La musica elettronica di oggi è il Kappa FuturFestival
Una lineup che si distingue per esclusive, back to back inediti e première nazionali, oltre 100mila presenze e un immaginario ormai definitissimo: ecco com’è andata questa edizione del festival torinese

Kappa FuturFestival, foto di Antonio Corallo
Il Kappa FuturFestival nel 2025 porta in scena il concetto di “istituzione” nella scena dei festival musicali. Oggi il Kappa è semplicemente tra i principali festival di musica elettronica del mondo. Un riconoscimento che l’evento torinese si è conquistato “sul campo”. Non solo con una lineup che, pur portando nomi noti, riesce comunque a distinguersi tra esclusive, back to back inediti e première nazionali. Ma anche grazie a un immaginario ormai definitissimo. Al Kappa FuturFestival prendono parte appassionati provenienti da oltre 150 nazioni differenti, con presenze totali che vanno oltre le 100.000 persone. Eppure, tra gli iconici piloni rossastri dell’ex area industriale del Parco Dora, sembrano tutti provenire dallo stesso posto.
Il colore del Kappa è quello delle pelli sudate al sole, ovvero i corpi dei raver che, con bucket hat, occhiali veloci, latex e calze a rete, affrontano il caldo cocente fino a 38 gradi a colpi di ventagli e immersioni nelle nubi di vapore acqueo costantemente sparato sotto i piloni. Il suono è quello della cassa che vibra, riparte, incalza, accelera e decelera dalle primissime ore del pomeriggio fino a mezzanotte in punto. House, tech house, techno, hard techno, l’elettronica in ogni sua forma scuote migliaia di persone nello stesso momento tra l’asfalto e la polvere di uno dei setting più impegnativi d’Italia dal punto di vista climatico. Ma a chi non mastica abitualmente il genere musicale può bastare un weekend all’anno da queste parti per assorbire il meglio di ciò che sta succedendo nel mondo della dance.
Tra le novità del Kappa FuturFestival anche il Lab Stage
Fin dalle primissime ore, mettendo piede nel perimetro del festival, colpisce come gli stage abbiano da subito grandissima partecipazione. La città aspetta religiosamente il festival e, quando inizia, lo vive come un grande rito collettivo. Il FuturFestival tende a non replicarsi. Tra le principali novità dell’edizione 2025 ci sono stati l’ampiamento del Nova Stage – dedicato, tra il resto, ai live – e l’aggiunta di un nuovo palco, il Lab Stage. Il perimetro è costantemente attraversato da centinaia di persone che si spostano a passo veloce tra le diverse aree, cercando di non perdersi nulla dei set più attesi che in diversi momenti si sovrappongono, costringendo a fare “stage hopping”. Un segnale chiaramente positivo e sinonimo di una lineup che ha pochi eguali nel mondo.
Già al primo giorno c’è un momento, intorno alle 20, in cui in contemporanea stanno suonando Anotr, Dennis Cruz, Seth Troxler e Donato Dozzy. Quanti festival possono permettersi un overlap del genere? Quante realtà ti consentono di sederti sotto un albero godendoti l’house di Octo Octa, mentre nello stesso momento risuona la techno di Charlotte de Witte, Adam Beyer e Maceo Plex, e mentre cinquemila persone stanno facendo il coro di “Nanana” di Peggy Gou?
I grandi nomi
Nel corridoio iconico del main stage – che qui si chiama Futur – incorniciato dai piloni d’acciaio e da un maestoso colpo d’occhio di migliaia di spettatori, superstar house e techno si contendono il titolo di eroi dell’edizione 2025. Qui PAWSA, Anotr e Dom Dolla hanno portato il suono housey che li ha incoronati tra gli indiscutibili hitmaker dance degli ultimi tre anni. Anyma ha chiuso il day one con la melodic techno che lo ha reso un brand globale. Solomun, in pantofole, ha percorso un extended set di tre ore all’altezza del suo nome. DJ Tennis e Seth Troxler hanno offerto un b2b spettacolare – divertendo e sorprendendo. Mentre Joseph Capriati ha scosso il tardo pomeriggio della domenica con l’imprint techno che è il marchio di fabbrica di cui il Kappa non fa mai a meno.
