Top Story

Max Pezzali c’è: il racconto del Max Forever Gran Prix di Imola

All’Autodromo Enzo e Dino Ferrari il cantante ha coronato uno dei suoi sogni con il concerto più grande della sua carriera davanti a 85mila fan

  • Il13 Luglio 2025
Max Pezzali c’è: il racconto del Max Forever Gran Prix di Imola

Chissà come ci si sente a essere Noel Gallagher in questi giorni. Ti svegli al mattino consapevole che sei di nuovo e ancora più di prima quello che ha scritto Wonderwall. Una reunion epocale in corso e un ritorno da rockstar nella tua Manchester con tuo fratello e la tua band. Ce lo stiamo chiedendo in tanti nell’ultima settimana e tra questi c’è anche Max. Strano, perché non sarebbe male neppure svegliarsi Max Pezzali e sapere di esserti appena esibito nel circuito di Imola difronte a 85mila spettatori che ti amano e si scatenano ancora, dopo giorni, mesi e anni (a seconda della generazione) a cantare con te dei classici intramontabili. «Mi esalta e rincuora sapere che le persone si divertono e tornano. Mi diverte vedere la gente divertirsi» racconta il cantante prima di salire sul palco.

Quando hai fan che tornano e ritornano ancora, stadio, palazzetto, circuito e poi di nuovo stadio, l’obiettivo e la sfida principale diventa creare un evento nuovo rispetto al passato. Per Max Pezzali esibirsi all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, come racconta nel paddock qualche ora prima del concerto, è «un sogno che si avvera». Soprattutto per un amante della musica e dei motori come lui che non poteva esimersi dal fare il giro di ricognizione in pista con la moto che “apre” l’evento: «Già solo quello è stata un’emozione».

In un momento in cui la parola reunion, abbinata ad anni ’90 e nostalgia, domina il panorama musicale, è naturale, se non obbligatorio, pensare agli 883 come uno di quei capisaldi imprescindibili per raccontare uno spaccato nazionalpopolare del nostro Paese. Stavolta però, seppur in un evento grandioso come Max Forever Gran Prix qualcuno se lo sarebbe aspettato, per Max bastano le canzoni e la narrazione. Repetto non c’è perché «è bello quando le cose le fai una tantum, se diventa una festa comandata non è più una festa».

Motori in pista e sul palco

Al Max Forever Gran Prix i motori non erano solo sullo sfondo o una suggestione, ma parte integrante dello show. Tutto il percorso, durante il quale i personaggi delle sue canzoni, disegnati ancora una volta da Roberto Recchioni, si sono sfidati in una gara virtuale, è stato accompagnato dalla voce di Guido Meda. Nel corso dello spettacolo c’è stato spazio anche per i piloti reali con l’omaggio ai protagonisti del motorsport durante Gli anni con il finale cantato dedicato a Senna e Lucio Dalla con Ayrton. «Sarebbe stato impossibile farlo se non fossi stato qui. La sua tragica morte in questo circuito è stata per me una linea di demarcazione».

A proposito di omaggi, in occasione del suo prossimo tour negli stadi nel 2026, Max sta già pensando al Maradona di Napoli. «Qualcosa legato agli eroi del calcio mi piacerebbe farlo. Anche se quest’anno ho capito che non ne capisco molto (ride, n.d.r.)» scherza prima del live riferendosi all’Inter.

Per il concerto di Imola Max Pezzali non ha rivoluzionato la scaletta, che già funzionava a meraviglia, delle residency nei palazzetti di Milano e Roma dello scorso inverno. Tuttavia, uno spazio particolare se l’è guadagnato La donna il sogno & il grande incubo che ha compiuto trent’anni un mese fa. Non solo Tieni il tempo, Ti sento vivere e Una canzone d’amore (uno dei momenti più suggestivi della serata con l’ondata di torce accese), è tornata dal vivo anche Senza averti qui. Una delle sorprese del concerto insieme a Cumuli, risalita in auge dopo essere stata utilizzata nella serie di Zerocalcare Questo mondo non mi renderà cattivo.

Un modo, come spiega lui, per fare pace con canzoni del passato oltre che per accontentare i fan più affezionati. Immancabile invece, oramai è una costante piacevole dei suoi live, il momento acustico in cui si alternano tra le altre Ti sento vivere e Nient’altro che noi.

Max Forever

«Il Forever mi aiuta a farmi uscire dalla quotidianità e a pensare in grande. Mi piace pensare che il mio repertorio vada oltre me. Il Forever è più per le mie canzoni che per me» rivela Max senza troppi giri di parole dando una spiegazione al titolo dello show. Vedere saltare generazioni, da gente degli anni ’60 fino ai figli dei loro figli, è sempre la cosa che colpisce di più quando ci si ritrova a un concerto di Max Pezzali. Ascoltare una bambina di sei anni al massimo cantare a memoria Con un deca fa un certo effetto. È un po’ come entrare in una macchina del tempo sgangherata. Rivivi attraverso gli occhi e la voce altrui il tuo passato e, allo stesso tempo, se ne hai il coraggio, riesci a percepire un po’ del futuro nelle coppie o nei gruppi di amici che sono al nono concerto.

«L’idea di adolescenza generalizzata che si crea, a prescindere dagli elementi materiali citati, forse è quello che rende i miei brani intergenerazionali. È la malinconia del tempo che passa, nonostante la specificità di alcune cose». È questa la spiegazione che si dà Max. Per certi versi è proprio l’adolescenza quel periodo di mezzo, l’unico nella vita di ognuno, in cui si provano le stesse sensazioni. Declinate in contesti diversi, ma accomunate da una guerra interiore, le adolescenze rivivono in brani come La regina del celebrità o Come deve andare.

C’è però anche uno spaccato di presente nello show. Qualcosa a cui Max Pezzali tiene molto. Lo si capisce anche quando parla del bisogno di scrivere nuove canzoni e allo stesso tempo della necessità di comprendere bene come organizzarle. Perché il rischio è pubblicare un album e «risultare irrilevanti». Il presente però il cantante pavese ha avuto la possibilità di tornare a cantarlo con i Pinguini Tattici Nucleari, i suoi eredi, in Bottiglie vuote. L’unico ospite di Max Pezzali della serata di Imola, cosa rara in un momento in cui ogni concerto sembra un festivalbar, è stato proprio Riccardo Zanotti. «È un amico di lunga data col quale mi diverto anche solo a scambiarmi dei meme o condividere robe da nerd».

Sul finale il concerto si è trasformato in un vero e proprio rito. Max, emozionato, ha “regalato” ai suoi fan, letteralmente, Nessun rimpianto. Sì è tolto gli auricolari e ha ascoltato tutto l’autodromo cantare a memoria il brano. E da lì gli ultimi balli con Nord Sud Ovest Est e Tieni il tempo, prima del ringraziamento acustico con Grazie mille. Il vincitore del gran prix è lui.

Share: