Con LA SAD anche dall’odio può nascere un disco
Theø, Fiks e Plant, dopo l’avventura a Sanremo, pubblicano il loro secondo album “ODIO LA SAD”. Un lavoro che sa di rivoluzione: «Se non trasformi le negatività in qualcosa di positivo, poi ti deteriorano»
Quante volte abbiamo sentito gli artisti cantare «non cambierò mai», come LA SAD in GOODBYE. Il Festival di Sanremo però, per quanto uno voglia rimanere duro e puro, è un’esperienza che segna e cambia chiunque. È una centrifuga che può risucchiarti e sputarti fuori a brandelli. Theø, Fiks e Plant si sono presi un rischio, ma erano pronti e allenati. Il trio è nato in un monolocale ed è stato forgiato nell’odio, per cui non c’era nulla da temere. I LA SAD hanno abbattuto qualche pregiudizio senza snaturarsi e hanno allargato il proprio pubblico. «Lo si nota dagli occhi delle persone quando ti incontrano in autogrill. Ci arrivano anche dei disegni dai bambini. Ci vedono come dei Pokemon con i capelli colorati» racconta Fiks, quello con la cresta rosa per chi se lo chiedesse. Tutto questo amore però è il frutto di una relazione stretta con il suo opposto: l’odio, appunto. ODIO LA SAD, il secondo album del trio, è un concept album di passaggio e il racconto di una rivoluzione.
L’odio è utile
«Se non lo trasformi in qualcosa di positivo, poi ti deteriora» racconta Plant mentre con le dita si aggiusta i riccioli celesti. Il punto di partenza è stato l’odio, il primo pezzo scritto per l’album invece SUMMERSAD 4. Un brano autobiografico che racconta del SadCastle, il monolocale dove LA SAD ha scelto di trasformare la negatività in musica con un cocktail che unisce punk e chitarre con emo-trap e beat. Da lì – dopo il riscontro del debutto, un altro concept album, stavolta sull’amore tossico – hanno vissuto sulla loro pelle entrambi i lati del successo. Le due facce della medaglia che emergono nella titletrack. «Mi ricordo ancora quando abbiamo scritto ODIO LA SAD. Era la mattina dopo la denuncia del Codacons. D’altronde questa è la nostra storia: LA SAD non siamo solo noi. LA SAD è una comunità di persone odiate» racconta Plant.
Il secondo lavoro del trio, alternando momenti emo ad altri più rabbiosi, approfondisce tutti i temi già sfiorati in AUTODISTRUTTIVO. C’è il riferimento alla solitudine, alle dipendenze e alla depressione. Fin qui niente di nuovo, tutti argomenti che ha affrontato da sempre. Tuttavia, come dicevamo, il Festival cambia gli artisti. Nel caso de LA SAD, che ha chiuso l’album dopo l’esperienza dell’Ariston, il cambiamento è avvenuto soprattutto a livello lirico. «Siamo sempre partiti dalla musica, ma questa volta abbiamo dato più importanza alla costruzione dei testi rendendoli meno istintivi» spiega Theø. Il risultato di questo nuovo approccio sono i brevi affreschi di MALEDETTA VITA.
I protagonisti di tutte le età, accomunati dai “demoni nella testa”, sono tutti diversi, ognuno a suo modo. «La nostra lotta per la diversità è iniziata con Sanremo, ma c’è ancora tanto da fare. Questo nuovo album è il secondo passo e in futuro vorremmo concretizzare il nostro pensiero con azioni sociali concrete» rivela Fiks.
Punk is (not) real
Nella copertina di ODIO LA SAD compaiono gli insulti che più spesso vengono rivolti al trio e che Theø, Fiks e Plant esorcizzano all’inizio del disco. Ognuno di loro reagisce in modo diverso e ciò testimonia anche il lavoro duro di scrittura d’insieme che fanno ogni volta per far combaciare le loro personalità. Fiks, per esempio, se ne infischia: «Mi fanno tutti ridere, soprattutto quelli che ci dicono che siamo la rovina dell’umanità».
Plant invece è quello dei tre che si mette più a nudo. La sua sensibilità emerge in modo evidente, nonostante spesso tenti di mascherarla facendo battute a ripetizione: «Mi fa male quando ci danno dei “tossici”. Noi siamo puliti e abbiamo lottato e sofferto molto per uscire dalla dipendenza degli psicofarmaci e delle droghe. Chi dice certe cose non sa cosa significa»
Theø odia chi mette in dubbio l’autenticità del trio. «”Non siete Punk” è l’insulto che mi dà più fastidio. Anche se la nostra musica è piena di influenze lontane da quel mondo, il nostro approccio alla vita è Punk. Ora siamo luxury punk, perché ci siamo rotti le palle di essere barboni. Ce lo meritiamo di avere una vita migliore di quella abbiamo vissuto finora».
