Non è fortuna: Nayt conquista Milano con verità e presenza
Ieri sera (8 aprile), al Fabrique si è tenuta una delle prime due date milanesi de “La Grande Fuga Tour”, entrambe andate sold out: ecco com’è andata

Nayt (fonte: ufficio stampa)
Luci soffuse, occhi puntati sul palco, poi un boato. Parte La Grande Fuga e il Fabrique esplode. In quel momento capisci che non sei semplicemente spettatore: fai parte di qualcosa. Così è stato ieri sera (8 aprile) al Fabrique di Milano per una delle prime due date milanesi del tour di Nayt, entrambe andate sold out. Un pubblico partecipe, presente, vivo. La vera forza di Nayt.
L’energia che ha attraversato la sala era tangibile, una vibrazione collettiva che si è sentita fin dal primo pezzo. Un luogo che non conosce giudizi, dove il rumore fuori si spegne e rimane solo ciò che conta: chi sei, cosa senti, cosa scegli. Il concerto di Nayt al Fabrique è stato esattamente questo. Un invito a esserci, davvero. Nayt ha portato in scena un concept che affonda le radici in quel desiderio di libertà e verità che accompagna l’intera carriera dell’artista.
Tra un brano e l’altro, Nayt si prende il tempo per ringraziare chi è lì al Fabrique per lui e per porre una domanda che troverà poi risposta alla fine del live Perché siete qui? Perché avete scelto di essere qui?: “È proprio vero che questo habitat che abbiamo costruito insieme continua ad espandersi. Diventiamo sempre di più ogni anno. A me piace pensare che questo non sia soltanto un luogo dove scappare e rifugiarsi, ma un luogo in cui poter crescere insieme”.
Poi introduce Lettera Q, l’album attorno a cui ruota lo show: “Il cerchio della Q si spezza… perché mi piace parlare della possibilità di guarire, di liberarsi. Una libertà diversa da quella raccontata ogni giorno. Una libertà profonda, accessibile a tutti, fondata non sul controllo ma sulla presenza, sulla capacità di stare qui e ora, e di poter scegliere”.
La presenza, la scelta, la consapevolezza sono questi i temi che attraversano tutto il concerto. Nayt non li enuncia soltanto, li vive sul palco, li condivide con un pubblico che non è lì per moda, ma perché si sente rappresentato da parole che raccontano una generazione in cerca di spazio, voce, riconoscimento. Una generazione che vuole essere ascoltata.
La scaletta è fitta, perfettamente bilanciata tra vecchio e nuovo repertorio. Si passa dalle atmosfere intime e dalle luci soffuse dei brani di Lettera Q e Habitat, ai toni accesi, infuocati di pezzi come Effetto Domino e Oh God, che fanno esplodere il Fabrique in un’onda di pura adrenalina.
Nayt al Fabrique parla a una generazione
A metà serata Nayt si concede un monologo, un manifesto d’intenzioni: “Vorrei dichiarare a tutti le mie intenzioni: e vi prometto di non parlare a sproposito, di fare in silenzio, di viaggiare molto, di restare, di leggere molto, di vestirmi bene senza sembrare diverso dalle persone comuni, di curare l’estetica delle cose come finezza, di essere sveglio ma non furbo, essere buono non stupido. Di incontrarci con le persone e salutarci senza fare una foto, ma salutarci anche oggi ma anche domani… essere un ponte tra le generazioni, le classi, le razze, trovare le parole giuste, fare le scelte giuste e non dimenticarmi mai chi sono le persone che amo, i loro dolori, le difficoltà, i sogni e le loro gioie. Sembra che tutti vogliono fare tanti soldi per sfuggire dalla realtà piuttosto che migliorarla e sembra tutto un grande gioco di ruolo mentre la vita di tutti scorre, comunque”.
Il concerto si chiude con un ritorno alla domanda iniziale “Perché siamo ancora qui?”. La risposta arriva insieme all’ultimo brano, Non è Fortuna, che riassume il percorso di Nayt: non è fortuna, è talento, lavoro, crescita. Dopo il tour nei club Nayt è pronto a calcare i palazzetti: sarà il 23 ottobre al Palazzetto di Roma e il 25 ottobre al Forum di Assago. Ed è tempo che si prenda lo spazio che merita.
“Ora lo so perché sono qui. Volevo ricordarvi ancora una volta il vostro valore. Dirvi che potete prendervi il mondo, amare ed essere amati. Non è vero che non ve lo meritate. Ogni volta che ve lo dimenticherete, quello che ho scritto tornerà a ricordarvelo. Per sempre”.
I concerti di Nayt non sono solo performance: sono rifugi emotivi. Luoghi dove si canta, si riflette, ci si riconosce. Si cresce. Stasera Nayt lo ripeterà al Fabrique. E voi ci sarete?