Sanremo 2024, le pagelle delle cover e dei duetti
La quarta serata del Festival di Sanremo 2024 è una delle più attese per il grande numero di artisti sul palco dell’Ariston. Il voto combinato di televoto, radio e sala stampa ha sancito la vittoria di Geolier
La quarta serata del Festival di Sanremo 2024 è una delle più attese, c’è persino chi la considera la più bella dell’intera settimana, dal momento che i trenta big in gara porteranno sul palco dell’Ariston le cover (o le proprie canzoni) in duetto (o anche no). Il televoto (34%) unito al voto delle radio (33%) e della sala stampa (33%) ha sancito la vittoria di Geolier, davanti ad Angelina Mango, Annalisa, Ghali e Alfa. Di seguito le nostre pagelle delle cover di Sanremo 2024.
Sangiovanni con Aitana – Farfalle/Mariposas (Voto 5,5)
Diciamo che non pecca di coraggio portare la cover di un proprio pezzo di soli due anni fa, proprio al Festival di Sanremo, tra l’altro con una cantante con cui si ha già collaborato. Non aggiunge niente.
Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia – Sweet Dreams (Voto 8)
Annalisa fa all in col dance pop e si butta a capofitto nel più classico dei classici, Sweet Dreams degli Eurythmics. Il coinvolgimento de La Rappresentante di Lista è il bollino di qualità, con i vocalizzi impeccabili di Veronica e un Dario super cool al basso Rickenbacker.
Rose Villain con Gianna Nannini – Medley (Voto 6)
Una coppia che poteva scoppiare e invece la miccia fatica ad accendersi. L’intenzione c’è, l’attitudine rock anche, ma tra le due qualcosa non funziona. Il medley portato al Festival di Sanremo 2024 manca di fluidità, le voci di Rose e Gianna potevano amalgamarsi meglio.
Gazzelle con Fulminacci – Notte prima degli esami (Voto 7)
Bello il gioco di due giovani cantautori romani che cantano – a modo loro e discostandosene – un capostipite della loro stessa città. La voce sussurrata di Gazzelle e quella più delicata di Fulminacci non cercano di strafare e allo stessto tempo evitano il rischio di generare l’effetto karaoke.
The Kolors con Umberto Tozzi – Medley di Umberto Tozzi (Voto 7)
The Kolors giocano facile sia in gara con che con il medley di Tozzi: insieme se la cavano davvero bene con dei cavalli di battaglia che non puoi non cantare. E dopo Gloria, anche una citazione all’Ibiza di ITALODISCO, forse un po’ appiccicata lì tanto per.
Alfa con Roberto Vecchioni – Sogna ragazzo sogna (Voto 6+)
La canzone è stupenda e proprio per questo a tratti verrebbe voglia di silenziare Alfa e ascoltare il solo Roberto Vecchioni. Poi però l’emozione nello sguardo di quest’ultimo si riflette nell’entusiasmo del giovane cantante in gara che inserisce anche una sua parte rappata.
Bnkr44 con Pino D’Angiò – Ma quale idea! (Voto 7+)
Quando l’incontro fra generazioni diverse suona fresco come se la canzone fosse stata scritta ieri. I Bnkr44 sono spontanei e perfettamente a loro agio nel classico dell’italodisco firmato da Pino d’Angiò. Eleganti e sfacciati al punto giusto.
Irama con Riccardo Cocciante – Quando finisce un amore (Voto 5)
I presupposti per una bella esibizione c’erano tutti: Cocciante al pianoforte e Irama in rampa di lancio dopo essere finito nella top 5. Purtroppo il risultato è poco convincente e troppo urlato. Meglio il finale a cappella del maestro.
Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani – Che sia Benedetta e Occidentali’s Karma (Voto 4,5)
Particolare la scelta di portare come cover le due canzoni che si affrontarono al festival nel 2017. Quella della Mannoia, Che sia benedetta, arrivò seconda, mentre Gabbani arrivò primo con Occidentali’s Karma. Però a parte questo, non troviamo un gran senso di cantarle entrambe. Non sembra proprio giovare all’intensità dell’artista.
