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Madison Beer: «Il pop di oggi è guidato dalle donne, spero di essere anche io un esempio»

La cantautrice americana ci svela cosa c’è dietro il suo nuovo progetto discografico, Locket, in uscita il 16 gennaio 2026

  • Il9 Dicembre 2025
Madison Beer: «Il pop di oggi è guidato dalle donne, spero di essere anche io un esempio»

Divertente, sexy e consapevole. Queste le caratteristiche all’interno di Locket, il nuovo album di Madison Beer in uscita il 16 gennaio 2026. Delle vere e proprie montagne russe di emozioni che vengono rinchiuse all’interno di un progetto discografico di 11 tracce contraddistinte dalla spontaneità della cantautrice americana che si è cimentata anche nella produzione musicale del disco. 

Ogni traccia si incastra come un pezzo di un puzzle che, come ci racconta la stessa artista, alla fine ripercorre anche un po ‘ quelle che sono le fasi dopo la fine di una relazione. Lo stesso titolo dell’album è evocativo. Locket è un ciondolo, un medaglione che in sé può racchiudere diversi significati metaforici. Un oggetto che custodisce i ricordi e ciò che vogliamo tenere vicino. Al centro rimane lei e i momenti, anche difficili, che ha vissuto e che l’hanno portata a scrivere le canzoni all’interno del disco.

L’album, il cui titolo era chiaro alla cantautrice sin dall’inizio del suo processo creativo, è stato anticipato dai singoli come bittersweet, be mine e yes baby. Si tratta di un disco consapevole in cui Madison Beer si è focalizzata principalmente su se stessa. Libera da ogni pressione è un lavoro maturo e personale che consolida l’artista come una delle voci di riferimento nel pop contemporaneo.

L’intervista a Madison Beer

Il titolo del tuo nuovo album, Locket, è stato chiaro sin dall’inizio del tuo processo creativo? Cosa significa per te questo “medaglione” metaforico?

Sì, è divertente.  Ho rivisto di recente un mio amico a cui, più di un anno fa, avevo detto che stavo pensando di usare questo come titolo del mio prossimo album. E lui mi ha detto: “Non posso credere che tu abbia davvero mantenuto quel nome, è pazzesco che tu lo avessi già deciso così tanto tempo fa”.

Quindi sì, è qualcosa che avevo scelto molto tempo fa, all’inizio dell’intero processo. Non era scolpito nella pietra, ma man mano che continuavamo a lavorare all’album, sembrava sempre più che stessimo creando ciò che sarebbe finito dentro questo Locket.

Raccontaci meglio.

Penso che, quando si pensa a un ciondolo, è qualcosa che contiene un ricordo, una persona importante, o qualcosa che vuoi tenere vicino al cuore. Ha un forte significato metaforico, che mi piaceva moltissimo. Quindi sì, era una parola ma anche un oggetto con un peso simbolico. Mi ci sono davvero affezionata. Ho scelto il titolo e poi abbiamo creato le canzoni partendo da lì.

Tu descrivi ogni canzone come un ricordo custodito all’interno del Locket. C’è una canzone a cui sei particolarmente affezionata o che è stata difficile da scrivere?

Ora che i titoli sono stati rivelati, posso parlarne. you’re still everything è una canzone che ho scritto in un periodo in cui ero davvero triste. Stavo attraversando un momento molto difficile e l’ho scritta quando avevo la sensazione che qualcuno non si preoccupasse più di me, ed era molto duro da accettare.

Non sapevo se tenerla nell’album perché adesso sto molto meglio, non provo più quel dolore. Ma credo che, soprattutto considerando il concetto del titolo, sia importante includere quei momenti nel tempo, anche se io li ho superati. Sono comunque accaduti, ed erano reali. Quindi sono felice che sia rimasta.

Qual è il filo conduttore che unisce tutte le tracce?

Credo che in modo non intenzionale abbiamo creato una sorta di album sulla fine di una relazione, dall’inizio alla fine. E se lo si ascolta da questa prospettiva, inizia come qualcosa di divertente e un po’ sexy, poi ti rendi conto che la situazione non è buona per te, poi capisci che devi chiuderla, la chiudi e alla fine torni in una fase sexy e divertente. È come una montagna russa. E poi l’album si conclude con una canzone personale che non ha a che fare con nessun altro se non con me, e questo è bello e si chiama nothing at all.

In che modo ti senti cresciuta come scrittrice, cantante e produttrice rispetto ai tuoi lavori precedenti?

Penso di essere migliorata molto e di essere più raffinata. Sento di sapere meglio cosa sto facendo questa volta, e mi sento anche più libera. Non sento più così tanta pressione, perché per me non è importante come andrà: è importante ciò che è. E questa è stata una grande conquista. Faccio semplicemente ciò che mi sembra giusto, non ciò che penso che la gente voglia. Alla fine dei conti, questa è la mia arte, il modo in cui esprimo me stessa. E lavorare senza pressione è stato bellissimo.

Cosa ti piace nel poterti esprimere attraverso la musica?

Lo faccio da tutta la vita, non conosco un mondo senza musica. È il massimo, è uno sfogo creativo incredibile per me. Molte persone tengono un diario, scrivono i loro pensieri. Io scrivo musica e canto ciò che sento. Per me è molto terapeutico. Non so cosa farei senza.

Parlando delle tue canzoni, quale pensi sia stata la forza di bittersweet? È entrata nella Top 40 molto velocemente.

