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Rkomi a teatro: quando l’infedeltà è la strada per la felicità

Ieri sera Mirko ha portato in scena la sua visione, dando il via al suo tour nei teatri, luoghi che rappresentano casa e che, tra silenzi e attese, assecondano i tempi del suo decrescere

  • Il18 Ottobre 2025
Rkomi a teatro: quando l’infedeltà è la strada per la felicità

Rkomi al Teatro Arcimboldi, foto di Alessandro Bremec

Qualche tempo fa, raccontandovi del nostro incontro con Rkomi in occasione dell’uscita del suo ultimo album, decrescendo., la sensazione che vi avevamo riportato era quella di avere di fronte una persona che dopo anni passati a correre velocissimo – tra festival di Sanremo, tour da tutto esaurito, dischi che hanno macinato tonnellate di streaming e un numero considerevole di dischi di platino appesi alle pareti, sentisse come il bisogno di rallentare. Di decrescere, per l’appunto.

Lo ha fatto sul palco dell’Ariston, dove invece che con un brano immediato e orecchiabile sin dal primo ascolto, si è presentato con il ritmo delle cose, una canzone piena di domande e che per questo avrebbe meritato un altro tipo di comprensione. Lo ha fatto con un disco che, più che pensato per raggiungere la cima, è stato realizzando per arrivare agli abissi e in cui – come ci aveva raccontato – si è sputtanato, si è ingrossato, ha tradito la sua famiglia e se stesso mettendosi a nudo come forse mai prima.

Questa estate, poi, lo ha fatto annullando un tour nei palazzetti per giurare – di nuovo – fedeltà solo a se stesso seguendo il suo istinto: una tournée nei teatri. “I teatri hanno un’anima”, aveva scritto Mirko. “La senti appena entri: è fatta di silenzi, di respiri trattenuti, di luci che si accendono piano. Ogni palco racconta storie, ogni sipario custodisce segreti. Portarci dentro la mia musica è come parlare al cuore della gente, senza filtri. Quando le luci si abbassano, il teatro ascolta. E io, ogni sera, racconterò chi sono. A luci spente”.

Rkomi al teatro Arcimboldi comincia da dove tutto è iniziato

E ieri sera, alla fine, Rkomi ha portato in scena la sua visione, dando il via al suo tour nei teatri all’Arcimboldi di Milano, la sua città, quella dei palazzi popolari di Calvairate da dove tutto è iniziato. Non a caso dunque il live comincia proprio con 4Z e Milano Bachata. Due brani tratti da Io In Terra, il suo primo album che – partendo dalle traverse di Viale Molise, le uscite di Piazzale Cuoco e Piazza Ovidio e gli angoli di Piazza Insubria – lo ha sputato definitivamente nella scena e che racconta la vita di un ragazzo in quartiere che forse si annida ancora lì, da qualche parte, dietro l’uomo elegantemente vestito che vediamo entrare dalla platea per farsi travolgere dal calore della gente.

E calore è proprio una delle parole chiave della scelta di spostare il tour in teatro. Una decisione, come spiega Rkomi, dettata dalla necessità di ritrovare un luogo che fosse casa – come quella che condivideva in un tempo che sembra lontanissimo con Tedua e Bresh, tutti uniti dallo stesso sogno, la stessa fame, la stessa solitudine – e che assecondasse i tempi di quel decrescendo a lui così caro.

Le parole al centro

Un luogo fatto di attese – e infatti, proprio come in uno spettacolo teatrale, il live è diviso in due atti -, silenzi e parole. Quelle stesse che Rkomi ha sempre maneggiato come nessun altro della sua generazione e che all’Arcimboldi vuole mettere al centro, prendendo anche a suo modo posizione riguardo a ciò che succede dall’altra parte del mare (“Mi sento molto fortunato a vivere in una parte del mondo in cui posso occuparmi dei miei conflitti interiori senza trovarmi coinvolto fisicamente in un conflitto più grande, che comunque ci riguarda tutti”).

La band che accompagnar Rkomi al Teatro Arcimboldi

Non tutto durante lo show funziona alla perfezione. La band – ottima, composta da Marco Spaggiari alla direzione musicale e alle tastiere, Lorenzo Pisoni al basso, Eugenio Cattini alla chitarra, Elia Pastori alla batteria, Daniele Raimondi alla tromba e al sax, Micol Touadi e Marika Palluzzi ai cori – a volte sovrasta la voce di Rkomi, visibilmente emozionato e comprensibilmente ancora non completamente padrone di uno spazio nuovo e difficile come il teatro. I brani più spinti non rendono in toto, e infatti è in pezzi come Apnea (in una bellissima versione piano e voce), Mai più, Ossigeno, Visti dall’alto e Cancelli di mezzanotte che Mirko riesce davvero a toccare le corde più profonde (e più vere), le sue e di chi lo ascolta.

Magari un tour nei teatri non ciò che il suo pubblico – sia quello più affezionato al rap dei tempi di Dasein Sollen, sia quello che si è avvicinato al suo lato più pop e abituato a live sudati sotto palco – si aspettava da lui, ma che Rkomi dalle aspettative altrui abbia sempre preso le distanze inseguendo solo la sua strada, anche la più impervia e meno battuta, è cosa nota da sempre, ed è ciò che lo rende a suo modo unico e prezioso. E forse, alla fine, in fondo alla via dell’infedeltà che Mirko ha commesso, c’è qualcosa di molto più grande e importante: la sua felicità.

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