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Mahmood dal vivo punta tutto sulla sua voce e la sua band. E la scommessa è vinta

Abbiamo visto ieri sera la prima delle due date milanesi del suo tour europeo, e dentro un imballato Fabrique abbiamo capito che ci mancava proprio tanto la sua presenza sui palchi. Ed è stata una grande serata di musica

Autore Tommaso Toma
  • Il18 Maggio 2024
Mahmood dal vivo punta tutto sulla sua voce e la sua band. E la scommessa è vinta

Mahmood in concerto al Fabrique di Milano, foto di Stefano Masselli per Billboard Italia

Mahmood arriva al Fabrique di Milano per la prima data del suo tour in Italia in jeans wide leg baggy, una t shirt dal tessuto semitrasparente – che esalta questa sempre più prorompente muscolatura –, i capelli scintillanti, tirati all’indietro e occhiali da sole. Se non fosse per l’elegantissimo jacket che fa spesso scivolare giù dalle spalle (con tanto di urletti e sospiri generali), potresti scambiare Alessandro Mahmoud per uno di quei bei ragazzi appena usciti da un corso e che si fa notare in una qualunque fermata di metropolitana a Milano.

Già, la “sua città”. Alessandro è visibilmente commosso di tornare qui peraltro al Fabrique. «Raga, non potete capire che voglia avessi di suonare qui, dopo averci visto uno come Sampha». Milano, vissuta da Mahmood, anche suo malgrado, da “nomade”. Anche se accolto amabilmente “nei letti degli altri”, prima di trovare il suo nuovo centro di gravità permanente. Più o meno. Visto che abbiamo capito che il nostro ama il mondo e trovare stimoli musicali ovunque. Che sia grazie a un viaggio a Miami, New York, Londra. O in un club di Berlino, magari in compagnia di una DJ brasiliana come Silm Soledad.

Il concerto è tutto suonato con precisione e accortezza, per seguire lo spettro vocale di Mahmood e ci sono sul palco con lui i suoi cari compagni di viaggio da una vita, la sua fidatissima band. Francesco Fugazza, Elia Pastori e Marcello Grilli, più le due coriste, Arya Del Gado e Debora Cesti. A volte Francesco Fugazza arpeggia leggero la sua chitarra, quasi sembra imitare un sound alla Cocteau Twins. Altre volte Elia spinge sull’acceleratore son la sua batteria. E trasforma a un certo punto La notte in un brano breakbeat (con tutti sul palco che ballano come se non ci fosse un domani).

Al posto di aspettare un certo climax durante la scaletta, Mahmood al Fabrique presenta già al terzo brano, uno dei gioielli del disco Nei letti degli altri, Paradiso, i suoi guest: Chiello e Tedua (che non ha mancato di annunciare il “suo” Paradiso). In questa parte dello show Mahmood presenta anche per la prima volta dal vivo in Italia le canzoni dell’ultimo disco. Il pubblico, dando un’occhiata, è molto variabile nell’età, come si confà per una autentica popstar. Dai ragazzini alle famiglie. C’è anche una mamma che mostra orgogliosa il figlio che festeggia i suoi 12 anni (gustosissima la battuta, al limite della gaffes, di Alessandro che ha dato della “zia” al bimbo).

Sanno anche a memoria Tutti contro tutti o l’omonima Nei letti degli altri, segno che il disco è entrato già nei cuori. Mahmood “pretende” in regalo da un fan sottopalco, una t-shirt bianca di Moon Slayer, sua grande passione. Canta e balla oramai con una sicurezza da grande performer. Flirta con il pubblico e diventa dionisiaco in Talata, Kobra, Barrio. O apollineo quando quasi canta a cappella o improvvisa magnificamente Icaro.

Mahmood è diventato grande anche sul palco. Per questo tour nei club, infatti, ha scelto di giocare tutto sul suono della band, i suoi balletti e la sua voce, con l’ausilio di semplicissimi accorgimenti di luce. Siamo curiosi di sapere cosa succederà quando poi si sposterà nei palazzetti e un giorno negli stadi Stasera si replica, sempre al Fabrique, già da tempo sold out.

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