Il nuovo format live dei Meduza
C’è modo e tempo persino per cantare, e le occasioni non sono di certo mancate con Peggy Gou e i Meduza. Menzione d’onore per questi ultimi, che hanno chiuso le danze del sabato con il nuovo format live Meduza³.
Se il Futur Stage resta inequivocabilmente il palco principale e cuore pulsante del festival, il Solar Stage è il motore inarrestabile che fa tremare lo sterrato del Parco Dora. Il palco, sempre esposto al sole, è la versione accelerata degli altri, con un’alternanza di DJ hard techno, electro e gabber che incontrano i fan dalla carica più sfrenata. Il pubblico è un occhio puntato su un futuro che alterna gli scenari di Mad Max e Blade Runner, tra pelli semi-nude, lacci di latex, stivali da battaglia, lunghe code di capelli azzurri e fucsia e nuovi arrivati da TikTok. Fantasm, Nico Moreno, AZYR, Reiner Zonneveld e compagnia hanno martellato quest’area del festival dalle più giovani ore del primo giorno fino all’ultimo secondo della domenica.
Nelle interviste ai partecipanti che abbiamo realizzato in partnership con Tuborg, che nel 2025 ha debuttato come birra ufficiale del festival con uno speciale corner dedicato a un photobooth in realtà aumentata, Nico Moreno e AZYR sono risultati tra i nomi più attesi in assoluto dagli intervistati.
L’ottima varietà musicale del Kappa è riscontrabile nel giro di poche decine di metri. Mentre il Solar Stage scaricava la sua infinita energia, il nuovo Lab Stage era territorio di interessanti sperimentazioni. La new entry introdotta nell’edizione 2025 offre un palco a 360 gradi in cui gli artisti hanno modo di esibirsi con le console posizionate in una direzione a propria scelta, in alcuni casi dando letteralmente le spalle alla folla.
L’AI Music Contest di Reply al Kappa FuturFestival
Qui, venerdì e sabato, è andata in scena la finale dell’AI Music Contest di Reply. La società specializzata nella creazione di nuovi modelli di business abilitati dall’IA ha premiato i migliori artisti che implementavano intelligenza artificiale ed elettronica, con un concorso che ha visto la partecipazione di oltre 900 artisti provenienti da tutto il mondo. Ad aggiudicarsi il primo posto è stata la dj producer francese DELAURENTIS, che dal 2018 nei suoi progetti usa l’IA per rielaborare la propria voce e renderla un sorprendente strumento polifunzionale.
Il Lab Stage verrà ricordato anche per il b2b domenicale a sorpresa di Enrico Sangiuliano e Kevin De Vries, il format STOOR di Rotterdam e tanto altro. STOOR non ha deluso: per due giorni ha offerto una jam session di elettronica diretta da Speedy J e con Fjaak, The Lady Machine, Aurora Halal, Mathew Jonson e .Vril come partecipanti. Non capita tutti i giorni di assistere a un imprevedibile live a otto mani mentre la luce del tramonto sferza tra le colonne d’acciaio del Parco. Sul lato opposto, domina la scena il led screen verticale del Voyager Stage – alto più di 20 metri – su cui nel weekend si sono esibiti Carl Cox, Anyma b2b Solomun, Charlotte de Witte, Artbat, Dixon e tantissimi altri.
La varietà del pubblico
Camminando tra gli stage si intercettano tutte le età, dai diciottenni fino, ad occhio, ai settantenni. Una famiglia intera – madre, padre e due figli preadolescenti – assiste dalla terrazza Gold, a lato del Voyager, alla performance di Charlotte de Witte. Il padre mi spiega che è l’artista preferita di sua figlia, che ha 14 anni. Poche ore dopo, una coppia di asiatici sulla cinquantina ascolta abbracciata il live finale di Caribou al Nova. Appena un’ora prima, un americano con cappellino MAGA, maglia del Barcellona e ventaglio del Pride saltava in prima fila durante il set di Peggy. Un magnifico trionfo di contraddizioni.
Mettendo da parte i numeri in crescita dell’industria, la popolarità record sui social e la nuova generazione sempre più interessata alla techno, se a inizio luglio vai al Kappa FuturFestival capisci che la musica elettronica sta bene, in Italia e nel mondo. Un mondo che al Parco Dora è, ogni anno, perfettamente fotografato. In tutte le sue identità.