Le 5 migliori colonne sonore di film horror dal 2000 in poi
Una selezione di soundtrack che in modi totalmente diversi fra loro accompagnano le sceneggiature con suoni che vanno dall’elettronica alla canzone swahili
Piccolo reminder: questa non è una classifica. Sarebbe impossibile definire quale film horror fa più paura rispetto a un altro. Ci sono però degli elementi che mettono d’accordo quasi tutti gli appassionati del genere. Tra questi vi sono le colonne sonore, che nei film horror ha una valenza micidiale nella percezione dello stato d’ansia, del terrore e dell’incombenza di un pericolo latente.
I grandi maestri dei film horror, da Dario Argento, che affidava ai Goblin i main theme delle colonne sonore capolavoro di Suspiria e Profondo Rosso, a John Carpenter, che ha scritto e composto la soundtrack del suo film Halloween del 1973, ci insegnano come delle note sibilline riescano a mutare in pochi attimi i sentimenti dello spettatore.
Negli ultimi anni c’è un’incredibile revival del film horror che appassiona sempre più i giovanissimi: così, nella giornata di Halloween, abbiamo selezionato cinque colonne sonore di film usciti dal 2000 in poi, che in modi totalmente diversi fra loro accompagnano le sceneggiature con suoni che vanno dall’elettronica alla canzone swahili, fino all’utilizzo di archi rinascimentali.
Cinque colonne sonore memorabili di film horror
Get Out (2017) – Sikiliza Kwa Wahenga, Michael Abels
In questa soundtrack Abels si è divertito a combinare elementi di musica orchestrale e canti di tradizione africana per creare un’atmosfera di crescente tensione e inquietudine. Il tutto in una sorprendente chiave pop-gospel. Il tema principale, “Sikiliza Kwa Wahenga”, cantato in Swahili, significa “ascolta gli antenati” e aggiunge un tocco di autenticità e mistero alla narrazione. L’intro, quasi in stile country, prepara il terreno per una camminata impervia e scivolosa. Ti porta in un tunnel in cui si sentono il rimbombo di voci ed eco. La composizione ti dà il senso della minaccia di un pericolo imminente, ma che non si sa da dove provenga. Non manca la chiave ironica, con il finale in fade out che accompagna l’ascoltatori fuori dall’incubo con qualche colpo allegretto di xilofono.
The Witch (2015) – What When We, Mark Corven
Mark Korven utilizza per questo brano degli strumenti ancestrali, come la viola da gamba del rinascimento, per immergere lo spettatore nell’atmosfera del New England del 1630. C’è il tema della stregoneria e della magia nera con una melodia continuamente in bilico tra la superstizione e l’abbandono al fato. La tensione degli archi va di pari passo con quella dei personaggi in balia di maledizioni e convinzioni ultraterrene che gli sconvolgeranno l’esistenza. Il tutto è fatto con un velo oscuro e paranoico, che contribuisce ad ampliare la sensazione di claustrofobia dei personaggi e di conseguenza dello spettatore.
The Lighthouse (2019) – Stranded, Mark Korven
La colonna sonora di The Lighthouse cattura perfettamente l’atmosfera claustrofobica e straniante del film. Sono stati utilizzati strumenti che riproducono suono della natura come il waterphone e la nyckelharpa, attraverso i quali Korven è riuscito a creare un tappeto di suono inquietante che evoca il senso di isolamento e follia dei protagonisti. La musica si alterna tra momenti di tensione crescente e pause sospette, riflettendo il deteriorarsi della salute mentale dei personaggi. Il risultato è una composizione che immerge profondamente lo spettatore nell’angoscia e nella desolazione del faro.
Midsommar (2019) – The House that Hårga Built, Bobby Krlic
Non è propriamente un film horror. Il capolavoro di Ari Aster è un thriller psicologico che straborda elegantemente nello splatter in alcune scene del film. Il tutto viene eseguito con una delicatezza inaudita, quella che Bobby Krlic ha voluto donare al film con un’orchestrazione quasi onirica. Midsommar è l’esegesi di uno stato di inquietudine gentile che fa crescere lentamente nello spettatore un’angoscia inaudita e misteriosa, che muta con le emozioni di Dani. La composizione dà la certezza che la protagonista ha totalmente cambiato il suo punto di vista sul mondo e che è felice e soddisfatta della sua nuova vita. Questa consapevolezza acquisita gela il sangue dello spettatore.
It Follows (2014) – Main Theme, Disasterpeace
Rich Vreeland, in arte Disasterpeace, ha creato per la soundtrack del film un’atmosfera inedita di tensione e pericolo latente. Il suo uso innovativo dei sintetizzatori elettronici, con la necessaria maestria sui suoni più distorti, accompagna le scene cruciali del film che ruota attorno a una presenza inesorabile che perseguita i protagonisti. Il riff del synth è quasi un ronzio che penetra nell’orecchio dell’ascoltatore invadendo la sua quiete e permettendogli di condividere lo stato di ansia con i personaggi. Il film è una pietra miliare per l’horror moderno anche e soprattutto grazie ai suoni di Vreeland.