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Com’erano cool le rock e pop star degli anni ‘90 davanti all’obiettivo di Rankin

A Londra si celebra con una mostra gli iconici scatti del fotografo, una autentica star del mondo dell’editoria grazie alle sue riviste e ai suoi servizi. In esclusiva per Billboard ci commenta immagini scattate di U2, PJ Harvey, Jarvis Cocker, Bobby Gillespie e Charlie Watts

Autore Tommaso Toma
  • Il15 Giugno 2024
Com’erano cool le rock e pop star degli anni ‘90 davanti all’obiettivo di Rankin

Foto di Rankin Press

Spesso parliamo di icone musicali degli anni ’90 e dell’inizio del nuovo millennio, ma se associamo la musica con le copertine dei magazine di quell’epoca, soprattutto quelli più innovativi che hanno saputo flirtare magnificamente con la moda e le novità del costume, dobbiamo omaggiare Rankin. Un grande fotografo nonché un innovatore nel campo dell’editoria, fondando la seminale rivista mensile Dazed & Confused con Jefferson Hack nel 1992, ha fornito una piattaforma innovativa ad emergenti stilisti, designer, altri fotografi e scrittori.

Rankin ha scattato tutti i più bravi, i migliori, i più visionari e coraggiosi artisti musicali e non solo per le sue creature editoriali (ricordiamo anche AnOther Magazine) ma anche per terzi: Elle, Vogue, Harper’s Bazaar, Esquire e GQ, Rolling Stone, Wonderland. Io ricordo con orgoglio che la prima cover di Rodeo, il primo fashion magazine free in Italia, era il 2003, per il quale ebbi la fortuna di far parte nella redazione, era proprio sua.

Nel suo lavoro ha sempre cercato di mettere in risalto, oltre al suo innato senso estetico anche una buona dose di umorismo, Lo scorso anno, Rankin ha fatto uscire un bel libro, spiazzante: Myths, Monsters and Legends – lavorando insieme con l’artista Damien Hirst – una celebrazione inquietante della bellezza che si può trovare nelle creature surreali e tipicamente grottesche delle antiche leggende. E adesso è in corso a Londra una bellissima mostra che rivisita a proposito l’epoca iconica del movimento musicale e non solo Cool Britannia e dello stile degli anni ’90, grazie ai servizi scattati per oltre 200 editoriali per la sua creatura, il magazine Dazed & Confused. La mostra si chiama Back in the Dazed” e la potrete ammirare fino al 23 giugno presso 180 Studios- The Strand a Londra. Qui il sito 180studios.com/rankin.

Jarvis Cocker numero 15, novembre 1995

Jarvis Cocker sa esattamente come far funzionare un’immagine, ma sa anche che ha bisogno di collaboratori per renderla ancor più perfetta. Per l’album Different Class, Jarvis mi mostrò una foto di una coppia di anziani seduti su una panchina in bianco e nero, mentre tutto quelle che c’era intorno era a colori. Mi chiese come ci fossero riusciti e gli ho detto che sembravano sagome a grandezza naturale. Gli è piaciuto e ci siamo messi d’accordo: da lì ci siamo mossi molto rapidamente, con me che scattavo in studio e poi portavo le sagome a grandezza naturale in giro per il paese. È stato molto divertente.

Quando penso a fotografare Jarvis e Pulp, quegli scatti sono alcune delle collaborazioni più autentiche che abbia mai avuto. Non so se sia stato solo il nostro modo di lavorare a funzionare o se si sia trattato di una somiglianza nello sfondo o nella prospettiva. Ma le immagini prodotte assieme sono per me, sono uno dei risultati per me migliori in assoluto.

Questa in particolare fu scattata in cima alla collina Sutton Bank, appena sopra Thirsk, nel North Yorkshire. I miei genitori vivevano lì vicino a quel tempo. La foto era nel parcheggio, fuori dal centro visitatori. Tutti i bambini erano nel parcheggio e quando abbiamo portato fuori Jarvis hanno iniziato a fare casino con lui. Come vedete c’è una ragazzina con la sigaretta, fu lei che semplicemente la tirò fuori e fece finta di iniziare a fumare.

