Vita, morte e miracoli del rock: quando le leggende sono più note della verità
Da Elvis Presley camionista al sosia che ha sostituito Paul McCartney nei Beatles e nella vita: racconti inverosimili sulle star diventati più famosi della realtà
Se non esistessero leggende sui musicisti, la storia del rock sarebbe probabilmente un elenco di uscite discografiche intervallate da morti improvvise, per lo più di ventisettenni.
Invece a noi piace pensare che Jim Morrison stia sorseggiando un daiquiri su una spiaggia caraibica, magari riservando una sdraio accanto a lui per qualche amico. Ecco, non certo per Michael Jackson, che difficilmente metterebbe a rischio la sua pelle candida per una banale abbronzatura, ma forse, chessò, un Elvis ottantenne si scalderebbe volentieri le ossa al sole, o un Paul McCartney, quello – diciamo – originale.
La morte è il tema su cui si fondano la maggior parte delle storie inverosimili del rock. Probabilmente perché ci permettono di credere che quella storia straordinaria non sia finita, che quell’esistenza mitica non possa dirsi interrotta per sempre.
Le leggende sul re del rock and roll: Elvis
A Elvis Presley va senz’altro il primato delle fake news, nate per addolcire lo strazio di quel 16 agosto 1977, in cui il cadavere del re del rock’n’roll fu trovato nella sua tenuta, Graceland.
La teoria più accreditata è quella che abbia inscenato la propria morte per diventare definitivamente un agente della DEA. The King aveva persino il badge del dipartimento, regalatogli dal presidente Nixon, e amava indossare le uniformi. La storia è talmente diffusa che Netflix ha deciso di realizzarne la serie animata Agent Elvis, doppiata tra gli altri dalla compianta figlia Priscilla e da Matthew McConaughey.
L’alternativa un po’ meno macchinosa è che il cantante sia semplicemente fuggito dall’inferno della fama e dei riflettori, utilizzando l’identità di Jon Burrows, un misterioso personaggio partito da Memphis per l’Argentina proprio pochi giorni dopo la morte di Elvis.
C’è poi chi sostiene che il re del rock sia rimasto nascosto per decenni nella sua Graceland, o ancora che sia diventato un predicatore di nome Bob Joyce, o infine che sia tornato a dedicarsi al primo mestiere: il camionista. Fate attenzione a chi è alla guida quando li superate in autostrada.
La morte di Jim Morrison
Anche su Jim Morrison si sprecano le congetture. Trovato cadavere nella vasca da bagno della sua casa di Parigi il 3 luglio del 1971, si dice che il cantante dei Doors abbia in realtà perso i sensi in un locale di nome Rock’n’Roll Circus, a causa di un mix di alcol ed eroina. Qualcuno lo avrebbe poi messo un taxi e buttato nella vasca piena di acqua gelida nella speranza (ormai vana) che si riprendesse dall’overdose.
Negli anni non sono mancati avvistamenti e presunti indizi sulla possibilità che il Re Lucertola sia ancora vivo, nascosto dietro un ombrellino da cocktail su un’isola delle Seychelles.
Dispiace rovinare la festa ai più speranzosi complottisti, ma l’epilogo ritenuto più probabile è che dopo una notte di bagordi con la compagna Pamela, Jim abbia cercato di superare le conseguenze dell’abuso di droga con un bagno caldo, che invece è stato per lui letale.
La teoria P.I.D. (Paul Is Dead)
Se nella maggioranza dei casi le leggende della storia del rock riguardano morti che sarebbero ancora vivi, la cosiddetta teoria P.I.D. è invece legata a un vivo che sarebbe morto. Si tratta infatti dell’acronimo di “Paul Is Dead”, e si riferisce a una leggenda metropolitana di vecchissima data sull’identità di Paul McCartney.
Già sul finire degli anni ‘60 cominciò a circolare la voce che il bassista dei Beatles fosse morto nel 1966 in un incidente stradale, e che fosse stato sostituito segretamente da un sosia per non compromettere il futuro della band.
Ovviamente a corredo della leggenda ci sarebbe fior fiore di indizi: dettagli sulle copertine degli album, frasi equivoche all’interno dei testi, fotografie sospette, e tutta una serie di minuziosissime confutazioni che i fan di P.I.D. hanno raccolto negli anni.
Le smentite del gruppo di Liverpool e degli scienziati di tutto il mondo non sono mai bastate ad arginare il diffondersi di questa bizzarra teoria. A noi basta pensare a tutti i capolavori che Paul McCartney ha scritto da quel 1966 ad oggi e inchinarci al suo genio. O a quello del suo sosia, insomma.
Tra leggende rock e verità: Keith Richards e Ozzy Osbourne
Alcune bizzarre teorie su precisi momenti della vita delle star del rock sono in bilico tra leggende e storia vera, soprattutto se contestualizzate tra le abitudini di certi personaggi.
Non ha stupito più di tanto, per esempio, la dichiarazione che Keith Richards ha rilasciato anni fa alla rivista britannica NME: “La cosa più strana che ho sniffato? Le ceneri di mio padre”. Da quanto ricostruito, il chitarrista dei Rolling Stones avrebbe preferito far sparire i resti nel suo naso, piuttosto che toglierle di mezzo con l’aspirapolvere: un gesto a suo dire indegno e irrispettoso.
La versione edulcorata è invece che spargendo le ceneri nel giardino di casa, Keith abbia respirato involontariamente alcuni granelli: un gesto molto meno rock’n’roll ma anche un filo meno macabro.
E chi non ricorda l’affaire pipistrello quando si parla di Ozzy Osbourne? Il 20 gennaio 1982 a Des Moines, durante il tour di Diary of a Madman, un ragazzino della zona lancia sul palco il cadavere di un volatile notturno, che cade rovinosamente sul palco. Il cantante dei Black Sabbath lo raccoglie e, convinto che si trattasse di un giocattolo di gomma, gli stacca con un morso la testa per poi sputarla a pochi metri nello stupore generale.
In questo caso la storia è vera, ne esistono anche testimonianze video, ma la leggenda è riuscita a propagarsi anche su un fatto reale.
Per anni è infatti circolata la voce che il malcapitato pipistrello fosse in realtà vivo quando precipitò on stage, e che ancora battesse le ali quando Ozzy decise di decapitarlo. In alcune versioni pare addirittura che l’animale avrebbe ricambiato il morso. In ogni caso al Re delle Tenebre un’antitetanica non gliela levò nessuno.
Phil Collins e In the Air Tonight
Meno oscuro, ma altrettanto nebuloso, il mistero attorno a cui sarebbe avvolta la canzone In the Air Tonight di Phil Collins.
Leggenda narra che il testo avrebbe per protagonista lo stesso ex Genesis, che dopo aver visto un uomo tentare di affogarne un altro lo avrebbe riconosciuto anni dopo tra la folla di un suo concerto. A quel punto – con tanto di riflettori puntati sul presunto killer – avrebbe intonato le celeberrime frasi: “Well, if you told me you were drowning, I would not lend a hand. I’ve seen your face before my friend, but I don’t know if you know who I am. Well, I was there and I saw what you did, I saw it with my own two eyes”.
A nulla è valsa la smentita dello stesso Phil, che ha più volte dichiarato di essersi ispirato alla fine del suo matrimonio: la leggenda in questo caso era troppo più inquietante della realtà.
Articolo di Federica Mingarelli