“NIUIORCHERUBINI” di Jovanotti è un caleidoscopio di ritmi e di colori
Il diciassettesimo album di Lorenzo, nato in pochi giorni a New York, è un lavoro sorprendente, pulsante, imperfetto, ma ricco di vitalità
Jovanotti
Sono passati quasi quarant’anni dal suo debutto discografico e Jovanotti, nonostante il nome d’arte giovanilistico, è un artista e uomo maturo di 59 anni. Lorenzo ha trovato un perfetto equilibrio tra il desiderio di divertire il pubblico, la capacità di esprimere i propri sentimenti e la voglia di lanciare messaggi importanti attraverso la musica. L’energia è il filo conduttore della sua carriera, un vitalismo che, tra alti(molti) e bassi(pochi), ha sempre attraversato e guidato la sua discografia a partire dal lontano 1987.
I suoi concerti sono una grande festa collettiva in cui, per una sera, si mettono da parte le preoccupazioni quotidiane e ci si immerge completamente nel mondo policromo, hippy, ecumenico e gioioso di Jova. La forza dei suoi concerti è soprattutto nel repertorio che, per quantità e qualità, ha davvero pochi rivali nell’ambito del pop italiano. Un repertorio che oggi si arricchisce, a sorpresa, del nuovo album NIUIORCHERUBINI, che Jovanotti ha registrato a New York nell’ottobre 2025.
La genesi di “NIUIORCHERUBINI” di Jovanotti
Un progetto nato in modo spontaneo, inatteso e completamente libero nelle intenzioni e nel processo creativo. “Questo LP non era previsto”, ha spiegato Lorenzo. “Sopraffatto dalle notizie di guerre e da una sensazione di impotenza rispetto alla follia umana, ho pensato di immergermi in qualcosa che amo e che mi fa sentire nel flusso della vita. Questa cosa che amo è la musica, che non ferma le guerre e non risolve le emergenze, però la musica è quello che faccio io, e mi ci dedico corpo e anima affidando a lei le mie emozioni”.
Così, insieme al musicista e produttore Federico Nardelli, Jovanotti contatta alcuni amici di New York, una città che per lui ha sempre avuto un ruolo speciale. Attraverso amici e amici di amici e conoscenti di amici musicisti, l’artista di Cortona organizza sei giorni di sessions, da cui vengono fuori, come per magia, tredici brani nati dalle jam eseguite dal vivo in studio. L’album NIUIORCHERUBINI è stato registrato in presa diretta su nastro analogico, un metodo che restituisce immediatezza, calore e verità, senza ricorrere a editing, correzioni o sovraincisioni.
Le registrazioni si sono svolte tra Brooklyn Recording e Astoria (Queens), in un clima di totale libertà creativa, con tutti i musicisti a suonare insieme nella stessa stanza. “La genesi di queste canzoni ha sorpreso anche me”, ha dichiarato Lorenzo a proposito di NIUIORCHERUBINI. “Sono stati sei giorni di vera felicità artistica, la musica è davvero il linguaggio universale. Ogni giorno con un piccolo gruppo diverso di musicisti, spesso incontrati per la prima volta”. Il titolo dell’album è un omaggio al leggendario DALLAMERICARUSO di Lucio Dalla e ogni traccia è un tributo a ritmi, luoghi, suoni e suggestioni incontrati durante le registrazioni a New York, la vera protagonista dell’album.
Un album da “funky preacher”
Jovanotti, in conferenza stampa, ha detto che il suo è un album da “funky preacher”, non da cantautore: il focus è sulla musica, sul ballo, sulle vibrazioni. Lorenzo non vuole entrare con le parole nell’attualità, né fornire (facili) soluzioni a problemi complessi. Vuole farci ballare come atto liberatorio e politico, in un momento in cui tutto, intorno a noi, invita alla prudenza e all’immobilismo. Jovanotti è stato ed è ancora un dj, prima di dischi, oggi di emozioni: l’eclettismo musicale, oltre all’energia, è il suo superpotere. Non a caso i momenti migliori di NIUIORCHERUBINI di Jovanotti coincidono con quelli più ricchi di fiati, di ritmo e di colori musicali.
Ai miei amici, con la partecipazione di Red Baraat, ha un groove punjabi irresistibile, tra India e Usa, che potrebbe fare faville dal vivo. Pura Vida, Resistente e Shiva Jam arricchiscono il nutrito canzoniere funky di Lorenzo che, da Penso Positivo in poi, ha sempre costituito un parte importante dei suoi concerti. I ritmi in levare attraversano So solo che la vita, mentre La musica dell’anima (feat. J.P. Bimeni) e l’emozionante Mi fa felice (feat. Caìto Sanchez, Binky Griptite, Morgan Wiley) sono brani soul ricchi di calore e positività.
Un disco pulsante e imperfetto, ma ricco di verità
La fascinazione di Lorenzo per gli album Buena Vista Social Club e Rei Momo di David Byrne è evidente in brani latin riusciti come Un miracolo e Cado verso l’alto, a cui ha partecipato Chicha Libre. L’album si apre e si chiude con Senza se e senza ma e Mucho más que dos (adattamento in spagnolo del primo brano), suonate dalla Spanish Harlem Orchestra. Mentre nel precedente album Il corpo umano la canzone era una ballad scarna, diretta ed essenziale, qui Senza se e senza ma diventa un brano di “salsa dura” tutto da ballare, grazie ai fiati scintillanti e alle coinvolgenti percussioni.
Senza gravità, con la partecipazione di Felipe Hostins, Gil Oliveira e Ronaldo Andrade, è un singolare mix tra rap, afrobeat e Brasile a cui Jovanotti aveva già dedicato nel 2003 il pregevole(e sottovalutato) album del Collettivo Soleluna. In conclusione, NIUIORCHERUBINI di Jovanotti è un album sorprendente, eterogeneo, pulsante, imperfetto, ma ricco di vitalità. I testi delle canzoni, accomunati dal vitalismo tipico della sua poetica, spesso sembrano dei flussi di coscienza nati in tempo reale mentre la musica trovava forma.
E proprio la musica è il punto di partenza e di arrivo di un album anomalo, ma riuscito come NIUIORCHERUBINI. In questi tredici brani Lorenzo ha messo tutto il suo amore per le sette note, per il groove e per il ritmo. Un album che troverà la sua dimensione privilegiata negli show che attendono Jovanotti nel 2026, quando L’Arca di Lorè farà tappa in alcuni dei festival internazionali più creativi del mondo e in Italia, fino al gran finale del 12 settembre al Circo Massimo di Roma.
