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L’antiterrorismo inglese contro i KNEECAP: cosa sta succedendo

Il trio hip hop di Belfast è finito al centro delle polemiche dopo i due set al Coachella e l’emergere di due vecchi video in cui appoggerebbero Hamas e Hezbollah. Ora deve difendersi dagli attacchi e dalle possibili cancellazioni dei prossimi concerti

  • Il30 Aprile 2025
L’antiterrorismo inglese contro i KNEECAP: cosa sta succedendo

Foto di Peadar Ó Goill

Tutto è iniziato dalle loro due esibizioni al Coachella: il taglio dello streaming da parte degli organizzatori e il tanto discusso secondo show. Il set dei KNEECAP, trasmesso in diretta su Twitch, ha scatenato l’indignazione generale per il messaggio “Fuck Israel, Free Palestine” proiettato sul megaschermo e per l’incitamento dei cori “Free palestine”. Il trio rap nordirlandese, che si spende da anni per la questione palestinese, nei giorni successivi è finito nel vortice.

Prima le proteste da parte di alcune personalità statunitensi, tra cui Sharon Osbourne che ha chiesto la revoca del visto di lavoro negli Stati Uniti. Il gruppo ha in programma numerosi concerti negli States in autunno. In un’intervista a Rolling Stone, Mo Chara (che avevamo intervistato per l’uscita del loro album) aveva risposto: «La sua sfuriata ha così tanti buchi che difficilmente merita una risposta, ma dovrebbe ascoltare War Pigs, scritta dai Black Sabbath di Ozzy Osbourne, suo marito».

L’antiterrorismo britannico e i video sotto indagine

Tuttavia, l’antiterrorismo britannico a causa di alcuni video del passato diventati virali, ha iniziato un’indagine sul trio. Le clip, divulgate online da Danny Morris dell’associazione benefica Community Security Trust, sarebbero state tratte da un concerto tenutosi nel novembre 2024 al Kentish Town Forum di Londra. Il video mostra i KNEECAP sul palco, con un membro che sembra gridare “Go Hamas, Go Hezbollah” alla folla.

Entrambi sono considerati gruppi terroristici proibiti nel Regno Unito. Ai sensi della Sezione 12 del Terrorism Act 2000, è un reato esprimere “un’opinione o una convinzione che sia di supporto a un’organizzazione proibita”. In risposta alla notizia la band ha condiviso su X un post che recitava: «18 mesi di filmati sul genocidio non sono oggetto di indagine da parte della polizia antiterrorismo del Regno Unito».

In un comunicato successivo, i KNEECAP hanno definito l’intera questione una campagna coordinata. «Per oltre un anno abbiamo utilizzato i nostri spettacoli per denunciare la complicità dei governi britannico e irlandese nei crimini di guerra. I recenti attacchi contro di noi, in gran parte provenienti dagli Stati Uniti, si basano su distorsioni e falsità deliberate» hanno dichiarato. «Il motivo per cui i KNEECAP vengono presi di mira è semplice: stiamo dicendo la verità e il nostro pubblico sta crescendo. Chi ci attacca vuole mettere a tacere le critiche a un massacro di massa. Si armano di false accuse di antisemitismo per distrarre, confondere e fornire copertura al genocidio. Quello che ci interessa è che i governi dei Paesi in cui operiamo stanno permettendo alcuni dei crimini più orribili della nostra vita e non resteremo in silenzio. Nessuna manipolazione mediatica cambierà la situazione».

I Tories, Downing Street e i concerti a rischio

I KNEECAP hanno attirato anche le ire dei Tories per i cori (“Maggie’s in a box”) contro Margaret Tatcher durante il set al Coachella. La leader Kemi Badenoch ha condiviso il filmato e ritirato fuori la questione dei fondi che la British Phonographic Industry ha assegnato al gruppo con il Music Export Growth Scheme. «Al Governo ho bloccato il finanziamento di KNEECAP ai contribuenti. I laburisti non hanno contestato la causa legale intentata dalla band e se ne sono andati con 14.250 sterline dei NOSTRI soldi. Forse ora che li vedono glorificare apertamente gruppi terroristici malvagi, si scuseranno per aver fatto marcia indietro. Ma ne dubito» ha scritto su X. L’indignazione è arrivata anche dalle associazioni e dai familiari di Jo Cox e David Amess, due conservatori uccisi nel 2016 e nel 2021. La band, nel merito, ha chiesto scusa.

Nonostante ciò Downing Street non sembra voler fare un passo indietro e diversi leader stanno chiedendo di cancellare i numerosi concerti della band previsti quest’estate. Tra questi ci sono anche Glastonbury e il festival scozzese TRSNMT. Proprio il primo ministro scozzese John Swinney ha chiesto che fossero rimossi dal cartellone. Per il momento però è tutto confermato. In modo diverso è andata per l’Hurricane e il Southside in Germania e per l’Eden Project in Cornovaglia. I KNEECAP sono stati esclusi da tutti e tre gli eventi, ma hanno risposto organizzandone altrettanti nelle stesse città nel medesimo giorno.

La storia dei KNEECAP

Mo Chara, Móglaí Bap e DJ Próvaí hanno fondato la band nel 2017, il giorno prima della marcia per la legge sulla lingua irlandese, riconosciuta solo due anni fa dal Regno Unito. Il termine Kneecap fa riferimento a una delle pratiche più diffuse durante il conflitto nordirlandese, ovvero quello di sparare alle rotule. Quello che in italiano definiamo comunemente gambizzazione. Le loro posizioni contro i soprusi della polizia, su tutte la storia del celebre murales della camionetta in fiamme – l’opera d’arte che dà il titolo al loro album FINE ART – raccontata a suon di techno rap nella titletrack e il loro appoggio alla causa palestinese li hanno fatti conoscere ovunque.

Lo scorso autunno sono stati anche protagonisti al Sundance Festival con il loro film Kneecap che racconta, romanzandola, la loro storia. Nel cast c’è anche Michael Fassbender. Il lungometraggio di Rich Peppiatt è stato decretato miglior film irlandese dell’anno, ha vinto sei British Independent Awards un BAFTA ed è rientrato nella short list dei migliori film in lingua straniera agli ultimi Oscar.

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