Matteo Paolillo, “Mare Fuori” e l’esplosiva scena napoletana. Il numero di maggio/giugno è ora disponibile
Matteo Paolillo, protagonista della cover story di Billboard Italia, ha svestito i panni di Edoardo di “Mare Fuori” e, a pochi giorni dall’uscita del suo primo album, ha raccontato i suoi due amori: la musica e il cinema. Ma non solo: nel numero di maggio-giugno incentrato sulla scena partenopea troverete anche le interviste a Luchè, Raiz, Nu Genea, Alan Sorrenti e molto altro ancora
«A 13 anni ho visto per la prima volta 8 Mile e sono rimasto folgorato. Così mi sono avvicinato a Eminem e a tutto il rap americano e italiano». Mentre si muove con eleganza e leggerezza osservando gli abiti di Maison Valentino che indosserà nel nostro servizio, a raccontare il suo primo approccio con la musica è Matteo Paolillo, uno dei protagonisti della serie del momento. Se in Mare Fuori interpreta Edoardo, detenuto spietato e ambizioso del carcere minorile di Napoli, nella vita si avvicina decisamente più a Icaro, il suo alter-ego cantante e rapper. Che con la musica si eleva e vola anche nelle classifiche.
La sigla O’ Mar fuor è stata scritta e interpretata da Matteo Paolillo e continua a occupare le più alte posizioni. Stesso discorso, anzi ancora di più, per Origami all’alba. Il 19 maggio esce Come te, il suo primo album ufficiale di cui ha parlato nella nostra intervista.
Billboard Italia torna in edicola
Il nuovo numero di Billboard Italia è già consultabile digitalmente. Puoi prenotare qui la tua copia e riceverla a casa e dal 12 maggio sarà disponibile anche in formato cartaceo in edicole selezionate a Milano, Roma, Napoli, Torino e Bologna.
Lo speciale su Mare Fuori si arricchisce anche con le interviste a Raiz – che nella serie interpreta il boss Salvatore Ricci, personaggio grazie al quale la mente degli Almamegretta si è reso noto anche ad un pubblico di giovanissimi – e Cristina Farina, ideatrice e sceneggiatrice della serie.
Ma il focus su Napoli passa anche da tanti altri protagonisti. Punto di riferimento indiscusso per la nuova scena hip hop partenopea, dagli anni dei Co’Sang ad oggi Luchè ha cambiato pelle tante volte senza mai perdere la sua autenticità, e nel numero si è raccontato in una lunga intervista. E ancora Alan Sorrenti, la “premiata ditta” di manager Chiummariello-Magaletti, i Nu Genea e il regista Sidney Sibilia.
E non mancheranno ovviamente tutti i dettagli sugli artisti che prenderanno parte a We Come From Napoli, l’evento targato Billboard Italia in collaborazione con Napoli Città della Musica che si svolgerà questa sera a BASE Milano. Sul palco ci saranno Meg, La Niña, Lil Jolie, Napoleone, Totò Poetry Culture, Vettosi e i vincitori del contest Hal Quartièr e Dipinto.
La doppia anima di Matteo Paolillo, protagonista della cover story di maggio-giugno
Nel 2019 arriva la svolta con Mare fuori. Il pezzo della sigla lo avevi mandato prima che tu partecipassi?
Le riprese mi hanno tenuto impegnato per 5 mesi ma no, stavo già recitando. L’idea del brano mi era venuta mentre facevo la doccia e pensavo al mio personaggio di Edoardo. Cercavo di immedesimarmi nelle sue sofferenze di reclusione e nella sua speranza di libertà: poi per ironia della sorte siamo stati tutti rinchiusi per la pandemia! L’ho mandata nella chat con i ragazzi del cast ed è piaciuta subito. Così poi Cristiana e Maurizio (Farina e Careddu, gli sceneggiatori ndr) mi hanno chiesto di scrivere altri brani per la serie. Come Sangue Nero, per la seconda stagione, uscito nel febbraio 2021. Poi è uscito l’EP Edo, sempre con Lolloflow. Infine, sono iniziate le riprese di Mare Fuori 3. E lì per la prima volta ho dovuto scrivere un pezzo drill e per una donna. Non più solo per Cardiotrap ma per Crazy J.
Quindi siamo a Origami all’alba, sempre nella top 10 dei pezzi più ascoltati.
Doveva uscire in due versioni, una con Crazy J (Clara Soccini) e una senza. Doveva intitolarsi Perdere per vincere, il tema centrale doveva esser sulla storia di Cardiotrap (Domenico Cuomo, ndr), che soffriva per la morte di Viola e per la fine della sua storia con Gemma. Durante le riprese di Mare fuori ho scritto molto anche per l’album, lavorando sempre con Lorenzo.
Nel tuo album, c’è anche Uragano, un brano con Clementino che era uno dei rapper che ascoltavi da piccolo.
Ci siamo conosciuti al festival Giffoni nel 2021. Gli ho fatto sentire i miei pezzi e mi ha detto che gli piacevano molto anche se erano lontani dal suo genere. Mi ha fatto notare che mancava una traccia hiphop forte allora ho proposto di partecipare a una mia traccia e lui si è preso benissimo. Ho visto proprio una professionalità pazzesca. È arrivato in studio da Lolloflow, con i suoi fogli di carta, ha registrato le sue barre in due ore e se ne è andato.
Dove hai scritto i brani dell’album poi?
Alcune tracce le ho scritte quando ero in Nepal, ai primi di ottobre. Poi sono stato anche in Egitto e in Marocco e questi viaggi hanno ispirato me e Lollo, per Come te, la title track. Che sintetizza l’importanza dell’amore e dello stare insieme.
L’inizio di Liberatemi mi ricorda Liberato.
Non è voluto ma è uno stile che mi è sempre piaciuto e che ho sempre ascoltato. Un po’ più elettronico e insieme melodico rispetto alla scena trap e rap napoletana di oggi.
Matteo, cercare di immedesimarsi con la vita di un minorenne come Edoardo chiuso in un Istituto penitenziario ha influenzato il tuo modo di scrivere? Ti ha insegnato qualcosa?
Il lato più bello del mio lavoro è entrare in contatto con realtà che probabilmente non avrei mai conosciuto nella mia vita di tutti i giorni. Immedesimarmi in Edoardo ha significato entrare in contatto con chi commette errori gravi perché non pensa di avere alternative. Un tema che potrebbe essere esteso in maniera universale. Mi ha insegnato a entrare in contatto con la generazione dopo la mia, perché io e Edoardo abbiamo dieci anni di differenza. E un altro aspetto importantissimo: mi ha spinto a entrare nella psicologia del personaggio, senza giudicare quella che poteva sembrare agli occhi esterni semplice cattiveria.
Matteo, sembri anche a tuo agio con il mondo della moda.
Un mio ex coinquilino frequentava un’accademia di moda, mi mostrava spesso i suoi bozzetti e io ne rimanevo affascinato. In questi ultimi mesi, poi, ho avuto modo di avvicinarmi a questo mondo ed è stato molto interessante perché ho scoperto il grande legame della moda con l’arte. Penso alla sfilata a Parigi di Valentino a cui ho assistito: grazie alla location, alla scelta musicale e alle luci sembrava quasi uno spettacolo teatrale, dove al centro della scena non c’erano i corpi degli attori, ma gli abiti.