Kendrick Lamar non vuole partecipare alla festa, vuole avere il potere di farla finire
Nella notte il rapper di Compton ha pubblicato su Instagram un nuovo brano (il cui titolo parrebbe essere “Watch The Party Die”), e no, non è un caso che lo abbia fatto durante gli MTV VMAs
Mentre alla UBS Arena di Elmont, a New York, andava in scena una delle serate più importanti dell’anno per l’industria musicale americana (e del mondo intero), dall’altra parte della costa qualcuno ha deciso che era arrivato il momento di “rovinare” il party. Stanotte, infatti, sul profilo Instagram di Kendrick Lamar è apparso inaspettatamente un nuovo brano, il primo dall’uscita di Not Like Us. Una traccia di cinque minuti con in copertina un paio di Air Force 1 consumate prese da un’inserzione di eBay. Il tutto senza nessun commento né un titolo ufficiale, che però dovrebbe essere Watch The Party Die. Un naming che rende piuttosto improbabile l’ipotesi che l’uscita in concomitanza degli MTV VMAs sia stata casuale. Così come qualsiasi cosa provenga dal rapper di Compton.
Se infatti Kendrick Lamar non ha partecipato alla festa (dove era candidato nelle categorie Song of the year e Song of summer), ha voluto prendersi il potere di farla (metaforicamente) finire, scagliandosi (anche) contro ciò che la televisione trasmette proprio nel momento in cui tutto il mondo è sintonizzato sui Video Music Awards. E infatti, “I think it’s time to watch the party die”, dice immediatamente, con un riferimento nemmeno troppo velato a una rima contenuta in meet the grahams (“Dear Aubrey, I know you probably thinkin’ I wanted to crash your party). Kendrick chiarisce così – qualora qualcuno se lo stesse chiedendo – che le armi tra lui e Drake non sono state per nulla deposte. Ma anzi, che la “guerra” per l’affermazione della cultura e dei suoi valori è ancora nel vivo.
Kendrick Lamar contro la mercificazione della cultura rappresentata (anche) da Drake
Proprio questo, infatti, è ancora uno dei temi preponderanti del brano e di una spietatissima seconda strofa, che è di fatto una critica sullo stato attuale dell’industria e soprattutto dell’hip hop. Una cultura che secondo Kendrick è stata appiattita e mercificata in modo esponenziale proprio da figure come quella di Drake (non a caso l’accusa principale mossa nei suoi confronti è quella di essersi appropriato di una cultura per un proprio tornaconto personale, sfruttando cinicamente le collaborazioni con rapper dei quartieri poveri e utilizzando accenti falsi per entrare in contatto con i movimenti di New Orleans, Houston e Atlanta), votati alla glorificazione del materialismo e dell’edonismo. Perdendone dunque di vista i reali capisaldi di cui K-Dot è uno degli alfieri più influenti.
Nulla di molto diverso da ciò che rappresentava Not Like Us, senza dubbio uno dei brani rap più rilevanti dell’ultimo decennio, nonché anthem di tutti coloro che si riconoscono negli ideali della cultura. Nulla di diverso, certo, tranne il fatto che Watch The Party Die esce a una manciata di giorni da un annuncio di un certo peso, ossia che Kendrick Lamar sarà l’headliner dell’Halftime Show del Super Bowl 2025 (una notizia che già di per sé ha creato non poco scalpore per la mancata scelta di Lil Wayne, nativo di New Orleans a cui proprio Drake ha mostrato il suo supporto).
“Watch The Party Die” è una contraddizione rispetto alla partecipazione al Super Bowl?
Se infatti pensiamo alla massima espressione dell’ultra capitalismo americano, poche cose possono essere paragonabili alla finale di campionato della NFL e del suo intervallo, un evento da centinaia di miliardi di dollari che ogni anno si riconferma il più seguito di tutti gli States, con una media di 100 milioni di telespettatori.
La pubblicazione da parte di Kendrick di un brano che mette in luce la sua frustrazione per la commercializzazione della cultura potrebbe allora apparire contraddittoria con gli avvenimenti degli ultimi giorni, ma il rapper di Compton (che aveva già preso parte all’Halftime Show del 2022 insieme a Dr. Dre, Snoop Dogg, Mary J. Blige, 50 Cent e Eminem) ha già rilasciato a questo proposito una dichiarazione di intenti ben precisa: “il rap è ancora il genere di maggior impatto e io sarò lì per ricordare al mondo il perché”.
“Kendrick Lamar è davvero un artista e un performer unico nel suo genere. Il suo profondo amore per l’hip hop e la cultura informa la sua visione artistica. Ha una capacità ineguagliabile di definire e influenzare la cultura a livello globale. Il lavoro di Kendrick trascende la musica e il suo impatto si farà sentire per gli anni a venire”, ha aggiunto Jay-Z in uno statement. Il tutto non lascia dunque troppo spazio ai dubbi: il 9 febbraio Kendrick Lamar trasformerà quello che è sempre stato uno spazio dedicato alla pubblicità sfrenata (anche) in un momento di vero e proprio elogio della cultura e userà il palco più seguito d’America per puntare i riflettori sulle istanze della comunità. Del resto, They got the right one.