Max Pezzali allo Stadio di Torino: «Sono un profondo ottimista come lo erano gli anni ’90»
Ieri sera ha debuttato il tour “Max Forever (Hits Only)” negli stadi: «Per me è un’emozione che vale il quadruplo», ha raccontato ai giornalisti prima dello show
Una banda che sale sul palco per accompagnare Max Pezzali, i fumetti, i gonfiabili in bella vista sopra la nostra testa, la febbre del ballo, la grana mitologica che assume sempre di più la figura del cantante. Grazie a questi elementi prendo sempre più coscienza del fatto che gli Anni ’90 stanno diventando sempre di più i nuovi Anni ’50. Una consapevolezza ancor più forte dopo aver visto qualche giorno fa altri eroi dei Novanta, i Green Day, che hanno utilizzato nel loro show dei tricks narrativi e scenici identici a quelli di Max Pezzali, che ieri sera ha debuttato con il suo Max Forever (Hits Only) allo Stadio Olimpico di Torino.
Tutto quello che caratterizzava gli anni ’50 riemerge prepotentemente in questi due show di artisti che hanno saputo dissolvere la cortina fumogena che la Gen Z spesso ha innalzato davanti ai musicisti “boomer”, che diventano icone da rispettare e adorare, come facevano papà e mammà.
Max Pezzali: «sono un profondo ottimista, come lo eravamo negli anni ‘90»
«Ma sai che hai ragione?». Risponde così Max Pezzali al mio accostamento delle due decadi, durante la rapida conferenza stampa tenutasi negli spazi dello stadio di Torino, qualche ora prima dello show. «Gli anni ‘90 sono stati anche quelli una sorta di lunghissima puntata di Happy Days, si percepiva una positività che vedevi negli americani negli anni ‘50. C’erano le certezze del presente e le speranze che le nuove tecnologie avrebbero collegato tutto il mondo, fu anche una golden age per la musica. Negli anni ’90 si respirava una spensieratezza che oggi non c’è. Nonostante la pesantezza derivante dai fatti di cronaca e dalle guerre in corso, l’ottimismo era alimentato per noi giovani di allora anche da una ricchezza musicale incredibile».
«Se oggi viviamo in un periodo peggiore? Non saprei. Io tendenzialmente mi definisco “un bicchiere mezzo pieno”, vedo sempre il meglio anche nel mezzo di due guerre. Anche perché oggi, a differenza del passato – ti faccio un esempio molto anni ’90 – per il massacro di Sabra e Shatila o per le proteste di Tienanmen non arrivavano immagini o informazioni precise all’epoca. Mentre oggi con uno smartphone ognuno può diventare testimone del suo tempo e condividere le informazioni. Sono convintissimo che la Storia – con la s maiuscola – abbia una sua tragicità insita, ma confido nel futuro».
Un’emozione quadrupla per Max il primo tour negli stadi
Comunque a pensarci su, Max Pezzali compie il primo tour negli stadi alla bella età di 56 anni. Un assaggio lo aveva fatto lo scorso anno, occupando due volte San Siro, una volta il Circo Massimo per poi fare un tour invernale di oltre 30 date interamente sold out nei palazzetti. Totalizzando oltre 520 mila presenze. In realtà è lui stesso a ricordarlo in conferenza stampa: «Per me è un’emozione che vale quadruplo e che a 25 anni non avrei assolutamente gestire. Ho il privilegio di poter controllare le emozioni adesso e ho lasciato la parte difficile della scelta della scaletta a Max Brigante e Jacopo Pesce. Dando anche la precedenza a canzoni che non avremmo mai fatto nel passato o che non cantavo da 25, 30 anni».
Lo show impeccabile di Max Pezzali in una Torino torrida
Dopo l’arrivo di Max Pezzali con la banda di musicisti e sbandieratori inizia lo show. Lo Stadio Olimpico di Torino è bollente, non tira un filo d’aria, ma i 38mila assiepati in ogni posto e spalto cominciano a cantare, non smetteranno mai ad accompagnare Max nello show che vive di ondate. Come il momento rock dello show con il filotto Non me la menare, Te la tiri, 6 uno sfigato, Jolly Blu, Sei fantastica. Diventa protagonista anche la chitarra di Davide Ferrario. Poi arriva anche il momento dance, tra versioni ritoccate e un impianto visual che sostiene perfettamente lo spettacolo. Merito dell’amico Sergio Pappalettera, che ne ha curato la direzione artistica, ovvero «colui che fin dai primissimi album è il vero custode del nostro immaginario», come aveva ricordato Max Pezzali in conferenza stampa a Torino.
Con Sei un mito oltre a cantare si prova a ballare, mentre compare sul mega screen un Arbre Magique (altra icona degli anni ’90) che ondeggia a tempo con il beat e comincia il momento dance Sei un Mito, Nella Notte, Weekend, La Lunga Estate Caldissima. Il singalong diventa totalmente protagonista – anche se Max è sempre tonico con la voce – con la scaletta che vede in sequenza classici: Come Mai, Nessun Rimpianto, La Dura Legge del Gol, Hanno Ucciso l’Uomo Ragno. Unica eccezione la proposta di un brano meno suonato nei live, Ci sono anch’io, canzone scritta più di vent’anni fa per il film d’animazione della Disney, Il Pianeta del Tesoro. Con un deca chiude la lunga notte caldissima di Max Pezzali e di tutto il pubblico di Torino e non solo. Ed è solo il primo di tanti capitoli che Max ci ha aperto per far breccia ancor di più nel cuore degli italiani.
La scaletta di Max Pezzali allo Stadio Olimpico di Torino
Intro
Viaggio Al Centro Del Mondo
Bella Vera
La Regina del Celebrita’
La Regola dell’Amico
Io ci Saro’
Come Deve Andare
Rotta X Casa di Dio
Non e la Menare / Te La Tiri / 6 Uno Sfigato /mJolly Blu / La Radio sei Fantastica
Il Grande Incubo
Clip
Discoteche Abbandonate
Sei un Mito
Nella Notte (Rmx)
Weekend (Rmx)
La Lunga Estate Caldissima
Una Canzone D’Amore
Come Mai
Nessun Rimpianto
Eccoti
Ci Sono Anch’io
La Dura Legge del Gol
Clip
Hanno Ucciso l’Uomo Ragno
Gli Anni
Grazie Mille (Acoustic Version)
Clip
Nsoe / Tieni Il Tempo
Con Un Deca