Lazza, ultimo tango a Milano
Due ore e mezza di show, diciannove ospiti sul palco, quattro atti, 34mila presenti. C’è ancora bisogno di spiegare perché Lazza è il rapper dell’anno?
Si sa, niente è come tornare a casa. E farlo con due ore e mezza di show suddiviso in quattro atti, con 19 amici e colleghi che sono lì con te e per te, con quaranta brani in scaletta, e di fronte a 34mila persone che urlano il tuo nome e le tue canzoni è qualcosa che difficilmente si scorda. Deve saperlo bene Lazza, che ieri sera col il concerto all’Ippodromo SNAI San Siro di Milano ha ballato il suo ultimo tango dopo un anno in cui ha dominato tutto il dominabile. Classifiche di vendite e chart sulle piattaforme di streaming, airplay. Per un soffio anche il podio del Festival di Sanremo (anche se, visto il successo riscosso da Cenere, la vittoria gliel’hanno conferita i fatti in tutti questi mesi). A Lazza mancava solo una cosa: dominare la sua città nella «serata più bella della mia vita». Detto, fatto.
Certo, c’erano già stati i tre sold out di questa primavera al Forum di Assago con il suo Ouvertour (e già quello era un indizio importante per comprendere che direzione avrebbe preso la serata all’Ippodromo, ossia quella dell’ennesimo tutto esaurito). Ma il concerto di ieri sera a Milano è stata tutta un’altra cosa, non fosse altro che per l’imponenza dello spettacolo (un plauso va alla band che lo ha accompagnato nella prima parte dello show) e per la parata di artisti che hanno voluto celebrare l’ultima grande festa di Lazza. Uno che il rispetto – quello vero – dei padri (che sul palco non lesinano in attestati di stima nei suoi confronti) e dei coetanei se l’è guadagnato sul campo. Con pazienza e fatica. E, soprattutto, senza dimenticare le radici e chi c’è sempre stato. Come fa ben capire la scelta di affidare l’opening del suo concerto più importante a Ensi e Nerone.
Lazza in concerto all’Ippodromo di Milano con la serie A del rap italiano
Ma non è tutto qui. Lazza piace perché spacca e sa di farlo. Per questo nelle sue parole non c’è mai nessuna traccia di una finta modestia che sfiora pericolosamente i limiti dello stucchevole. Niente false speranze che possono nascere da un sentito e risentito “se ce l’ho fatta io potete farcela anche voi”. «Quest’anno me ne hanno dette di ogni. Mi hanno detto che sono diventato pop, che sono diventato mainstream. È vero, sono mainstream, ma il primo che dice che non so più rappare gli spezzo le dita», tuona Jacopo dal palco. Qualcuno lo definirebbe un arrogante, qualcun altro uno spaccone. A noi – che amiamo gli artisti senza filtri – piace di più definirlo sfacciatamente e genuinamente sincero.
E allora, dopo aver aperto il concerto all’Ippodromo di Milano al pianoforte, Lazza è pronto a scatenare il panico e confermare che potrà anche aver flirtato col pop, ma che l’hip hop è ancora il vero amore della sua vita. A farlo con lui c’è la serie A del rap (e del pop) italiano, con il fidato Drillionaire in consolle, talvolta a quattro mani con Low Kidd. Guè, Fabri Fibra, Madame, Capo Plaza, Tony Effe, Emis Killa, Anna, Sfera Ebbasta, Tedua, Nitro, Giaime, Fred De Palma.
E ancora Blanco, Irama, Emma (che ha annunciato una nuova collaborazione con Jacopo nel suo nuovo disco in uscita ad ottobre), Dardust e Elodie. Nomi importanti, importantissimi, ma la vera sorpresa per tutti è la presenza di Baby Gang. Un cameo che nessuno si aspettava, dal momento che Zaccaria attualmente sta scontando una pena per rapina a mano armata in una comunità terapeutica.
Anche Baby Gang sul palco
Quante volte durante un concerto abbiamo sentito il messaggio “Free Baby”? Lazza, stavolta, ha fatto molto di più, convincendo il giudice a concedere a Baby – accolto a braccia aperte dalla sua Zona 7 – un permesso speciale per poter presenziare al concerto all’Ippodromo di Milano, dove i due hanno cantato insieme Restare, brano contenuto in Innocente. Un gesto potentissimo (ed emozionante) quello di Lazza, a dimostrazione che i veri grandi non scordano i fratelli, nemmeno nelle difficoltà.
Insomma, quella di ieri sera per Lazza è stata la chiusura perfetta di un cerchio apertosi ormai nel 2022 con la pubblicazione di Sirio, il suo album della consacrazione. Jacopo è cresciuto, ed è entrato di diritto nell’Olimpo di quei grandi di cui sopra. E stanotte, nel cielo di Milano, la sua stella si è mostrata più luminosa che mai.