Gli album e gli amici de LA SAD
Non bisogna però cadere nel cliché degli artisti odiati dal mondo intero, anche se talvolta può essere comodo. LA SAD genera infatti anche molto amore intorno a sé, ogni giorno sui social riceve dei messaggi di ringraziamento da parte di chi è entrato nella famiglia e si è salvato. «Noi siamo come ci mostriamo, siamo sinceri e questo la gente lo percepisce» spiega Fiks che non nasconde che il loro non essere dei tipi “in giacca e cravatta” aiuta. «L’aspetto esteriore non dovrebbe contare, si può portare avanti un messaggio anche col maglioncino. Poi è ovvio che noi, avendo quest’estetica, riusciamo a farci ascoltare più facilmente. Ma non lo facciamo di proposito, siamo questi».
LA SAD ha conquistato non solo i propri fan, ma anche molti colleghi che hanno partecipato a ODIO LA SAD. Se l’amicizia con Naska non è nuova, quella con J-Ax è molto più recente. «Tutto è cominciato al LOVE MI. Noi dovevamo esibirci nel pomeriggio, prima della diretta. Alessandro ci ha contattato e ci ha offerto di rimanere nel suo camerino perché voleva conoscerci. Alla fine ci ha anche portato sul palco con lui per cantare Domani smetto» racconta Fiks. Da questo rapporto era logico potesse nascere una collaborazione: GOODBYE potrebbe essere benissimo una canzone degli Articolo 31 dei primi Duemila. Ribellione a suon di pop-punk e con un videoclip che uscirà a breve e che promettono spaccherà.
Con Rose Villain invece il trio si è conosciuto dal vivo a Sanremo in una situazione surreale. «Siamo andati a cena noi tre, lei e Giacomo Poretti» racconta Plant. NON LO SAI è uno dei ritornelli migliori del disco che corona le tre strofe personali in cui ogni componente si racconta. Se Rose può essere accomunata a LA SAD per le sue influenze rock, molto meno immediato sembra il feat dell’album con Riccardo Zanotti. Un esempio di come spesso il pregiudizio può accecarci. Come ci avevano raccontato in un’intervista prima di Sanremo – il frontman dei Pinguini aveva coscritto AUTODISTRUTTIVO – «lui è molto simile a noi a livello umano e musicale. Ha un background molto vasto».
Fuck the WRLD
ODIO LA SAD si chiude letteralmente con il botto. FUCK THE WRLD è un brano hardcore punk velocissimo durante il quale i tre urlano tutto ciò che odiano della società. Le chitarre suonate in studio da Theø ricordano i brani più rabbiosi, debitrici dei brani più rabbiosi di Insomniac dei Green Day. «Uno dei nostri obiettivi fin dall’inizio è sempre stato quello di (ri)portare il punk nel mainstream e far conoscere il genere a tutti. Per questo sono contento quando il ragazzino dodicenne che magari non sa chi siano i Blink-182, si appassiona alla nostra musica e scopre quel mondo».
Ma quindi, i LA SAD sono stati cambiati da Sanremo? Sì, ne sono usciti diversi, ma loro diversi lo sono sempre stati. La cosa più bella è che la metamorfosi si è allargata anche al mondo che li osserva dall’esterno. Il pubblico da casa ha abbracciato la diversità e si è riscoperto a sua volta diverso. Per cui, come amano ripetere Theø, Fiks e Plant, «viva la diversità!».
Le date del Summersad Tour 2024
- 19/06 Roma – Rock In Roma
- 22/06 Firenze – Versus Festival nuova data
- 02/07 Bologna – BOnsai
- 07/07 Perugia – L’Umbria che Spacca
- 10/07 Collegno (TO) – Flowers Festival
- 12/07 Brescia – Brescia Summer Music
- 13/07 Caorle (VE) – Suonica Festival
- 26/07 Igea Marina (RN) – SUMMERSAD FEST – Oltremare Beky Bay nuova data
- 30/07 Gallipoli (LE) – Oversound Festival
- 08/08 Cinquale (MS) – Arena della Versilia
- 09/08 Ripatransone (AP) – TILT SUMMER FESTIVAL nuova data
- 04/09 Pescara – TERRASOUND
- 07/09 Sesto San Giovanni (MI) – Carroponte