Santi Francesi e Skin – Hallelujah (Voto 9)
I Santi Francesi toccano un classico e hanno le spalle coperte dalla grande Skin. Bravi loro, ancora più brava lei. Che il duo fosse particolarmente capace nelle cover lo sapevamo dai tempi di X Factor, ma questa volta si superano con un arrangiamento minimale in crescendo e una prova vocale impeccabile di Alessandro De Santis. Primo brivido della serata. Che classe.
Ricchi e Poveri con Paola&Chiara – Sarà perché ti amo e Mamma Maria (6,5)
I Ricchi e Poveri ricantano se stessi in spagnolo e lo fanno con le samurai della locura per eccellenza Paola&Chiara. Camminano come funamboli sulla sottile linea del trash, ma alla fine che importa quando tutto l’Ariston è finalmente in piedi a ballare e cantare? Come fare un gol a porta vuota, ma tanto ci basta dopo serate di vero torpore.
Ghali e il produttore tunisino Ratchopper – Medley “Italiano Vero” (Voto 9)
Che bella l’intro in arabo (Bayna) per dirci che non sono le origini “pure”, ma quelle miste, quelle dell’italiano contemporaneo. E poi Cara Italia, il pezzo che ha davvero fatto conoscere Ghali al grande pubblico, unita con il brano di Toto Cutugno. Sì, Ghali, tu sei un italiano vero. Tutto si sposa perfettamente.
Clara con Ivana Spagna e le voci bianche del Teatro Regio di Torino – Il cerchio della vita (Voto 6)
CLARA realizza il proprio sogno esibendosi con la canzone de Il Re Leone che cantava da piccola. La sua voce e quella di Ivana Spagna sono due spade, ma sembra tutto troppo perfetto. Neppure il coro di voci bianche riesce a vincere l’atmosfera piatta.
Loredana Bertè con Venerus – Ragazzo mio (Voto 6/7)
Ok, tutti speravamo che cantassero insieme perché sono un’accoppiata vincente solo a nominarli. Ed è bello comunque vedere Venerus con la chitarra e il suo sorriso su quel palco. Dopo alcuni problemi tecnici per i quali Loredana non sente il countdown e la gestisce con tranquillità (no BLANCO non ci riferiamo a te).
Tutte le foto fin qui sono di Maria Laura Antonelli
Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio – Medley “Strade” (Voto 7,5)
Come ha detto Geolier: ho invitato il padre della musica napoletana, quello del rap napoletano e quello del rap in generale. Un quartetto più che iconico per Emanuele e un momento importante per l’hip hop nostrane, che entra di prepotenza nelle case degli italiani dalla porta principale in modo per nulla annacquato. Finalmente.
L’intermezzo Costa Smeralda
Interrompiamo le pagelle delle cover di Sanremo 2024 per spostarci sulla Costa Smeralda. Gigidag è tornato e noi non potremmo che esserne più che felici. Le sue hit si sposano perfettamente con l’atmosfera della Costa. Gigi pone fine ai momenti boh dalla nave per un momento top. Voto 9.
Le pagelle delle cover di Sanremo 2024 – seconda parte
Angelina Mango e il Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma – La rondine (Voto 10)
Angelina Mango con “La rondine” del papà Pino ci fa venire una pelle d’oca che quasi avevamo dimenticato di avere. Riesce nell’assai ardua impresa di non emozionarsi eccessivamente e ci regala quella che possiamo già definire l’esibizione migliore della serata, se non addirittura di tutto il Festival di Sanremo. Abbiamo forse la vincitrice di questa edizione?
Alessandra Amoroso con i Boomdabash – Medley (Voto 5)
Purtroppo per Alessandra Amoroso il tempismo con cui arriva la sua esibizione con i Boomdabash non è dei migliori. Si passa infatti da un momento emotivamente molto intenso come quello di Angelina Mango a uno show da discoteca sulla spiaggia la sera di ferragosto. Peccato perché l’inizio in dialetto salentino sembrava promettere bene. Non ci siamo.
Dargen d’Amico e Babel Nova Orchestra – Omaggio a Ennio Morricone, Modigliani sulle note di The Crisis (Voto 7)
Dargen D’Amico porta un classico del suo repertorio ante Sanremo (Modigliani) e il brano che lo ha consacrato a livello nazionale (Dove si balla), il tutto sulle note del Maestro Morricone. Senza infamia e senza lode.