Non lo so davvero. Credo che sia una canzone molto ispirante e positiva. Personalmente, amo il contrasto tra i testi tristi e la produzione piena di speranza. Lo trovo bellissimo. Spero che tocchi il cuore delle persone come fa con me. Sono molto grata che la amino.

Che aneddoto c’è dietro a questa canzone?

Sì, la canzone è stata scritta davvero pensando di riuscire a fare pace con una situazione, con la consapevolezza che potresti essere arrabbiato, amareggiato e infastidito, ma scegliere di non esserlo e di fare pace con certe cose invece di covare odio o rimanere acidi o amareggiati. Sento che non sia davvero utile, quindi io scelgo di essere bittersweet (tradotto: agrodolce ndr)

Il videoclip, invece, trasforma una rottura in una celebrazione. Da dove nasce questa visione inusuale?

Mi sono ispirata molto al film Ferris Bueller’s Day Off  (Una pazza giornata di vacanza ndr). Amo la scena in cui lui prende il controllo del carro durante la parata. Quella è stata una grande ispirazione. E poi  ho pensato: “Come posso rappresentare una rottura facendo però sentire che le persone mi stanno sostenendo e mi sono vicine?”. Ma alla fine del video si vede comunque che sto attraversando delle emozioni e un momento difficile.

Per il videoclip hai lavorato con Sean Kaufman (uno degli attori protagonisti della serie tv L’estate nei tuoi occhi ndr). Com’è stato lavorare con lui?

È stato davvero incredibile lavorare con lui: molto professionale, molto dolce, e abbiamo passato una giornata divertente insieme.

Parlando di yes baby, che ha superato 1 milione di stream in 24 ore, cosa puoi raccontarci su questo brano?

yes baby è davvero un pezzo divertente, lo adoro. L’ho fatto molto tempo fa e ho capito subito che sarebbe finito nell’album. Ha una vibrazione sexy e divertente, ed è proprio così che volevo dare il via a questo nuovo ciclo dell’album. Eravamo ancora un po’ nella mentalità di make you mine  e dei brani più dance e ci siamo chiesti cosa potevamo creare. Volevamo una frase che suonasse “hot” e siamo arrivati a yes baby. È stato facile e molto divertente da scrivere.

E make you mine?

L’ho scritto insieme a Leroy Clampitt. Stavamo per andare in tour e io ho detto semplicemente che avevo bisogno di una canzone divertente da portare sul palco. Così siamo andati in studio e l’abbiamo fatta: è stato molto semplice, ci è voluto un giorno. Dopo averla finita ho pensato: “Credo che abbiamo creato qualcosa di speciale e divertente”. E sono felice che la gente la stia apprezzando quanto me.

Parlando invece della tua performance al Victoria’s Secret Fashion Show. È stato un momento iconico, com’è stato per te?
Un sogno che si avvera. Sono cresciuta guardando il Victoria’s Secret Fashion Show, quindi essere stata invitata è stato un onore. E poi esibirmi davvero lì è stato pazzesco. Sono molto grata di come tutto sia andato così bene. Mi sono divertita tanto.

Invece, in che modo il tuo rapporto con i fan influenza la tua musica?

I miei fan influenzano sicuramente la mia musica. Ascolto molto le loro opinioni e, soprattutto, penso ai concerti: quali canzoni funzionano meglio, quali li fanno impazzire di più. È lo studio migliore che potrei avere: vedere quali brani sono i più coinvolgenti dal vivo.

Cosa speri che arrivi alle persone ascoltando il tuo nuovo progetto discografico?

Spero semplicemente che si divertano. È un progetto divertente e dinamico e spero che la gente lo ami quanto lo amo io. Non c’è un significato troppo profondo, ma spero che arrivi e che piaccia. Non c’è un messaggio specifico che vorrei trasmettere. Spero solo che la gente lo ami e che si diverta ascoltandolo. Va bene qualunque cosa decidano di portar via dall’ascolto.Vorrei assolutamente fare un tour, ma è ancora tutto in fase di organizzazione. Vedremo dove mi porterà. Ma sì, adorerei portare in tour questo album.

Cosa ti piace del tour?

È il massimo. È il modo migliore per vedere i miei fan, interagire con loro e anche vedere il mondo. Sono così fortunata a poter viaggiare ovunque. È davvero divertente. Mi sento molto fortunata e amo vederli e performare per loro: è molto appagante.

Parlando dell’industria. In quale direzione pensi che stia andando il pop contemporaneo?

Penso che sia in una fase molto positiva. È molto guidato dalle donne il pop contemporaneo in questo momento, e lo adoro. Credo sia un periodo davvero bello e sono entusiasta di esserne parte, anche se in una piccola misura.

Senti una qualche responsabilità nell’essere una giovane donna in questo settore?

Sì, penso di voler essere un’ispirazione per le nuove generazioni, soprattutto per le ragazze più giovani, e mostrare loro che possono davvero fare tutto quello che desiderano. Io ero intimidita dal produrre, dal dirigere i miei video musicali, da tutto ciò che faccio adesso. Mi piacerebbe essere qualcuno a cui possono guardare e pensare di poter seguire i loro sogni.

Come mai ti sentivi intimidita?

Quando ho iniziato mi sentivo un pesce piccolo in un mare enorme. Non mi sembrava di avere la credibilità o persino la formazione per fare molte cose. Mi ci è voluto tempo per imparare, ma alla fine non c’è nulla di cui avere paura, e sono felice di poter fare tutto quello che faccio oggi.

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