette per risolvere il rebus. Gruppi che suonano un K-pop contaminato, ma che non risulti periferico. Anzi, la sfida passa proprio dal superamento del concetto stesso di periferia e dalla trasformazione del genere in uno stile sempre più universale.