Rotta x casa di Max
L’Unipol Forum di Milano è diventato da giorni l'”albergo” dei fan di Pezzali. Anche ieri sera, per il nono appuntamento, il palazzetto era gremito di appassionati di tutte le età. Tutti incapaci di resistere alla tentazione di tenere il tempo e cantare i suoi inni
Ci sono concerti dei quali percepisci l’atmosfera prima ancora di arrivare. Non conta tanto il fatto che potresti sapere cosa ti aspetta, oppure che hai già visto quell’artista dal vivo. Sono le sensazioni che provi mentre sei in auto o in metro. La rotta per un concerto di Max Pezzali è un’esperienza nell’esperienza: a Milano ieri sera, per esempio, camminare nel lungo ponte che conduce all’Unipol Forum è stato rivelatorio. Ovunque si voltasse lo sguardo si rimaneva colpiti da qualcuno in particolare. Dalla giovane coppia con un bambino di non più di dieci anni, ma già prontissimo con la sua fascetta a tema, fino a chi c’è sempre stato fin dal 1992 e dagli 883. Un’anticipazione del colpo d’occhio del parterre stracolmo e vario che ha animato il nono show di Max Forever – Questo Forum non è un albergo, l’ennesimo sold out.
Pronti, partenza, via
E per i primi quindici minuti di show sembra davvero di trovarsi a un live un po’ punkettaro: il medley Non me la menare / Te la tiri / 6 uno sfigato / Jolly Blue fila via senza interruzioni dopo Sempre noi, prima che si approdi a Rotta x casa di dio. Max Pezzali è sul palco con gli occhiali da sole e, da veterano qual è, trascina il pubblico senza proferire parola. Un inizio che fa riflettere su quanto il suo personaggio con gli anni si sia consolidato principalmente grazie alle canzoni. Da sempre l’aspetto più importante della sua carriera. Quello che ha contato di più e quello per cui oggi ai suoi concerti il range d’età va dai sette ai cinquant’anni.
Il concerto non poteva che iniziare con S’inkazza, il terzo singolo del mitico album di debutto del duo composto da Max e Mauro Repetto Hanno ucciso l’Uomo Ragno. Pronti, via e il suono compatto delle chitarre elettriche lascia un po’ a bocca aperta. Poi però ci si rende conto che siamo stati catapultati davvero a casa Pezzali come preannuncia il concept del live. Le mura tappezzate di poster, la macchina – che sarà poi sostituita dal suo Peugeot che arranca in salita – e il suono rock che strizza l’occhio agli Stati Uniti. La musica con cui è cresciuto e che ha accompagnato le sue giornate pavesi.
Inni
Le due residency di Max Pezzali all’Unipol Forum di Milano e quella al Palazzo dello Sport di Roma che partirà da fine gennaio hanno seguito il suo tour negli stadi. Ecco, nel momento in cui dal vivo risuonano con l’eco delle voci del pubblico brani come Hanno ucciso l’Uomo Ragno, Gli anni e La dura legge del gol, sembra di ascoltare dei cori da stadio. Non solo per i testi, che restano il motivo e la causa principale, ma anche per le melodie dei ritornelli, le canzoni di Max Pezzali sono degli inni.
È difficile trovare uno dei pezzi in scaletta di ieri che non restituisca tale sensazione. Ed è ancora più divertente vedere alternarsi nel canto i presenti. Ci sono i classici che tutti conoscono, poi brani più recenti come Ci sono anch’io che invece accende i cuori dei millennials che ancora hanno in testa le immagini de Il pianeta del tesoro. Proprio quest’ultimo è uno dei momenti più intimi del live. Max Pezzali e la sua band si spostano nel salotto davanti al caminetto – un secondo palco posto sotto la tribuna centrale del Forum – per un set acustico. Ti sento vivere, Nient’altro che noi e Aeroplano sospingono accendini e torce, stavolta senza che le istruzioni sui mega schermi lo suggerissero.
Tutto questo prima del gran finale inaugurato da Nord Sud Ovest Est che in questo 2025 prenderà idealmente il posto di Hanno ucciso l’Uomo Ragno con la seconda stagione della serie Sky sugli 883. L’ambientazione da Far West ha accompagnato Bella vera e Tieni il tempo. Poi, come oramai era prevedibile, la closing track.
Con un deca
Chiudere il concerto con Con un deca è forse una delle scelte più azzeccate dello show. Si tratta di una chiusura del cerchio sia narrativa che stilistica. Troppo spesso ci si dimentica che un concerto dovrebbe essere un percorso, strano quanto volete, come direbbe Pezzali, ma comunque un sentiero del quale è possibile tracciare almeno una traiettoria sfocata. Nel caso di Max Forever tutto questo si compie nell’ultima canzone. Da un lato è stato uno dei primissimi singoli degli 883, quello che meglio descriveva la Pavia paranoica da due discoteche e 106 farmacie. Dall’altro, la versione riarrangiata in una veste molto più rock per questo tour, si riconnette all’inizio del concerto chiudendo il cerchio.
Come nell’ascolto della musica si tende sempre a tornare dove si è stati bene. Ci si ritrova così di nuovo nella cameretta dove tutti i sogni sono iniziati. La sua casa in realtà è sempre stata un albergo per tutti coloro che si sono sempre sentiti un po’ oscurati dall’aura delle persone cool. Un albergo che continuerà a prendere vita e si allargherà a dismisura sul palco all’Autodromo di Imola il prossimo 12 luglio (i biglietti sono disponibili su Ticketmaster), con i suoi racconti, la sua provincia, gli amori e i due di picche. E il pubblico non potrà fare a meno di tenere il tempo e cantare le sue canzoni. Perché i “campioni sono loro, anzi i campioni siamo noi.
Max Pezzali è il protagonista del nostro numero speciale che potete prenotare a questo link.