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Certe notti Campovolo sembra Las Vegas, ma è Ligabue che dà forma ai suoi sogni

La quinta volta di Luciano, in quella che oggi è l’RCF Arena, è stata una due giorni di festa per i 30 anni di “Certe notti” e “Buon Compleanno Elvis”. Dal palco il rocker ha parlato di cambiamento climatico e ha lanciato un grido di pace

  • Il22 Giugno 2025
Certe notti Campovolo sembra Las Vegas, ma è Ligabue che dà forma ai suoi sogni

Non puoi dire di aver visto Ligabue dal vivo se non sei mai stato a Campovolo. Non so chi mi disse una volta, tanto tempo fa, questa frase. Un’iperbole che forse è anche frutto della mia immaginazione per convincermi che prima o poi sarei dovuto andare. Dal primo del 2005 sono passati venti anni e sono cambiate tante cose, persino il nome del posto che oggi è la RCF Arena ed è organizzato nei minimi dettagli. Ogni edizione successiva ha avuto qualcosa da festeggiare e al quinto tentativo di vivere l’esperienza nella distesa verde di Reggio Emilia il destino mi ha riservato La notte di Certe notti, il Campovolo dedicato alla canzone delle canzoni dell’album che sulla carta d’identità porta lo stesso mio anno di nascita.

Trent’anni dopo, la Las Vegas di Buon Compleanno Elvis ha ripreso vita per due giorni. Fin dal venerdì pomeriggio, quando ho calcato l’asfalto della Liga Street allestita davanti all’ingresso dell’arena, con tanto di Orologio del Liga (il braccialetto che funge da biglietto e da metodo di pagamento ricaricabile e, ancora più importante rimborsabile in caso di avanzo) è sembrato di essere finiti in un parco tematico. Truck di street food all’americana, gli spazi dedicati a PizzAut e alla Cooperativa sociale La Collina e l’enorme pupazzo di Elvis utilizzato nel tour nei palazzetti dell’epoca.

«Come a Las Vegas, ho voluto ricreare tutto e il contrario di tutto» spiega il cantautore. E quindi c’è anche il palco per i talk e le tribute band, i flipper artigianali e unici a tema Liga (ideati e voluti da suo fratello Marco), l’area sport e il cinema all’aperto. Qui il destino ha giocato un altro dei suoi scherzi. “Buonanotte. Qui è Radio Raptus, e io sono Benassi, Ivan. Forse lì c’è qualcuno che non dorme. Beh, comunque che ci siate oppure no, io c’ho una cosa da dire”. Sullo schermo andava Radiofreccia, esordio cinematografico del cantautore (regista in questo caso), e quel monologo, sebbene alla millesima volta, riesce ancora a smuoverti dentro e fuori. Come la storia di Veleno, il duro con i due cuori, in grado di amare e odiare un po’ di più, ma incapace di piangere se non è solo.

Chissà se nel grande cartellone con scritto I ragazzi sono in giro, inaugurato dalla firma di Luciano, qualcuno dei 100mila fan avrà scritto quel nome. Tra la gente arrivata da 250 città diverse, qualcuno accampato fin dal venerdì, ci sono diverse coppie con figli: molti di essi hanno all’incirca tra i dodici e i tredici anni e la leggenda vuole siano stati concepiti la notte dei Campovolo 2.011 su consiglio di Luciano, quando c’era la luna piena e tutto era andato a gonfie vele.

Certe notti apre e chiude

Una delle cose che ti rimangono addosso, impresse proprio nella memoria, quando assisti a un concerto di Ligabue è l’attaccamento del pubblico. Non sono tanto le urla o la commozione di chi è capace di lasciarsi trasportare dalle emozioni, la cosa che ti lascia più frastornato dal primo minuto del live sono le voci. Ogni parola di ogni canzone, tutte a memoria, a tal punto che Luciano potrebbe prendersi più di una pausa. Il pubblico canterebbe comunque per lui. La prima volta che ho visto un suo concerto era all’Arena di Verona e per qualche minuto credevo che il volume del suo microfono fosse troppo basso. Anche per questo motivo, tornando al dunque, Ligabue a Campovolo è un’altra cosa, all’ennesima potenza. Perché quelle voci le senti di meno per la forza del suono, ma coprono ancora più nettamente i momenti di silenzio.

Questa volta è stato il karaoke collettivo ad aprire l’evento, nel vero senso della parola. E non poteva che essere Certe notti che è diventata così inizio e fine della storia. La Las Vegas di Buon Compleanno Elvis si accende del tutto con I ragazzi sono in giro. Ligabue è salito sul palco con il classico gilet e gli occhiali da sole, accompagnato dalla prima band: Fede Poggipollini, Max Cottafavi, Luciano Luisi, Davide Pezzin e suo figlio Lenny. «Sto cercando di fargli capire che abbiamo dei privilegi enormi. Ma lo sto anche rassicurando il più possibile perché il salto dai teatri all’Arena di Campovolo è veramente grande» ci aveva rivelato Ligabue alla vigilia.

La Notte di Certe Notti inizia dall’accettare la vita così com’è, guardando la pistola e i cattivi pensieri affondare come Veleno e procede in modo non lineare tra ricordi e anniversari. È Little Taver a deciderlo con l’ormai consueta slot machine. I Clan Destino hanno il potere magico di catapultare tutti nei sogni di rock’n’roll (grande assente in scaletta, solo in karaoke). Non è tempo per noi, più di ogni altra, è la prova che quella fastidiosa sensazione che non sia mai il momento giusto, di essere nati nell’epoca sbagliata, non passerà mai. È un modo di interpretare e combattere l’esistenza. Anche per questo le domande da rivolgere a Dio sono rimaste le stesse dal 1995.

Poi ci sono i compleanni da festeggiare. I trenta di Buon Compleanno Elvis con la Banda e i venti di Nome e cognome, un disco sofferto e una seconda rinascita per Ligabue.

Foto di Maurizio Bresciani

Ligabue ci mette Nome e cognome su Gaza, le guerre e il clima

«Quell’album ha scaturito Campovolo. L’ho scritto in un momento personale forte. La separazione, la nuova relazione, una figlia e poi avevo perso mio padre e mio cugino. Il ritorno in scaletta di Lettera a G è un modo per ricordare e celebrare tutto questo» ha raccontato Luciano. Ligabue a Campovolo del 2005 nacque da un’idea di Maioli e dalla volontà di presentare un disco così personale a casa. Dopo tanto tempo nella setlist di un concerto del cantautore di Correggio sono tornati quei brani che l’hanno fatto (ri)scoprire a metà anni Duemila e che stasera hanno assunto un ruolo decisivo.

«Qui ci vogliono dire che occuparsi della crisi climatica sia un lusso…cosa vuoi che sia la siccità in Sicilia e in Sardegna, cosa vuoi che siano solo in Italia e solo l’anno scorso 350 casi tra allagamenti, esondazioni, mareggiate, frane, cosa vuoi che sia tutta quella gente che ha perso tutto ed è stata lasciata sola. Questi qui, i capi del mondo, ne avranno pure loro di figli e di nipoti, i cosiddetti, ma cosa vuoi che sia…». Ha presentato così l’omonimo singolo, uno dei pochi, oltre ai brindisi di Happy Hour, dove l’intelligenza artificiale gioca con mondi assurdi e altri non poi così lontani, come la Las Vegas desertica e post-apocalittica. Il cambiamento climatico che «i potenti vogliono mettere sotto al tappeto», ma non solo.

