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La prima volta non si scorda mai. Mahmood illumina il buio del Forum con uno show da “brividi”

Finalmente l’Unipol Forum, direbbe qualcuno. Ed è stata l’occasione perfetta per Mahmood che arriva nella sua città dopo un lungo e perfetto percorso di crescita, proponendoci uno show dal gusto internazionale senza troppe trovate di facile effetto, tranne la sua magnifica presenza. Si replica stasera

Autore Tommaso Toma
  • Il22 Ottobre 2024
La prima volta non si scorda mai. Mahmood illumina il buio del Forum con uno show da “brividi”

Foto di Walter Coppola

È stata una serata importante per Alessandro, attesa a lungo ed era il momento perfetto della sua carriera questo, anche se qualcuno lo avrebbe atteso qui all’Unipol Forum già qualche tempo fa. Ma in un’epoca dove si bruciano le tappe e in un batter d’occhio – giusto il tempo di qualche milioncino di streaming e ci si proietta verso gli stadi – la sua scelta è la più giusta. Mahmood, all’inizio dello show di Milano, sembra emozionatissimo: «Raga, io qui ci sono venuto per 10 anni a fare nuoto, ora sono qui sul palco!». È la frase che forse non ti aspetti da una popstar dalla voce potente, sicura e flessibile come i suoi invidiabili muscoli.

Un live perfetto, grazie a una scenografia interessante e atipica per il panorama del pop italiano, senza troppi effetti scenografici se non il magnifico lavoro di Douglas Green nel light design. Con un gioco molto contemporaneo di laser, finestre di luci che pendono dall’alto e un calibrato effetto “buio da club” ha scolpito la scena con i giusti chiaroscuri che esaltavano i movimenti di Alessandro e del suo sublime corpo di ballo.

Foto di Walter Coppola

Lo spettacolo

Mahmood arriva puntuale sul palco per uno show che filerà via meravigliosamente. Si presenta in camicia nera, brillante, cravatta rossa e pantaloni neri (il primo outfit forse è stato non perfetto) e sembra leggermente emozionato. Certamente non nel canto dove è sempre perfetto. Si parte con un terzetto dal suo ultimo album N.L.D.A. con la prima canzone più muscolare, Klan. Per poi farci sciogliere con Nei letti degli altri, Paradiso, Inuyasha e Brividi. Non ci sono feat, il protagonista è lui, anche in questa canzone che aveva duettato felicemente a Sanremo con Blanco.

Mahmood sul palco comincia a sciogliere le emozioni e anche a svelare il suo corpo statuario, cambiando gli outfit. Tra abiti dal taglio talvolta elegante, in altri momenti più sportivo, con l’aggiunta di deliziosi dettagli come un durag dal colore rosso, simbolo anche di una certa cultura afroamericana amata da Alessandro. In questo caso, con la “trovata” di far volare nell’aria dietro di sé, una parte del lungo foulard diventa qualcosa di arabeggiante. Un dettaglio scenografico che richiama alle origini del cantante cresciuto al Gratosoglio, periferia sud di Milano.

Dai momenti al buio, quasi da piena intimità, nonostante Alessandro sia davanti a migliaia di fan – tante anche le famiglie con bambini e adolescenti, segno che lui è una autentica popstar, ovvero che piace a tutte le generazioni – si passa al momento da club con il trittico Dorado, Proibito e Talata. A un certo punto vediamo una novità assoluta. Mahmood che s’insinua in una struttura semovibile dal look neoclassico, dove si mette al piano elettrico. Nel backstage qualcuno glielo chiede in maniera simpatica: «Ma Alessandro da quando suoni il piano!?» E lui con la sua ironia sempre leggera: «Non sai quanti anni di pratica! E volevo farlo finalmente».

Foto di Walter Coppola

Il finale e l’unica ospite Angèle

Partono quindi altre emozioni generali con una perfetta interpretazione di T’Amo. La band si defila, ma i fidati musici di Alessandro, anche se mai troppo presenti sulla scena, vanno assolutamente menzionati. Francesco Fugazza alla chitarra, Marcello Grilli alla tastiera e Elia Pastori alla batteria. Bravi e rodatissimi.

Sale sul palco l’unica ospite della serata, Angèle, forse un poco evanescente presenza rispetto alla potenza e la grazia di Alessandro, ma insieme duettano la solare Sempre /Jamais. Il finale è finalmente liberatorio per Mahmood. La pelle tirata e lucida per il sudore, quasi non riesce a metter su uno spolverino grigio – un delizioso sketch per il pubblico – per poi toglierlo dopo poco per ballare e far cantare il pubblico nel gran finale con le hit Ratata, Soldi e la iconica TUTA GOLD. Si replica stasera. E sarà bellissimo come ieri.

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