Il live acustico di Naska agli Arcimboldi di Milano è la veste perfetta per “Milanconia”
L’artista marchigiano si è esibito per quasi due ore di fronte a più di duemila fan, presentando il nuovo EP. Ospite della data del tour unplugged J-Ax

Chissà se Diego Naska si sarà sentito “piccolo” di fronte alla platea del Teatro Arcimboldi di Milano, che lo ha ospitato sabato 22 marzo per la terza data del suo unplugged tour. Il sold out nella città che lo ho accolto ormai da alcuni anni è sintomo di una crescita artistica del ragazzo marchigiano che vede le sue due personalità continuare a scontrarsi. Quella dell’outfit calzino (il celebre ‘sock on cock’ che ricorda uno scatenato Hillel Slovak dei primissimi Red Hot), esibito nella data del Forum di Assago lo scorso dicembre, oppure quella da Mtv unplugged a lume di candela con un paio di octaver e un violoncello. L’atmosfera cupa e mistica che a fine anni 90 ha svelato l’altro lato del rock, quello sussurrato e spietato allo stesso tempo.
Tornando a Naska, si vede che è un cultore della materia, non solo dai continui richiami nei suoi testi a Kurt Cobain e in generale alla scena grunge. Proprio da quel conflitto interiore ne emerge una profondità artistica che gli ha permesso di fare un salto di livello. Non più solo punk-rock adolescenziale: nel suo nuovo EP Milanconia è lampante la voglia di aprirsi a nuovi scenari, pur restando fedele al genere. Il grande limite di Diego, almeno per quanto mi riguarda, risaliva alla scrittura. È comunque vero che tutte la band a cui esplicitamente si è ispirato in questi anni, appartenenti al punk rock e pop punk anni ’90 e ’00, dopo essere arrivate ad un successo commerciale hanno tirato fuori il loro lato più emotivo e puramente autorale.
O almeno ci hanno provato, nell’ottica di non essere solo ‘one minute wonder’, ma di lasciare al pubblico anche qualcosa di più intimo e concreto. E credo che sia arrivato il punto di svolta nella scrittura di Naska, non tanto per le tematiche trattate, ma per lo stile.
Agli Arcimboldi Naska presenta il nuovo Ep “Milanconia”
Sex Toys è una canzone che parla esplicitamente di sesso, ma è distante anni luce da 7 su 7. Sembrano due artisti diversi; eppure, sono passati solo tre anni. Dire che è maturato sarebbe riduttivo, il lavoro che ha fatto è tanto ed è apprezzabile. Soprattutto per un ragazzo talentuoso che aveva già la sua nicchia, che tra l’altro l’ha portato a coronare il sogno del Forum. “Dopo il forum sono andato in terapia” – ammette Diego in uno skit sincero tra un pezzo e l’altro. È il momento della serata in cui canta Piccolo, edita già nel suo The Freak Show, ma riproposta in versione acustica in Milanconia. La sua canzone preferita nell’ultimo periodo, dichiara Naska, forse la più introspettiva della sua carriera. Parla dei mostri sotto al letto, del costante e perpetuo incubo di non essere all’altezza della situazione.
Naska l’impostore, che crede di non meritare il successo e che si sente piccolo di fronte all’amore che i duemila del teatro degli Arcimboldi gli restituiscono incondizionatamente. Il suo segreto risiede probabilmente nel rapporto franco e diretto che ha con il suo pubblico. Da segnalare il muro di suono che arriva dritto in faccia grazie a un grandissimo lavoro acustico dei musicisti della band. Una chitarra ritmica, una solista e un violoncello, oltre ad alcune sequenze di voce. Niente di più, oltre al grattato di Diego che senza il frastuono degli amplificatori esce fuori in una veste tanto ruvida quanto pulita.
Il live alla lunga può risultare un pò stucchevole, qualche pezzo vecchio stile a fine scaletta forse non meritava la versione unplugged. Il tutto per arrivare più velocemente al Diego malinconico dell’ep. Quello che racconta a modo suo una Milano lunatica e instabile, ma rigogliosa e piena di speranza. Una delle performance più sentite della serata è quella di a Nessuno, che nell’outro fa uno switch retorico degno di nota. “Di noi non importa a nessuno” è il grido degli ultimi, di chi riceve valangate di porte in faccia. “E a noi di loro” è invece il grido di chi è riuscito a ad abbattere le porte per costruirci un selciato di legni rotti e di chiodi.