PJ Harvey numero 45, agosto 1988

Ho fotografato PJ Harvey circa quattro o cinque volte. È sempre stato incredibile incontrarla e collaborare con lei, perché si è sempre fidata molto. Guardare attraverso l’obiettivo di Dazed significa scegliere di essere molto più “crudi”, c’è una creazione di immagini meno sofisticata, un po’ più grezza. Sono andato a trovarla con un assistente, a casa sua che era in una piccola strada di campagna. M’impegnai molto a fotografarla su degli sfondi semplici perché sarebbe stata sempre la scelta migliore per la cover e il servizio interno. Era così adorabile e diventò un’altra di quelle persone che hanno davvero supportato Dazed. Non posso sottovalutare questo particolare.

U2 numero 30, maggio 1997

Gli U2 sono un dono per i fotografi. Sono facili da fotografare perché non odiano tutto il processo nel realizzare un servizio e loro stessi sono dei creativi per le loro immagini, tanto quanto lo sono nel dar forma alla loro musica, vedono il tutto come un unico pacchetto completo. Ogni tanto incontri persone che hanno un’energia innegabile. Bono è una di quelle persone; è ancora così gentile quando fai un servizio fotografico, anche se ne fa da decenni.

Sophie Ellis Bextor numero 37, dicembre 1997

Questa fotografia di Sophie è stata scattata come parte della nostra serie di servizi dedicate alle nuove band. All’epoca Sophie era nel suo momento di massima popolarità e la sua voce era così unica, tutti molto eccitati nel metterla nella propria rivista. Non fu una sorpresa il fatto che abbia avuto un enorme successo. Lei era in realtà piuttosto timida ma incredibilmente accattivante. Il mio concetto per questo servizio era di creare un’immagine speculare e infinita di lei, e per realizzarlo feci fare una scatola di specchi speciale, che non funzionò molto bene. Fu un po’ un fallimento come foto, se non fosse stato per lei e come è diventata celebre, non ci sarei tornato su…

Rankin anni '90

Bobby Gillespie numero 37, dicembre 1997

Bobby è una di quelle persone che conosco da anni. Era sempre molto stiloso.A dire il vero penso di essere stato piuttosto intimidito da lui, perché non sopportava davvero gli stupidi. Ma ho sempre amato la sua musica. Soprattutto l’album Give Out But don’t Give Up, che ho ascoltato in loop per circa un anno. Questa foto è stata scattata dall’altra parte della strada rispetto agli uffici di Confused che erano in Old Street, eravamo in un parco giochi per bambini. Mi piaceva l’idea di vederlo dietro quella griglia di ferro, perché crescendo a Glasgow, con il calcio, questo tipo di parco giochi erano ovunque, quindi mi sembrava familiare e appropriato.

Charlie Watts numero 70, ottobre 2000

Avevo 16 anni Quando andai a vedere i Rolling Stones. Fu il mio primo vero concerto. Marinai la scuola, saltai persino un esame per fare la fila a Wembley per vederli esibirsi. Andiamo avanti di 20 anni e alla fine riuscii a fotografare Charlie per Dazed. Fu per un servizio sui batteristi che sono eroi misconosciuti. Quando fotografi un’icona, penso sempre che sia meglio mantenere le cose semplici. Ecco perché è su uno sfondo bianco. Poi ci sono un sacco di immagini di questa sessione in cui usa le mani. Perché fondamentalmente quelli sono i suoi strumenti.

Nessuno si sorprenderà nello scoprire che era un vero gentiluomo. Affascinante, elegante e spiritoso. Lui è il mio tipo di rockstar. Devo anche aggiungere e ringraziare Charlie perché queste fotografie diventarono per me un trampolino di lancio per poter fotografare la mia band preferita di sempre, i Rolling Stones. Quando è mancato, non mi vergogno a dire che ho pianto.

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