Salmo è ancora l’uomo da battere
Uno show in cui la parola d’ordine è “grande”: un grande pubblico (più di 40mila presenti), grandi ospiti, un grande parco divertimenti e, soprattutto, un grande artista che non compete più con gli altri, ma solo con se stesso

Salmo a Milano, 6 settembre 2025, foto di Giuseppe Antonelli
C’è una grande differenza tra il Salmo dietro le quinte e il Salmo che, alle 21 spaccate, appare in scena per il suo grande e attesissimo ritorno a Milano di fronte a più di 40mila presenti. Da una parte l’uomo che con l’arrivo dei 40 – dopo una vita passata a “cercare di essere una persona dura e agli occhi degli altri, quasi cattivo”, come ci aveva raccontato in occasione dell’uscita di Ranch – ha scoperto in fin dei conti di essere una brava persona, quasi mite, che parla con la luce negli occhi di come ha pensato ad ogni minimo particolare del suo Lebonski Park.
Dalle attrazioni per il pubblico ai prezzi popolari (“Ho sempre investito nei miei live, non mi interessa riempirmi le tasche: potrei anche suonare gratis“), passando per la cura maniacale del suono (finalmente!), la scelta metodica della lunga scaletta – che alterna nuovi brani (tra cui Flashback, brano già spoilerato che uscirà ufficialmente domani alle 11) ai classici della sua discografia – e la scenografia all’avanguardia, con l’ idea del palco che gioca sul concetto dello svelamento inteso come gesto simbolico. Una metafora della carriera stessa del rapper, iniziata proprio dietro una maschera.
Salmo a Milano: «Il live è la chiave di tutto, se sei bravo avrai vita eterna»
Dall’altra l’artista fuori dagli schemi, quello che 15 anni fa ha preso in mano le regole del rap e le ha distorte, accartocciate e sputate via per seguire una sola strada: la sua. Non appena Salmo mette piede sul palco di Milano, quella luce diventa fuoco nelle pupille. La calma di qualche ora prima energia incendiaria – quella stessa che gli ha fatto conquistare il titolo di numero uno per quanto riguarda il live – e precisione chirurgica nelle barre, tutte rigorosamente dal vivo e senza voci sotto. Una regola che troppo spesso diventa eccezione. Del resto, Maurizio Pisciottu lo ha capito presto: “il live è la chiave di tutto”, sottolinea, “e i giovani devono saperlo. Se punti a diventare bravo nei live, allora avrai vita eterna”.
Già dai primi minuti del Lebonski Park – con un quartetto infuocato composto da On Fire, Russel Crowe, Neurologia e 1984 – la sensazione è che per questo show la preparazione sia stata quasi ossessiva. E non per competere con gli altri, ma per superare se stesso, per andare oltre quell’asticella settata da lui stesso, ancora una volta. E il tutto assume i connotati di un comeback importante. Al netto dei concerti della scorsa estate con Noyz Narcos, infatti, l’ultimo tour da solista di Salmo risale al 2022, e il suo pubblico lo aspettava come si fa con Il messia.
Da Kaos One a Zucchero, gli ospiti del Lebonski Park
E il rapper sardo ripaga l’attesa come meglio sa fare, mettendo in piedi un‘esperienza e uno show diviso in tre blocchi – il primo (elettrico e incandescente) e il secondo (unplugged e desertico) con Le Carie, band straordinaria composta da Marco Azara, Daniele Mungai, Davide Pavanello, Riccardo Puddu, Alessio Sanfilippo, Andrea Ciaudano e Carmine Iuvone. Il terzo accompagnato alla console da DJ 2P, con cui costruisce il momento più hardcore della serata, con un grande teschio dagli occhi rossi a vegliare su di loro – in cui la parola chiave è “grande”.
Un grande parco divertimenti, dei grandi ospiti – da Kaos One, “l’uomo senza il quale non saremmo qui oggi” e che viene investito dall’amore del pubblico come si confà alle leggende, a un’istituzione Zucchero, passando per Fabri Fibra, Nitro, Luca Agnelli, Noyz Narcos, centomilacarie (che, seppur giovanissimo, non si lascia mangiare da un palco del genere, anzi) e Lazza, per cui il padrone di casa è stato padrino, amico e maestro e che di fronte al grande pubblico di Milano ricorda una cosa fondamentale. Il tempo passerà anche, le mode andranno e verranno, ma una cosa è certa: Salmo, nei live, è ancora e rimarrà a lungo l’uomo da battere.