Mahmood e Tenores di Bitti – Come è profondo il mare (Voto 8+)
Mahmood prende un superclassico della musica italiana e si cuce perfettamente addosso una sua versione personalizzata. I Tenores di Bitti danno un bel tocco in onore delle origini sarde materne.
Mr. Rain con i Gemelli Diversi – Mary (Voto 5)
Mr. Rain, dopo il coro dei bambini e l’altalena, tenta di commuovere il pubblico con le Farfalle Azzurre e l’emotività di uno dei tormentoni più celebri dei primi anni Duemila. Ma l’emozione non c’è e i Gemelli Diversi non aggiungono nulla.
Negramaro con Malika Ayane – La canzone del sole (Voto 7)
Prendono la canzone da spiaggia per antonomasia e ne fanno una reinterpretazione in chiave “sinfonica” raffinata e delicata. Giuliano tiene a bada gli acuti, Malika scende giù come miele. Lucio da lassù approverebbe.
Emma con Bresh – Medley di Tiziano Ferro (6,5)
Emma canta un medley del suo idolo Tiziano Ferro e lo fa anche dignitosamente. Solo che Bresh, lontano dalla propria comfort zone, non è proprio il più alto esemplare di bel canto.
Il Volo con Stef Burns – Who Wants To Live Forever (Voto 6)
Il pezzo più operistico dei Queen, Who Wants to Live Forever, è per sua natura nelle corde del trio. Ma neanche la chitarra di Stef Burns riesce a dargli la giusta potenza rock di Mercury e soci. Se lo portano a casa, ma senza lasciare il segno.
Diodato con Jack Savoretti – Amore che vieni amore che vai (Voto 8)
Un altro brivido della serata e ancora un altro capolavoro della musica italiana. Un’interpretazione magistrale di Diodato insieme a Jack Savoretti che davvero aggiunge un quid in più, come pure l’intro di Filippo Timi.
La SAD con Donatella Rettore – Lamette (Voto 5,5)
La Sad era quasi riuscita a convincerci di essere la quota ribelle di questo Sanremo, ma poi arriva Donatella Rettore e capisci chi sono le vere icone punk in Italia. Con Ditonellapiaga era affilata come una lama, anzi una lametta. Con La Sad la chimica non si ripete. Non giova l’arrangiamento di chitarra in stile Blink-182.
Il Tre con Fabrizio Moro – Medley di Fabrizio Moro (Voto 4,5)
Certe canzoni di Fabrizio Moro, come Pensa, al Festival di Sanremo funzionano sempre. Questa volta non funziona quasi nulla. Il Tre, fuori dal suo mondo, ha compiuto una scelta forse troppo grande per lui e la differenza con chi lo accompagna sul palco è notevole.
BigMama con Gaia, La Niña e Sissi – Lady Marmalade (Voto 8,5)
Se dovessimo riassumere il concetto di sorellanza e potenza femminile con un’immagine sarebbe senza dubbio questa. Una miscela perfetta di napoletano, barre e grandi voci, ognuna valorizzata nella sua massima espressione. “Fegati scoppieranno”, aveva scritto qualcuno. Sicuramente è esploso il palco.
Maninni con Ermal Meta – Non mi avete fatto niente (Voto 4,5)
Maninni e Ermal Meta non paiono aggiungere molto l’uno all’altro, spiace, anche se le intenzioni di Non mi avete fatto niente sono lodevoli è sempre stato un brano un po’ troppo didascalico.
Fred De Palma con Eiffel 65 – Medley degli Eiffel 65 (Voto 4,5)
Fred De Palma prende alcuni dei topoi più sentiti del rap (la vita nel quartiere, il riscatto e la scalata sociale) e li annacqua “rappando” su un pezzo degli Eiffel 65. Poi, finalmente, il twist che ci ricorda una grande verità: nonostante tutto Fred è ancora uno dei freestyler più forti d’Italia.
Poteva finire così, e invece tutto scaturisce in una caciara letteralmente senza alcun senso logico. Solo una domanda: ma perché?
Renga e Nek – Medley di Renga e Nek (S.V)
Francesco Renga e Nek dovrebbero portare una cover, ma decidono di cantare i loro brani. Avrebbero potuto farsi accompagnare da qualche ospite, ma non l’hanno fatto. Più che un’esibizione della serata delle cover di Sanremo è sembrato uno spezzone di un loro concerto.