«Ho passato la mia adolescenza convinto che si potesse cambiare il mondo rendendolo più equo, più giusto e negli anni 70 tutti andavano nella stessa direzione. Oggi è il contrario, bisognerebbe smontare tutto. Una speranza passa attraverso il femminile» ha detto alla vigilia Luciano. Durante Le donne lo sanno scorrono i volti di alcune delle donne italiane più importanti. Tuttavia, quella speranza di cui sopra, Ligabue sembra un po’ averla persa. Lo si nota quando in conferenza parla della situazione mondiale e del perché scrivere una canzone come Il mio nome è mai più, oggi non avrebbe lo stesso potere del 1999. «Quello che canto in quel brano è quello che penso ancora oggi. Non si può pensare in termini di riarmo e di guerra. Ma su Gaza, con tutto l’orrore che vediamo, ogni parola sembra superflua. La crudeltà è troppa».

Durante il concerto, prima che la Banda iniziasse a suonare il pezzo si è spento tutto e sono apparse le scritte “Basta col massacro a Gaza”, “Basta col massacro in Ucraina”, “Basta col massacro in Sudan” e “Basta con i 56 massacri in corso nel mondo” con in sottodondo la registrazione della voce di Roberto Benigni estratta dall’intervento contro le guerre fatto lo scorso giugno a Propaganda Live.

Abbracciare tutti con palco mobile e ricordo 2005

Il quinto Campovolo di Ligabue è arrivato in una settimana strana, nella quale è tornata in voga la questione sui finti sold out e la vendita dei biglietti dei concerti. Venerdì Ferdinando Salzano di F&P ha parlato di un’ossessione per i sold out da sradicare dal linguaggio di promoter e uffici stampa, mentre il cantante ha preso le difese degli emergenti. «Io non sono informatissimo sulla nuova musica in Italia, ma di certo noto che è diventato un mondo fin troppo competitivo. Ci deve essere un tempo di maturazione. C’è qualcosa che non va se passi dal provino in camera allo stadio».

Il suo primo concerto in quell’area aeroportuale di Reggio Emilia, che prima del 2005 non conosceva quasi nessuno, lui se l’è conquistato dopo anni. «Ci è sfuggito quasi dalle mani all’inizio. Ripenso a quei quattro palchi che ho voluto a tutti i costi per abbracciare il pubblico. Se nessuno l’aveva mai fatto un motivo c’era (ride ndr). Anche se poi tecnicamente non funzionò tutto, ho ancora in testa i fotogrammi delle persone che avevo davanti sul finale di Urlando contro il cielo». Questa volta il palco mobile ne era solo uno. Una grande Cadillac rossa sulla quale con la band ha suonato Si viene e si va e Il meglio deve ancora venire. Ennesima dimostrazione che l’Arena RCF e Campovolo sono il mondo che dà forma ai suoi sogni.

Farne parte, anche solo per una notte, meglio ancora se quella di Certe notti, è straniante per quanto poco ci si senta soli in mezzo a centomila sconosciuti. Basta intonare degli oh oh oh che, ricordiamo, sono sempre importanti, per sentirsi uno dei tanti personaggi del grande universo Ligabue.

La notte di Certe notti in Europa e a San Siro

Dopo la festa nel centro Italia e nel Sud Italia a Caserta, arriverà il momento del nord. Sarà San Siro, sabato 20 luglio, a distanza di un anno esatto, il luogo dove proseguirà La notte di Certe Notti. Ma prima otto appuntamenti in Europa. I biglietti saranno in vendita dalle 14:00 di mercoledì 25 giugno.

Certe notti in Europa

  • 1° maggio | Barcellona – Razzmatazz
  • 2 maggio | Madrid – Sala Riviera
  • 8 maggio | Parigi – Olympia
  • 9 maggio | Londra – 02 SHEPHERD’S BUSH
  • 11 maggio | Utrecht – Tivolivredenburg Ronda
  • 12 maggio | Bruxelles – Cirque Royal
  • 14 maggio | Lussemburgo – Rockhal
  • 16 maggio | Zurigo – The Hall
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